Dana's POV
«Allora, Harry, sei pronto per le patate al forno?»
«Sì!», esclama il bambino alzando le braccia.
«Perfetto!»Apro lo sportello del forno ed una nuvola di fumo annebbia la cucina.
Ho bruciato le patate? Qualcuno mi dica di no. Harry è autorizzato dai suoi genitori per non mangiare la bistecca, sta sera, e le patate erano l'unica cosa che io ero in grado di fare. E adesso, che faccio?
Beh, innanzitutto mi conviene aprire le finestre.«Che succede?», chiede il piccolo Harry.
«Nulla, nulla, credimi. Che dici, ti va una pizza? Le patate al forno sono così... Duemilaediciotto!»
«Pizza?», ripete, mettendosi una mano sotto al mento con fare pensieroso.Butto via ciò che rimane delle patate-carbone e mi domando come io non abbia fatto a capire prima che si stavano bruciando. Non ho nemmeno sentito la puzza!
«Sì, Harry... Pizza!! Allora, ti va? Quale vuoi?»
«Quella con le patatine.»
«Chissà perché non sono sorpresa», mormoro. «Va bene, adesso io telefono. Tu intanto perchè non ti vai a guardare qualche altro cartone alla televisione, mh? Vuoi?»
«Sì!»
«Okay! Vai, vai.»Il bambino corre in salotto ed io mi metto una mano sulla fronte, per poi sedermi su una delle sedie attorno al tavolo. Accendo il telefono per telefonare, ma trovo un messaggio da parte di Hunter di pochi minuti fa.
H: "ehi, poco fa ho incontrato Mandy per sbaglio e mi ha detto di dirti che le si è rotto il telefono cadendo per terra. Domani lo porta ad aggiustare, e ha detto anche di scrivere a Cody su Instagram, se ti dovesse servire qualcosa"
D: "che stupida, va bene grazie Hunter"
H: "come procede il lavoro?"
D: "benissimo, stavo per ordinare una pizza per me ed il bambino"
H: "io stavo giusto andando in pizzeria adesso, sai? Vuoi che te le porti io?"
D: "macché, dai, tranquillo"
H: "quali pizze volete?"
D: "Hunter"
H: "Dana, dài, sono solo delle pizze"
H: "allora, quali?"Esito un po' prima di rispondere, perché non vorrei farlo scomodare.
Però se per lui non ci sono problemi, perché dovrei farmeli io?D: "okay, una patatine e una margherita"
H: "mandami l'indirizzo"Gli invio la posizione e poi lo ringrazio. Mi sono tolta un peso, in effetti. Spengo il cellulare e vado a controllare Harry in salotto, seduto sul divano in camoscio, incantato davanti alla televisione. Mi appoggio allo schienale del divano e lascio che il bambino continui a guardare il suo cartone animato, mentre io mi perdo tra qualche Social Network.
Spero solo che Hunter arrivi presto, perché ho una fame da lupi.Dopo una buona mezz'ora, sento il campanello suonare. Scatto in piedi e spengo il telefono, lanciandolo sul divano. Cammino veloce verso la porta e la apro.
«Le pizze!», esclamo voltandomi verso Harry.
Il bambino scende dal divano ed inizia a saltare di gioia.
«Ciao», mi volto verso Hunter. «Grazie ancora.»
«E di che, dài fammi entrare.»Assumo un'espressione confusa mentre entra in casa dei McKenzie.
«Sbaglio o sono tre pizze?», chiedo chiudendo la porta. «Ti fermi qui?»
«Per chi mi hai preso? Un fattorino?»
«Beh ma-»
«Andiamo, ho fame.», mi interrompe.Harry segue Hunter fino in cucina e quest'ultimo poggia le pizze calde sul tavolo. L'odore è squisito. Riprendo il telefono dal divano e mi siedo a tavola, di fronte ad Hunter e vicino al bambino.
«Tu chi sei?», chiede Harry.
«Sono Hunter, un amico della tua baby-sitter.», dice serio aprendo le pizze.
«Siete sposati?», domanda ancora il bambino.
«No! Harry, io ed Hunter siamo ancora troppo piccoli per sposarci.»
«Siete piccoli?»
