06.03-III

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-Pronto, Jordan?-
-Hey, amico, come stai?- domandò lui.
-In questo momento una merda, in più la febbre alta. Tu invece?-
-Mah, diciamo che potrei star meglio...- rispose.
Colsi della tristezza nelle sue parole.
-È successo qualcosa?-
-Carolina mi ha lasciato, dopo nemmeno un mese che stavamo insieme.-
Dalla sorpresa, mi cadde il telefono di mano, rimasi imbambolato a bocca aperta.
-Pronto? Louis, ci sei?- ma attaccai.
Carolina aveva appena lasciato Jordan, Carolina si trovata in casa di Harry ed era uscita con lui.
Il livello di rabbia raggiunse l'asticella più alta.

༄༄༄༄༄༄༄༄༄༄

Haz-13:03
Chiamami quando puoi.

Haz-13:03
E non ignorarmi.

Haz-13:04
Non capisco, dobbiamo parlare.

Haz-13:04
Stasera vengo sotto casa tua, almeno non esci con la febbre, ma così abbiamo un attimo per chiarire.

Me-16:19
Fai come vuoi.

༄༄༄༄༄༄༄༄༄༄

Harry mi chiamò avvisandomi che sarebbe arrivato a momenti.
La telefonata duró meno di sei secondi perché io non riuscii a parlare.
Ero rimasto nel letto da quando ero tornato, e di tanto in tanto mia sorella Lottie passava a controllare se stessi meglio.
-Sto bene.- ripetei per la terza volta.
-Non dire bugie. Comunque è arrivata una persona per te.-
La sua voce la sentii sfumare, e dopo pochi istanti, non sentii più niente.
Zero, buio più totale.

-Lou...-
Una voce famigliare pronunciò il mio nome sottovoce, quello rimbombò nella mia testa.
Aprii lentamente gli occhi.
Tutto intorno a me fu sfocato per qualche momento, poi lentamente, tutto divenne nitido.
-Cosa è successo?- domandai debole.
Harry, che mi stava seduto accanto sul bordo del letto, si chinò e mi diede un bacio sulla fronte.
-Sei svenuto.- mi annunciò con la voce rotta.
I suoi occhi erano arrossati, segno di pianto, tirava su col naso e teneva gli occhi rivolti verso il pavimento.
-Harry, da quanto sei qui?-
-Non molto Lou,- rispose alzando lo sguardo, -ma tua madre si è spaventata molto. È andata a prenderti qualcosa da bere.-
Con un po' di fatica e sotto lo sguardo del ragazzo, mi misi a sedere: -Mi sento debole.-
-La febbre era molto alta.- disse mia madre entrando dalla porta con una tazza in mano.
Si avvicinò a me e la posò sul comodino, accarezzandomi poi i capelli e sorridendomi.
-Mi hai fatto spaventare tesoro.-
-Mi dispiace mamma, forse oggi non sarei dovuto uscire.-
-Ora non ci pensare. Vi lascio soli, così potete parlare.- disse, e prima di lasciare la stanza mi fece l'occhiolino.
Le sorrisi e lei chiuse la porta.
-Allora... non volevo di certo farmi trovare privo di sensi al tuo arrivo.- commentai appoggiando pesantemente la testa alla testata del mio letto.
Harry mi accarezzò una mano fredda fuori dalla coperta: -Non importa adesso. Dobbiamo parlare, che ne pensi?-
Sbuffai: -Harry, io non so cosa pensare.-
-Perché non mi credi? Non ti fidi di me?- domandò lui ritraendo la mano.
-Non ho detto che di te non mi fido, ma in questo caso non so cosa credere. Capisci, mi è difficile pensare che non sia successo veramente nulla. Lei si è appena lasciata con Jordan, quindi poteva lasciarsi andare con te. Perché indossava i tuoi vestiti?- domandai curioso socchiudendo gli occhi.
-Non potevo lasciarla dormire con la minigonna e il top di paillettes. Le ho prestato qualcosa di mio.-
-Quindi è un gesto che fai con tutti?-
-Non tutti dormono a casa mia.-
-A proposito di questo, perché non l'hai portata a casa sua piuttosto di ospitarla in casa tua? Credo che lei abbia un posto dove stare.-
-Non vorrai pensare che...-
Lo interruppi prima che potesse continuare: -Dove ha dormito?-
-Come puoi pensare che Carolina abbia dormito nel mio letto?-
Dal tono di voce capì che si stava irritando.
-Quindi o ha dormito a terra come un povero cane oppure sul divano? Non nel letto tuo?-
-Sei proprio testardo.- ribatté alzandosi di scatto, -No cazzo, era sul divano. Basta pensare che abbia dormito con me!-
-Lo sai che si è appena lasciata con Jordan?- gli chiesi mordicchiandomi un'unghia.
-Si, me lo ha detto mentre parlava a vanvera da ubriaca. Senti, ha provato a baciarmi...-
Pugno alo stomaco.
-Lei ha fatto cosa?!- domandai alzando il tono di voce e raddrizzandomi contro la testata.
-Cazzo Louis, era ubriaca!- rispose lui passandosi la mano tra i capelli.
-Tu l'hai baciata invece? O l'hai respinta?-
-Io non l'ho baciata! Io non ho dormito con lei! Non abbiamo fatto niente! Carolina è una brava ragazza, era solo un po' su di giri a causa dell'alcol. Non mi capacito di come tu abbia pensato che tra di noi ci fosse qualcosa...-
Mandai a farsi fottere la debolezza e il corpo che lamentava dolore: -Tu non saresti stato geloso?- sbraitai alzandomi in piedi.
Lui mi guardò con quei suoi profondi occhi verdi, ancora gonfi e rossi, ma non rispose.
-Alla festa di Mike c'era Stacy, la mia ex ragazza. Era bellissima, era dannatamente stupenda. Eppure non ci siamo fatti una foto abbracciati, per due semplici motivi: primo, non è la mia ragazza e nutro sensi di colpa, secondo... ho pensato a te. Sei costantemente nei miei pensieri, sono innamorato, te l'ho detto.-
Mi fissava in piedi impalato in mezzo alla mia camera, respirava in modo accelerato e capii che era arrabbiato e scosso anche lui.
-Ero geloso, okay? È sbagliato essere gelosi della persona che si ama?-
Un po' barcollando, lo raggiunsi.
Lo presi per le spalle e lo scossi con forza: -Avanti, rispondi! Non stare qui a fissarmi senza parlare, cazzo!- urlai a denti stretti.
Mi chiese di toglierli le mani di dosso buttando fuori l'aria rumorosamente dal naso.
-Senti, io ho perso la testa per te, tu lo sai. Forse sto esagerando, ma sono fatto così. Rispondimi sinceramente...- dissi abbassando le mani e anche a voce, placando un po' il bollente spirito, -Tu sei davvero innamorato di me? O hai detto tutte quelle cose l'altra sera, solo perché ti facevo pena? Perché sono un ragazzo molto confuso che per una volta ha una certezza nella vita?-
Allargai le braccia in segno di resa: ad essere debole ormai non era solo il mio corpo.
-Quale sarebbe questa certezza?- mi domandò lui abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.
"Davvero non lo hai capito, idiota?"
-Sei tu, scemo.- ammisi rassegnato.
Continuare a discuterne non sarebbe servito a nulla.
Lui non alzò il capo, ma il linguaggio del suo corpo esprimeva per lui tutto il nervosismo ed il disagio che stava provando.
-Louis, io sono davvero innamorato di te. Non ti avrei fatto quel discorso nel letto l'altra notte sennò, non sprecherei le mie parole per persone che non le meritano.- rispose impacciato.
-Guardami negli occhi e ripetimelo.- dissi con una punta di esasperazione.
Lui fece un passo verso di me, accorciando la distanza tra di noi.
Il suo naso quasi toccava il mio, riuscivo a sentire il calore del suo corpo ed il suono del suo respiro.
Puntò i suoi occhi dentro i miei, verde nel blu, blu nel verde.
Un gioco di colori con troppo da dirsi.
-Louis Tomlinson, sono innamorato di te.-

𝗡𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼 »𝗹𝗮𝗿𝗿𝘆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora