Agnes.
Sarà anche una rompicoglioni, logorroica e ficcanaso ma era la mia migliore amica e capiva tutto al volo, se ne accorgeva subito se le stessi nascondendo qualcosa o comunque le mentivo. Da una parte odiavo questa cosa, non potevo mai tenere nulla per me perché lei, in un modo o nell'altro lo veniva a scoprire.
Entrai in casa sua urlando il mio solito "ciao" con la solita enfasi ma qualcosa non andava quella sera in me, non mi sentivo cosi felice come ogni volta che mettevo piede in questa casa, normalmente venire qui era come stare nella mia vera e propria casa, mi sentivo a mio agio con Nes e la sua famiglia, sicuramente più della mia, se si può attribuire come tale ma comunque stasera c'era davvero qualcosa che non andava. L'idea di aver raccontato a Harry di quella malattia, di quel mio segreto mi stava uccidendo. Nessuno ne era mai venuto a conoscenza, nessuno al di fuori della mia famiglia e quella di Agnes.
Non riuscivo a convincermi che non avevo fatto una cazzata, come ho potuti dirgli il mio più grande segreto? e se lo avesse detto a tutti o lo avesse usato per ricattarmi?
Infinite paranoie mi riempirono il cervello ed ero stanca, non c'era un giorno in cui non fossi allegra e spensierata, penso non sia mai esistito quel momento e mai esisterà.
Ora lui sapeva il mio più grande punto debole e aveva in mano lo strumento per distruggermi, se solo avesse voluto.
Agnes mi squadrò in un istante e senza dire niente mi strappò via dai suoi amorevoli genitori che mi stavano chiedendo come stesse Alison, come stessero mia madre e mio padre e soprattutto come stessi io. Erano sempre cosi gentili con me, non avevo mai avuto modo di ringraziarli, che persona di merda che ero.
"Sei maleducata." La rimproverai.
"Stai zitta. Dimmi cos'hai?"
"Non ho niente. Perché dovrei avere qualcosa?" Cercai di far finta di non capire ma ovviamente lei doveva sapere tutto. Testarda.
"Cosa hai fatto oggi?"
"Niente di particolarmente interessante."
"Non credo."
"Non credermi."
Sbuffai scrollando le spalle e guardando oltre di lei, non riuscivo a guardarla negli occhi.
La superai per le scale e corsi in camera sua lanciandomi sul letto matrimoniale strapieno di morbidi cuscini.
Non volevo parlare di me e di Harry quella sera, non volevo parlare di quello che avevo detto a Harry, non volevo parlare di quella cosa, non volevo piangere, non volevo sentirmi in colpa ma ormai il danno l'avevo fatto e questa volta il danno era irrecuperabile.
"Tanto prima che tu esca da questa casa lo saprò, lo sai vero?" Bofonchiò entrando in camera con le pizze.
Io la evitai, sapevo che aveva ragione.
Mangiammo in silenzio guardando uno stupido programma televisivo dedicato a celebrità idiote che sapevano fare solo a ridere e dire cazzate, le detestavo. C'erano anche un gruppo di cantanti che mi ricordarono Niall, Louis, Zayn, Liam e.. e Harry.
Fanculo non devo pensarci. Non devo, non devo, non devo.
Più tardi Agnes si mise a raccontarmi le sue vicende amorose, mai come quella sera provai interesse nell'ascoltarla. Più avesse parlato e meno tempo le sarebbe rimasto per farmi il quarto grado e scoprire che cosa avessi.
"Tu invece che hai fatto oggi?" Chiese improvvisamente.
Come non detto.
"Ero con Harry." Risposi sovrappensiero.
"E che avete fatto?"
Agnes batte Elisabeth uno a zero. Mi aveva messa spalle al muro. Non ci avrebbe più messo tanto per riuscire a farmi uscire dalla bocca quello che voleva sentire.
"Niente di interessante." Rimasi vaga sull'argomento.
"E dovrei crederti? Un pomeriggio intero a far niente?"
"Fai sparire dalla tua mente ogni pensiero perverso, grazie." Sospirai alzando gli occhi al cielo e posando i cartoni delle pizze, ormai vuoti sulla scrivania.
"Allora che avete fatto?" Ripeté.
non ci mollava, voleva sapere che cazzo avessi ma questa volta, come quella precedente e tutte le altre volte non potevo più scappare. Avrei dovuto dirglielo. Se avessi mentito lo avrebbe capito e si sarebbe incazzata. Aveva vinto la partita lei. Dovevo confessare a mio rischio e pericolo, tanto ormai la cosa era stata fatta.
"L'ho portato al mare..." Dissi con voce sommessa guardandomi i piedi per non guardarla in viso.
"Tu cosa?" Quasi urlò incredula.
"Abbassa la voce, non serve urlare." Sospirai.
"Non glielo avrai detto, spero." Mi disse con un pizzico di speranza anche se sapeva già la risposta.
Non sapevo più che fare. Alzai gli occhi al cielo cercando di concentrarmi e non piangere di nuovo, avevo già pianto abbastanza quel giorno.
"Elisabeth!" Mi rimproverò.
"È successo, io non volevo Nes, non era calcolato che glielo dicessi." Singhiozzai.
"Quindi cosa sa con esattezza?"
"Tutto, cioè quasi tutto." Dissi scoppiando a piangere e buttandomi tra le sue braccia.
Quella storia mia faceva male, faceva male ricordarla, ogni volta perché era una ferita aperta.
Agnes non approvava per niente che avessi detto tutto a Harry, lui non mi conosceva poi così bene, lui non sapeva niente di me e della mia famiglia ma sapeva della malattia di mio nonno e di mia sorella. Sapeva la cosa più importante di tutte e il nostro rapporto non era nemmeno qualcosa di fisso e stabile, non ancora perlomeno.
Cosa diavolo avevo fatto? Dio! Mi fidavo di Harry ma forse non avrei dovuto dirgli così tanto, forse avevo detto troppo, forse avevo fatto un casino, come sempre.
#SPAZIOAUTRICE
Buonasera ragazze!! scusate se abbiamo pubblicato tardi, spero che il capitolo vi piaccia, domani forse riaggiorno dato che ho la febbre e a casa non so cosa fare.
che ne pensate di questo?
un bacio grande;
Fe e Bi xx
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Complicated
Fiksi Remaja"Harry." Sorrise. "Piacere, Elisabeth." Nessuno, tanto meno lei, in quel momento, avrebbe mai pensato cosa sarebbe successo dopo quella stretta di mano.