Capitolo 36

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Hunter's POV

Tiro un altro pugno al sacco da box, poi un altro ancora. Non ne bastano mai. Sento che devo darne sempre uno in più. Forse lo faccio per compensare la mia mancata intelligenza. Perché devo essere proprio stupido per aver fatto una cosa del genere. Una scenata di gelosia? Per Dana? Che non è nemmeno la mia ragazza! Sono davvero un idiota.
Le figure di merda le potrei vendere. Cosa diavolo mi è saltato in mente?
Dò un altro pugno.
Sono forse pazzo? Da quando c'è Dana mi comporto come se fosse la persona più speciale ed importante del mondo. Come se fosse l'oggetto più sacro, più proibito o più ambito tra tutti. Che lei mi piaccia, adesso mi è evidente. Anche se tentavo di tenerlo nascosto, è ormai chiaro a tutti.
Un altro pugno.
Persino i miei amici se ne sono accorti prima di me. Forse perché mi conoscono bene, o magari perché ce l'ho scritto in faccia. E Dana se ne è accorta, ne sono sicuro. Con quello sguardo, cosa le sfugge? Un bel niente. Io lo so che nota i minimi dettagli di tutto e di tutti. Ed io penso di essere un libro aperto, ormai.

Sto sudando tantissimo.
Ho la maglietta bagnata, il respiro irregolare e una strana rabbia repressa chiusa nel mio corpo. E non se ne va. Forse vuole rimanere per farmi capire quanto io sia stupido.
Ed ingenuo. Patetico.
Geloso.
Di cosa? Di quel... Peter?
Non posso esserlo.
Smetto di tirare pugni e di affaticarmi inutilmente. Esco dalla palestra e cammino verso lo spogliatoio, passandomi l'asciugamano sulla fronte sudata. Quando arrivo, prendo le mie cose e me ne vado direttamente, perché c'è troppa gente e per fare una doccia dovrei aspettare almeno mezz'ora.
Mi laverò nel bagno della mia stanza.
Esco dalla struttura ancora con il muso lungo. Non riesco a smettere di pensare a Dana, e a come fosse offesa ieri sera dopo le mie parole. È da quando mi sono svegliato questa mattina che il suo nome rimbomba nella mia testa vuota.
La penso adesso mentre cammino, questa mattina a lezione, prima a pranzo quando non l'ho vista da nessuna parte. Perché forse era rimasta in camera, o magari aveva lezione. O forse non aveva fame, o era rimasta al telefono con qualcuno per così tanto da perdere la cognizione del tempo. Probabilmente la sua amica le aveva portato il pranzo in camera, per mangiare e chiacchierare in modo pacifico.
Senza me nei paraggi.
Mi chiedo perché io mi sia dovuto intestardire così tanto su di lei.
Da quando è accaduto il famoso incidente è diventata un chiodo fisso nella mia mente. E non riesco a scacciarlo; forse nemmeno voglio.
Anche se certe volte non la sopporto e vorrei non averla conosciuta affatto.

Arrivo al dormitorio, salgo le scale e cammino dritto verso la mia stanza.

Ho un déjà-vu.
Dana è di nuovo seduta per terra, di fianco alla porta di camera mia.
A gambe incrociate, con la schiena leggermente incurvata in avanti, lo sguardo chiuso sul cellulare e i capelli lunghi raccolti in una coda bassa quasi sciolta. Indossa un cardigan beige e dei leggins neri. Ai piedi un paio di anfibi della Dr. Martens.
La gente le passa davanti e lei alza gli occhi un paio di secondi, per poi riabbassarli.
Nonostante io le abbia urlato, fatto una scenata di gelosia priva di senso e rovinato una serata tranquilla, lei è ugualmente lì: seduta ad aspettarmi.

~~~
Buongiorno, come state? Io sono al mare, voi siete già andati? Mi sono già presa qualche solata ahahah
Cosa ne pensate del capitolo? Dana ha fatto bene o è stata troppo buona? Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? Fatemi sapere, un bacioo

-Alessia

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