«Sì. Vedi, mini H, né io né la tua baby-sitter rompiscatole teniamo ad unirci in matrimonio.»Hunter deve chiudere il becco.
Io gli tiro un calcio da sotto al tavolo e lui mi guarda male.«Mangiamo?», chiedo.
Harry annuisce frettolosamente ed io gli taglio la pizza a fette e poi a piccoli pezzi. Hunter ha già iniziato a mangiare senza aspettarci, ma non mi stupisco più di tanto.
Passiamo la cena ascoltando Harry parlarci dei suoi problemi da bimbo di sei anni. Come Margaret, la ragazzina di cui si è innamorato. Ha detto di averle dato un biglietto chiedendole di stare assieme e lei gli ha detto che puzza. Allora lui le ha fatto la linguaccia.
Vorrei avere i tuoi stessi problemi, Harry. Davvero.Hunter come al solito non è poi così loquace, ma dopotutto non può avere niente in comune con un bambino simpatico come Harry. Soprattutto perché hanno quattordici anni di differenza.
Ogni tanto risponde alle domande che il bambino gli pone. Come chiedergli perché ha i capelli tutti in disordine, o come mai ha un ago infilato nel sopracciglio. Io rido a sentire le sue risposte stupide. "Ho i capelli scompigliati perché ho lottato con un orso mentre venivo qui. Ed ho vinto.", "Questo ago? Me l'hanno messo i medici a sette anni. Hanno detto che tutti i bambini il cui nome inizia per "H" devono averlo dai sette anni in poi. Oh aspetta, tu non ti chiami Harry?". È un vero idiota, ma per fortuna il bambino non è così stupido come lui.Dopo cena pulisco un po' la cucina e sparecchio la tavola. Adesso devo mettere il pigiama ad Harry.
Fortunatamente mi viene incontro dopo solo quattro o cinque tentativi.
Gli prendo la mano e lo trascino fino in camera sua, al secondo piano. Hunter è rimasto giù, dondolandosi sulla sedia e smanettando con il suo telefono. Aiuto Harry a mettersi il pigiamino verde e poi gli scompiglio un po' i capelli. Questo bambino è carino. Forse è il primo per cui riesco ad avere una minuscola simpatia.
Mi aspettavo urla e calci, e invece nulla di tutto questo.
Torniamo in salotto ed Harry ha il permesso dai suoi genitori per guardare la televisione un'altra mezz'ora prima di andare a dormire.
Salta sul divano e rimette il suo cartone. Hunter arriva in salotto.«È meglio se vado.»
«Lo penso anch'io.», annuisco.
«Dove vai?», chiede Harry.
«A casa.»
«Hai l'auto?», domanda stupito.Hunter mi guarda e scoppia a ridere.
Rido anche io.«Sì, ma sta sera mi tocca prendere l'autobus.»
«Perché?»
«Perché non ho l'auto.»
«E perché non ce l'hai?»
«Perché l'ho prestata all'uomo nero.»
«Perché?»
«Me l'ha chiesta.»
«Ma perché?»
«Non lo so, ma so che se continui a parlare così tanto lui verrà a farti una visita 'sta notte.»
«Hunter!», lo sgrido, anche se vorrei ridere.
«Scusa, okay?», sussurra, alzando le mani in segno di resa.
«Posso mostrarti il mio fortino?», chiede Harry, ignorando la frase appena detta dal moro.Hunter mi guarda.
Ed io lo guardo.
Vuole il mio permesso?
E va bene.
Annuisco.«Certo che puoi farlo.»
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Ciao come state? Eccovi un capitolo un po' più lungo del solito ❤️
Che farete nel weekend? State incontrando i vostri parenti? E invece, le lezioni online come procedono? Manca poco all'estate... E chissà come sarà!
Fatemi sapere se vi piace il capitolo, vi mando un bacio
ciao ❤️-Alessia
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In my place
RomanceDana: occhi scurissimi, un viso spruzzato da infinite lentiggini e capelli dal colore dolce del miele. Un carattere decisamente in contrasto con i suoi capelli: competitiva, a tratti stronza, orgogliosa, testarda e senza alcun dubbio fin troppo pien...