la stanza "Medicazione"

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"Cosa ci fai tu da queste parti?"

Lui aveva ancora il viso coperto da un fular nero e continuava a camminare a passo veloce, lasciandomi dietro.

"mi sono persa"
Già, per colpa di Gildor.

Non vedevo dove mettevo i piedi, la sera era già calata e faceva freddo, proprio come quelle serate d'inverno dove non fai altro che stare sdraiata comodamente sul letto per leggere un libro solo per far passare il tempo.

"Ahia" il polso continuava a farmi male.

Lui si girò di scatto verso di me e intravidi i suoi occhi, blu zaffiro, proprio come i miei.

 Ci fermiamo, perché mi prende delicatamente la mano e capisce

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Ci fermiamo, perché mi prende delicatamente la mano e capisce.

"Hai il polso rotto e dovrò cucirti il palmo della mano se non vuoi perdere molto sangue"

"Non ho bisogno, davvero" ero preoccupata, non volevo che mi succedesse niente di male. Trovarmi lì, con questo ragazzo in una situazione come questa era imbarazzante per me.

"oh si che ne hai bisogno"
"ah, aggiungerei anche che ti ha fatto un taglio molto profondo sulla guancia" mi disse accarezzando piano vicino il taglio, abbassandosi lentamente il fular.

Eravamo a un passo per formare una persona sola, sentivo il suo fiato sul mio collo e le dita erano ancora sul mio viso. Si staccò un momento dopo, camminando sempre avanti a me.

"Come mai da queste parti?" chiese con un filo di voce ingannevole

"Mi avevi già fatto questa domanda" risposi con sicurezza, ma la mia autostima si abbassò quando disse : "si, ma voglio una risposta concreta"

"non mi va di parlarne"
"fa come vuoi, quando vuoi dirmelo,  ti ascolterò"

"quando arriviamo al covo devi cambiarti. Sei una liósàlfàr Crystal, noi lo percepiamo bene perciò ti darò dei vestiti migliori di quelli che stai indossando e ti cambierai, ti insegnerò a sopravvivere qui e ti scombussolerò un po' il tuo mondo, pensi di farcela? o vuoi ritornare indietro?? " continuò lui.

" no, voglio restare qui"
"non ti facevo così coraggiosa; e ora sbrighiamoci non c'è tempo da perdere"

Arrivati in una piccola catapecchia lontana da tutto il brusio di covi che avevamo visto durante il cammino, mi resi conto che era simile a un garage. Anzi forse lo era davvero.

Sbloccò la porta con una serie di numeri strani mai visto fino all'ora e la porta che dava sul retro si aprì.
Accese le luci e rimasi imbambolata a guardare tutto.
Era tutto nero, c'erano teli di grandi e piccole dimensioni da tutte le parti, armi di ogni genere e una zona bianca per le medicazioni.

"Cazzo ti ha preso anche il collo"
non finiva di guardarmelo.

Mi tastai il collo con la punta delle dita e mi accorsi che perdevo sangue.

Fire "L'ultima erede" {Trilogia Degli Elfi #1}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora