03.03-II

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In uno stanzino adibito come camerino potemmo prepararci e lasciare le giacche.

-Tu cosa canterai? Mi sono dimenticato di chiedertelo.- gli domandai passandomi una mano tra i capelli per sistemarli.

-Beautiful girls di Sean Kingston: la conosci vero?- rispose col plettro tra le labbra accordando lo strumento.

-Ovvio che la conosco!-

La ragazza di Jordan, Carolina, fece capolino nella stanza: -Ragazzi! Buona fortuna ancora. Jordan crede molto in voi e sa che non potete deluderlo. Avanti, fatevi abbracciare.- disse raggiante spalancando le braccia.

Ci stringemmo in un piccolo abbraccio di gruppo e poi comunicò che Harry sarebbe salito in due minuti. Poi se ne andò ondeggiando i fianchi rotondi. Davvero una bella ragazza.

Passeggiavo avanti e indietro per cercare di smaltire tutto il nervosismo e l'emozione.

-Oh, devo andare!- esclamò Harry guardando l'orologio sulla parete. Si alzò in piedi e mi guardò: -Non mi dici nulla?-
-So che andrai alla grande ma in bocca al lupo, amico.-

-Grazie, amico.-

Gli diedi un abbraccio per incoraggiarlo e lui pronto salì sul palco.

-Buonasera, sono Harry Styles e stasera per voi canterò un brano abbastanza famoso, se lo conoscete unitevi a me. Harry sapeva di certo come intrattenere il pubblico, si vedeva che non era la sua prima volta: era sciolto, tranquillo, nato per fare quello nella vita. Avrebbe fatto strada con la musica, la aveva nel sangue.

Quando cominciò a suonare, il pubblico già capì di che canzone si trattasse e cominciò a battere le mani a ritmo.

Ma quando Harry attaccò a cantare cadde il silenzio, erano tutti come ipnotizzati.
-Your way too beautiful girl, that's why it'll never work...- Solo lui faceva rumore.

Nessuno gridava, applaudiva, rideva, cantava. Tutti con occhi strabuzzati e pendenti dalle sue labbra.

"Oh si, le sue labbra."

Il clima si sciolse un po' quando cominciò il ritornello, ricominciarono ancora con le mani e a cantare ed Harry sorrideva:
-See it's very divine, girl you're one of a kind...- Era contento. E anche molto bello. Di lui mi piaceva tutto, tutto davvero. Era sempre di buon umore, ottimista, gentile, simpatico e disponibile, e bello, ma penso si sia capito.

Pensando a certe cose mi persi metà canzone. Dalla mia prospettiva lo vedevo dal lato, vedevo il pubblico, vedevo Jordan con le mani in alto stringendo una birra, vedevo Rick con un'espressione fiera. Chissà se Harry vedeva me.

Ma, come se mi avesse letto nel pensiero:
-Oh Lord, my baby is driving me crazy!- cantò guardandomi negli occhi.

Le mie guance divennero bollenti e mi venne una fitta al petto.

"Non farmi questo..."

Non riuscivo a non pensare che quel gesto significasse qualcosa. Mi ha guardato negli occhi. Mentre pronunciava quelle esatte parole.

"Non illudiamoci troppo."

Sotto quelle luci, con la fronte imperlata di sudore e le sue dita abili sulle corde era ancora meglio.

Ma mi ero perso nei miei inutili pensieri un'altra volta quando mi accorsi dello applauso scrosciante.

Toccava a me! Panico, ansia, mani sudate e cuore a mille. Non volevo deludere nessuno, tantomeno fare brutte figure.

Harry fece un inchino e mi raggiunse di fretta: -Loueh! Ti tocca!- disse eccitato asciugandosi la fronte con un braccio.

-Non penso di essere mai stato tanto in ansia...- risposi io asciugandomi invece i palmi sui jeans.

𝗡𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼 »𝗹𝗮𝗿𝗿𝘆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora