Capitolo 7

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Hunter's POV

«Da quando ti riduci a fare volantini?», mi domanda Nick.
«Voglio più gente possibile questa volta. I miei sono fuori città per una settimana e bisogna festeggiare.»
«Vuoi più gente possibile o vuoi semplicemente far arrivare la notizia della tua festa ad una certa ragazza?», chiede malizioso William.
«Siete davvero insopportabili», roteo gli occhi al cielo. «Io vado al bagno, ordinate una birra anche per me.»

Mi alzo dal tavolo del bar in cui siamo venuti per pranzare e mi incammino verso il bagno.
Questo è l'unico bar in città in cui non servono documenti né niente. Il proprietario è uno scansafatiche, la cura del luogo è inesistente e l'unica cosa che si respira qui dentro è la puzza di fumo.
Un bar stupido e apparentemente insignificante, ma luogo dove ho racchiuso parte dei momenti più belli della mia vita. Come quando ho conosciuto Nick, a diciassette anni, fermando lui e un altro tizio da una rissa. Gli ho offerto un Whiskey e un pacco di piselli surgelati da mettersi sopra l'occhio viola. Sempre qui, proprio al tavolo in cui io e i miei amici siamo seduti adesso, mia sorella mi ha telefonato per dirmi di essere incinta. È successo solo sette mesi fa, quindi sto ancora aspettando impazientemente di diventare zio.
Questo posto brutto, grezzo, scialbo è uno dei luoghi più importanti della mia vita. È un bar magico.

Vado in bagno.
Mi lavo le mani e mi guardo allo specchio. È dall'incidente che non riesco a smettere di pensare a quella ragazza lì. Odio pronunciarne il nome, ma è così bello. Dana. Breve ma intenso. Racchiude un sacco di cose, secondo me, lei. Poi chissà che vuol dire Dana. Dovrei fare una ricerca su internet.

Esco e torno dai miei amici.
Sul tavolo quattro cheeseburger, delle patatine fritte e quattro birre fresche.
Nick sta sorridendo davanti al telefono, Will invece lancia delle patatine in bocca a Troy. Rido e torno a sedermi vicino a Nick, fingendo di stiracchiarmi per vedere con chi si sta scrivendo. Ma mi scopre, e spegne subito il telefono dandomi una pacca sulla spalla. Come a dire "ritenta".
E va bene, ritenterò.
Ma non ora, perché ho proprio fame.

*
Oggi è una bella giornata.
C'è il sole, ho lo stomaco pieno delle schifezze mangiate a pranzo e per oggi ho finito tutti i corsi che ho da seguire.
Sono le cinque del pomeriggio. Cammino frettolosamente verso la biblioteca. È l'unico posto del campus in cui è presente una stampante. Appena entro, faccio voltare verso di me quattro o cinque persone. Forse ho fatto un po' di baccano con la porta.
Ignoro gli occhi su di me e cammino verso la stampante. Carico la foto che mi serve e ne faccio cinquanta copie. Dovrebbero bastarmi.
Quando tutto è pronto, prendo i volantini ed esco.
Anche questa volta, sbatto la porta.

~~~
Buongiorno, capitolo molto soft oggi. Come va? Fatemi sapere i vostri pareri riguardo alla storia!
Un bacio

-Alessia

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