Capitolo 12

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Hunter's POV

La festa è iniziata da più di un'ora.
C'è già tantissima gente sparsa per la casa dei miei genitori. Ho ovviamente chiuso a chiave tutte le camere da letto e messo via gli oggetti di valore.
La cucina è piena di alcool, il salotto colmo di gente che balla. La musica è altissima e Nick mi ha prestato dei proiettori di luci a led.
Sembra di essere in discoteca se rimaniamo completamente al buio.
Sono appoggiato allo stipite della porta della cucina mentre parlo con Troy. Ad un certo punto vedo l'amica rossa di Dana. Non ricordo come si chiami, o forse nemmeno lo so il suo nome. Ma poco mi importa. È insieme ad un ragazzo, credo sia lo stesso della volta in cui ho parlato con Dana sulle scale. Ma dov'è lei?
La sua amica e il tipo ballano scatenati, poi si fermano e si baciano. Poi riprendono a ballare, e poi tornano a baciarsi. Bevono qualcosa e poi si baciano. Baci, baci, baci. Disgustosi.
Dana probabilmente è qui in giro, forse non voleva creare disturbo alla "coppietta saliva".
Perché non mi ha scritto? Le avevo detto di avvisarmi quando sarebbe arrivata.
È tosta. Le lascio il mio numero e lei non lo utilizza.

Provo ad immaginare cosa stia indossando. Ma in realtà vorrei immaginarla non indossando niente.
Voglio cercarla.
Butto giù velocemente l'ultimo sorso di birra e lascio il bicchiere in mano al mio amico.
Cammino in mezzo a tante persone, ma ne cerco solamente una.

Di Dana non c'è traccia.
Forse è in bagno.
O forse non è venuta.
Mi aveva detto di sì.
Credo.

«Ehi... Tu! Scusa!», urlo seguendo la sua amica che sembra non sentirmi. «Ehi!», le afferro il braccio e faccio voltare sia lei che il ragazzo.
«Oh, ehi ciao.», dice con un sorriso confuso.
«Scusami, dov'è Dana?»
«Come?», urla. Non mi sente per via della musica troppo alta.
«Dana! Dov'è?»
«É rimasta in camera, ha l'influenza!»

Ha l'influenza.
Ma se ieri stava benissimo.
Come è possibile?

«Okay, grazie.»

E me ne vado.
Esco dalla folla e mi chiedo perché Dana si sia inventata una scusa così stupida e banale come l'influenza, per non venire alla mia festa. Ha persino mandato la sua amica per farmi credere che non fosse una messa in scena. Che bambina. Ieri era in splendida forma ed oggi sta male?
No, mi dispiace ma non ci credo.

«Ehi Troy, devo andare un attimo via», dico arrivando in cucina dal mio compagno di stanza. «Ti scrivo quando torno. In ogni caso, da adesso sei tu il padrone di casa. Intesi?»
«Ma dove diavolo devi andare alle... Sono quasi le undici! Siamo nel bel mezzo della tua festa, dove vai?», secondo me è ubriaco.
«Devo fare una cosa! Chiamo un taxi e poi ti avviso quando sto tornando. Okay, ciao.»

Mi volto ed esco fingendo di non sentirlo richiamarmi per farmi cambiare idea. Credo anche di averlo sentito sbuffare un "al diavolo".
Bravo Troy, arrenditi.
Non mi riporterai indietro.

Esco da casa mia, spintonando un sacco di gente. Quando sono fuori, vedo sempre più ragazzi entrare.
Sembra davvero una discoteca adesso.

Cammino fino al marciapiede mentre chiamo un taxi.
Mi dice che sarà qui tra dieci minuti.
Mi siedo per terra ed accendo il telefono.

No Dana, io non ci casco.
Adesso vengo da te e devi dirmi in faccia il motivo per cui non sei venuta. Io volevo vederti e tu non ti sei presentata. Vigliacca.
Avevi detto che ci saremmo visti qui.

~~~
Buongiorno, come va?
Ero convinta di aver già pubblicato il capitolo verso ora di pranzo, ma mi sono sbagliata ahahah
Cosa ne pensate di questo capitolo? Alcune considerazioni?
Un bacio

-Alessia

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