La zona di caccia

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La luce fioca entrava dai piccoli buchetti della finestra, lasciata da me socchiusa per far passare un po' di vento.

Quando mi svegliai trovai la finestra chiusa e la luce del bagno accesa.
Mentre iniziai a togliermi le leggere lenzuola bianche dalle mie gambe per poter scendere e mettere i piedi in terra, la luce si dispense e Gildor uscì dal bagno.

"Buongiorno. È ora di andare a vedere il resto del castello"

Chi gli aveva dato il permesso di entrare?

"Subito? Non aspettiamo un po'?"
Mi stropicciai gli occhi, mi alzai subito dal letto e mi misi davanti allo specchio del bagno.

Per fortuna niente segni del cuscino.
Ero ancora arrabbiata per ieri sera e in più non sapevo se affrontare l'argomento della prescelta o meno.

Con la coda nell'occhio riuscivo a vedere che mi stava guardando dal corridoio della stanza. Gildor guardava me.

"Ho scelto l'orario giusto, sbrigati, preparati mentre io esco e ti aspetto fuori dalla porta. Non metterti il vestito blu, mettiti quello di ieri" detto ciò, si voltò e uscì dal mio appartamento.

Sbaglio o stava balbettamdo?

Mi cambiai in pochi secondi,mi misi gli stivali marroni, misi la collana dentro la mia uniforme, mi diedi una sistemata ai capelli e lasciai di nuovo aperta la finestra.
Non potevo supportare l'idea di lasciarla chiusa. Aggiustai un pochino il letto, o almeno in condizioni decenti  e andai a riguardarmi allo specchio.

Mi stavano davvero molto bene quelle poche lentiggini sul naso.
Visto che ero presentabile girai la maniglia della porta e trovai lui di spalle.

Però, che belle spalle.
"Dove andiamo?"
"Ti insegno ad essere una di noi"

Camminavo dietro. Era ancora troppo buio e pensai che era notte.
I lunghi corridoi che c'erano erano molto spaziosi: avevano le pareti di un oro chiaro, molto prestigioso, mentre i pavimenti erano di marmo bianco o di legno vecchio.

Non contai né quante scalinate avevamo fatto, né tutti i corridoi.
Vidi solo che fummo davanti una stanza piccola con le porte aperte.

"Prendi questa" Gildor prese una delle tante spade che si trovava sul muro da quella stanza e, lanciandomela, la prese una anche lui

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"Prendi questa"
Gildor prese una delle tante spade che si trovava sul muro da quella stanza e, lanciandomela, la prese una anche lui.

Non avevo mai preso una spada vera in vita mia, quindi non pensai che fosse così difficile tenerla tra le mani.

"Vedi, sei una pivella"
"Non chiamarmi così"
"Pivella, Pivella, Pivella"

Iniziò a stuzzicarmi ma ormai ero grande per questo gioco. Ero matura.

"Insegnami piuttosto come tenerla"
"Ottima osservazione"

Si avvicinò a me, mi circondò con il suo enorme petto tutta la schiena e le nostre mani si toccarono.

Fire "L'ultima erede" {Trilogia Degli Elfi #1}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora