Tornò il silenzio.
-Tu cosa vorresti che fossimo?- domandai con la pancia in subbuglio.
-Io voglio essere qualcosa di concreto, di vero, di stabile con e per te.- rispose dopo aver sospirato.
-Intendi tipo... il mio fidanzato?-
Silenzio.
-Si,- rispose, -tipo il tuo fidanzato.-
Cuore in gola, di nuovo.
La paura delle cose nuove tornò a galla, sebbene pensavo fosse svanita dopo il discorso strappalacrime di Harry nel letto qualche notte prima.
-Harry tu sai che io sono pieno di paranoie...- gli dissi alzando la faccia verso di lui per poterlo guardare meglio.
-Pensavo avessi detto che buttarci insieme era una buona idea. Possiamo provarci, starò al tuo fianco.- ribatté lui stropicciandosi un occhio.
Sbuffai e feci ricadere la testa sul morbido cuscino: -Lo so Harry, lo so, eppure ho paura.-
-Di cosa hai paura precisamente?- domandò lui seccato.
-Di qualcosa di serio, una relazione ufficiale. Potrebbe essere un fallimento totale...-
-Come potrebbe essere la cosa più bella che ci sia capitata.-, ci fu un attimo di silenzio agghiacciante, -Non sarò l'uomo che ti aspetterà all'altare, ma lasciami essere l'uomo pronto ad amarti adesso, in questo momento.- continuò.
Le sue parole continuavano a provocarmi brividi che percorrevano la spina dorsale.
-Dovresti scriverci una canzone.- proposi.
Lui sbuffò e si passò una mano sulla fronte: -Lo farò, puoi scommetterci.-
Non capii se fosse serio o ironico, probabilmente lo avevo turbato, di nuovo.
-Sono un fottuto disastro.- sospirai.
Harry ritirò il braccio che mi cingeva:
-Dai, adesso dormi, ne hai bisogno.-
Chiuse gli occhi, e dopo averlo guardato un'ultima volta, li chiusi anche io.
-E comunque,- sussurrò, -sei il disastro che amo.-Quando la mattina seguente venni stuzzicato da una fresca brezza, passai la mano nel letto, sentendo che Harry non era lì.
Aprii piano gli occhi e mi guardai intorno.
Lo vidi affacciato alla finestra spalancata, con lo sguardo perso ed i ricci svolazzanti.
"Ora capisco questo freddo..."
-Hey.- lo salutai rimboccandomi di nuovo le coperte fino a sopra il naso.
Lui, risvegliato dalle mie parole, girò la testa nella mia direzione: -Buongiorno.-
-Ma che ore sono? C'è già tutta questa luce... Quanto ho dormito?- domandai grattandomi la testa e spostandomi il ciuffo castano in modo da renderlo ordinato.
-Parecchio. Stai bene?-
-Sto bene. Tu invece? Tutto okay?-
Lui rivolse ancora lo sguardo all'esterno e fece un profondo respiro: -Si, tutto okay.-
Qualcuno bussò alla porta: -Avanti!- esclamai.
La maniglia si abbassò: scorsi mia madre con un vassoio carico tra le mani, che apriva la porta con il gomito.
-Ciao ragazzi, vi ho portato qualcosa per la colazione.- disse raggiante, con le guance arrossate.
Mia madre era luce per i miei occhi.
-Buongiorno mamma.-
-Buongiorno signora Tomlinson.-
Mia mamma posò il vassoio sulla scrivania.
-Oh ti prego, così mi fai sentire vecchia!-, rise distratta, -Chiamami pure Jay, lo preferisco.-
Involontariamente, con una mano colpí una tazza colma di té, che si rovesciò, andando a cadere anche sul tavolo.
Feci uno scatto per alzarmi, soprattutto per salvaguardare le mie carte di scuola che riempivano la scrivania.
Mi bloccai quando, prima di me, accorse Harry, spostando in un angolo tutti i fogli che potevano bagnarsi e rialzando la tazza capovolta.
-Che sbadata! Ho bagnato qualcosa?- domandò coprendosi la bocca con una mano.
-Fortunatamente no.- rispose Harry sorridendole, -Non preoccuparti, Jay.-
Mia madre abbassò la mano che scoprì la sua bocca piegata in un dolce sorriso: -Sei molto gentile. Harry, vero?-
-Esatto. Non ci siamo mai visti prima...-
Lui si scosse la mano destra sui pantaloni, poi gliela allungò.
Senza indugiare, mia madre gliela strinse, rivolgendomi un'occhiata maliziosa.
-Harry Styles, piacere.-
-Johanna Tomlinson, il piacere è tutto mio.-
Sciolta la stretta di mano, sia Harry che mia mamma mi guardarono: mi ero incantato ad osservare lo spettacolo di quelle due persone così importanti per me a scambiarsi sorrisi.
-Louis, ancora a letto?- domandò poi mia madre, incuriosita dal vedermi ancora sotto la coperta.
-Si sta così bene qui sotto... Comunque grazie mille mamma.-
-E di che? È solo un piacere per me.- rispose lei gentile, -E poi finalmente ho conosciuto il ragazzo con il quale mio figlio scappava ogni giorno.-, ridacchiò, anche Harry lo fece...
Okay, anche io.
-Ora vi lascio, devo aiutare le tue sorelle a riordinare la quantità industriale di trucchi che hanno.- disse.
-Va bene, grazie ancora.- rispondemmo io ed Harry all'unisono, facendoci sorridere complici.Quando mamma lasciò la stanza, mi levai la coperta di dosso e mi alzai in piedi per stiracchiarmi meglio.
-Tua mamma è una bella persona.- commentò Harry afferrando da un piatto nel vassoio una fetta di pane tostato ricoperto di marmellata.
-Lo è, ti piacerà, ne sono certo.-
Lui addentò ciò che aveva in mano:
-Vorrei poter conoscere anche le tue sorelle...-
-Hey, vacci piano, una cosa per volta.- replicai ridendo.
-Mica diventi geloso anche delle tue sorelle, Loueh!- rispose lui ridendo a sua volta.
Io alzai le spalle: -Le conosco bene, e tu sei molto bello.-
-Ma...-
-Sto scherzando: te le farò conoscere volentieri.-Avrei voluto fargli conoscere soprattutto Lottie, ma non desideravo che lei entrasse come un tornado in camera mia mentre io ed Harry eravamo intenti a scambiarci baci stesi nel letto.
-Perdonatemi!- esclamò vedendo la scena.
Io e lui ci staccammo in modo rapido.
Ruotai gli occhi: -Ormai sei qui.-
-Tu devi essere Harry: Louis mi ha molto parlato di te.-
Arrossii a quella sua affermazione, e gli occhi del ragazzo caddero su di me: -Mi fa piacere. E, che ti ha detto?-
Serrai i denti: -Harry lo fai apposta?-
-Tranquillo, se parla di te sono sempre cose belle, e gli brillano gli occhi.-
Mi sentivo a disagio, con quattro occhi puntati addosso e le guance calde dalla vergogna.
-Lottie!- la ripresi, -Cosa sei venuta a fare?-
-Mi stavo quasi dimenticando...-, si grattò il mento, -C'è un ragazzo di sotto e dice di voler parlare con te.-
Incuriosito, le chiesi di chi si trattasse.
Harry inarcò un sopracciglio e mi rivolse un'occhiata fulminante.
-Non mi ha detto il nome, ma dice di essere un tuo amico. Chiede se puoi scendere un attimo.-
Non avevo la più pallida idea di chi si trattasse.
Jordan forse?
Mi alzai dal letto ed uscii dalla stanza percorrendo di corsa le scale.
Dietro di me, Harry mi seguiva incuriosito più di me.
Trovatomi davanti alla porta di ingresso, la aprii senza farmelo ripetere.
Rimasi di stucco.
-Ci si rivede, eh?-
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𝗡𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼 »𝗹𝗮𝗿𝗿𝘆
Short StoryNotifica da "Numero sconosciuto": Buongiorno splendore! Come stai oggi? Ieri sera è stato uno sballo! #34/5K storie "larry" [22.04.2020] #1/16 storie "doncaster" [02.05.2020] #1/75 storie "lou" [15.06.2020] #3/37 storie "haz" [02.05.2020] #1/11 stor...