06.03-II

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Nessuna telefonata da parte sua per tutta la mattina.
Il mio corpo era molto debole, sonnecchiai steso su un fianco per un po' e, dopo un'oretta, con un grande sforzo, mi alzai dal letto per prendere il portatile.
Mi infilai di nuovo sotto la coperta e posai il computer accanto a me.
Quando quello si accese, entrai su Facebook per guardare i nuovi post.
Scorrendo la home page vidi post di ogni tipo: foto di animali, frasi motivazionali, solite cose insomma.
Mi tirai a sedere quando mi passò davanti una foto in bianco e nero che mi fece gelare il sangue nelle vene: Harry abbracciato ad una ragazza.
Ero sicuro che fosse lui, con lo stesso taglio di capelli, skinny jeans neri e stivaletti scamosciati.

Cliccai sul tag della ragazza e venni catapultato nel profilo di una certa Carolina, Carolina Frost.
Il nome mi parve famigliare, anche il viso della ragazza...
La fidanzata di Jordan.
-Ma che cazzo...- mi sfuggii dalla bocca.
Sotto la foto trovai una didascalia scritta da Harry: Con la bellissima Caro:)
E sotto ancora, un commento di Carolina: Che amore che sei
Sbarrai gli occhi.
Cosa ci faceva Harry insieme alla fidanzata del suo produttore, abbracciati, scrivendosi frasi sdolcinati, dopo avermi confessato di essere innamorato di me?
Un'ondata di gelosia mi accecò e mi accasciai a pancia in su.
Soprattutto, perché non rispondeva ai miei messaggi e alle telefonate?
Afferrai subito il cellulare dal comodino e cercai nella rubrica il suo numero.
Cominciò a squillare, ma niente, dopo cinque squilli niente risposta.
Riprovai.
Niente.
La fottuta segreteria continuava a ripetere la stessa cosa: -L'utente non è raggiungibile.-
-Segreteria del cazzo!-
Mi sentivo ferito, soprattutto geloso, arrabbiato.
Non mi importava della febbre, della debolezza fisica: sarei andato a casa sua.

Quando mia madre mi vide scendere le scale sorreggendomi allo scorri mano, mi corse incontro: -Louis, cosa stai facendo?-
-Devo andare da una persona, è importante.-
-Louis, hai quasi quaranta di febbre, torna a letto. Levati quella giacca, per favore tesoro.- disse cercando di levarmi la giacca.
Mi spostai e la sorpassai cercando di non cadere dalle scale.
-Lasciami passare, ti prego.-
Lei cercò ancora di fermarmi, ma invano.

In piedi davanti al campanello del ragazzo che mi aveva rubato il cuore, presi il coraggio di suonare.
-Chi è?- La voce di Harry echeggiò in aria.
Non riuscii a rispondere.
-Chi è?- ripeté il ragazzo.
-So-sono Louis.-
Silenzio.
Solo il rumore del suo respiro amplificato dal citofono.
-Sali pure.-

A causa delle mie ginocchia molli, optai per l'ascensore.
Il cuore stava per schizzare fuori dalla gola.
Arrivato davanti alla sua porta ebbi un attimo di esitazione.
"È come la prima volta, forza e coraggio."
Bussai tre colpi e sentii subito dei passi pesanti avvicinarsi.
-Lou!- esclamò Harry saltandomi al collo.
Non riuscii a ricambiare il suo abbraccio e lo allontanai da me con le mani.
-Fai anche finta di niente?- domandai in preda allo sconforto e alla sofferenza.
Sudavo a causa della febbre ma allo stesso tempo miliardi di brividi mi ricoprivano la pelle.
Harry mi squadrò da testa a piedi: -Cosa non va? Ti vedo pallido.-
-Harry, mi vedi solo pallido? Ho la cazzo di febbre e mi fa male ogni cosa ma mi sono alzato dal letto solo per venire a chiederti spiegazioni.- risposi alzando la voce, che echeggiò nella tromba delle scale.
Come se non bastasse, dal corridoio alle spalle di Harry, spuntò una ragazza.
Proprio quella ragazza: Carolina.
Indossava una delle magliette di Harry, i capelli raccolti in una coda un po' disordinata.
Quando lei mi vide fece un grande sorriso e un'espressione sorpresa: -Louis! Ciao carissimo! Come stai?-
Mi si appannò la vista e mi sentii sul punto di piangere, ancora.
La stessa fitta al petto e il sapore amaro della sera prima tornarono.
-Cosa ci fa lei qui? Con una tua maglietta addosso per di più.-
-Lou, entra dentro e lascia che ti spieghi...-
-Ma che cazzo di teatrino è questo? Mi state per caso prendendo in giro?- domandai urlando senza rendermene conto.
Harry mi indicó l'interno dell'appartamento per invitarmi ad entrare.
Carolina invece, mi fissava un po' stranita, molleggiandosi sulle punte dei piedi scalzi.
Entrai liberandomi della giacca preso dalla rabbia e dall'agitazione, la gettai sul divano e mi sedetti.
I due mi raggiunsero accomodandosi in salotto, Carolina sul divano ed Harry sul pouf.
-Spiegatemi.-
-Spiegarti... cosa?- fece Harry accigliato.
-Il perché Harry, il perché. Non rispondi alle mie telefonate da ieri sera, e avrei avuto molto bisogno di te perché dalla festa di Mike me ne sono uscito piangendo. Ti ho chiamato anche stamattina: nessuna risposta.-
Fece per parlare ma lo interruppi alzando l'indice a mezz'aria.
-Poi, vedo il post con lei, le frasi ed i commenti smielati e inoltre, me la ritrovo in casa tua con una tua maglietta addosso.-
-Ho dormito qui.- ammise Carolina,
-Dopo la serata di ieri ero un po' ubriaca, Harry è stato molto gentile ad offrirmi un passaggio.-
-Ed il suo letto.-
-Non starai pensando che...- disse Harry ma lo interruppi ancora.
-E allora dimmelo tu cosa dovrei pensare. Ti porti a casa una ragazza ubriaca, fate la foto abbracciati e lei ti commenta con cazzate troppo dolci, indossa i tuoi vestiti, e l'altra sera ci siamo dichiarati: questa mi sembra una presa per il culo.-
Carolina mi appoggiò una mano sulla spalla: -Louis, hai frainteso la situazione.-
Posai lo sguardo sulla sua mano, poi nei suoi occhi.
Lei colse il segnale e la levò.
-Voglio solo tornare a casa, mi sento uno schifo.-
Harry si alzò di scatto: -Ti accompagno di sotto.-
-Non ti disturbare, resta qui con la tua amica, io la strada la conosco.-

𝗡𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼 »𝗹𝗮𝗿𝗿𝘆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora