Epilogo

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Quasi tremavo da tutta l'agitazione che avevo addosso.
Tra meno di dieci minuti avrei rivisto Harry, anche lui tornato dal suo tour.
Mi mancava tantissimo, e lo amavo ancora come quando ci eravamo salutati prima di partire.
Non erano cambiati i miei sentimenti, ma solo il fatto che non potessimo dormire abbracciati o uscire ogni giorno.

Mi passarono davanti agli occhi tutti i momenti in tour, tutti i concerti, gli incontri con i fans, l'amicizia che si era stretta con lo staff, i nuovi posti che avevo visitato.
Riascoltai per l'ennesima volta il suo messaggio vocale: -Amore, ti aspetto all'aeroporto. Ci vediamo dopo, fai buon viaggio.-
La sua voce profonda mi faceva stringere il cuore.
Mancava sempre meno.
Pochi minuti e avrei avuto tra le braccia il mio Harry, il mio alto e riccioluto Harry.

Erano passati quasi cinque anni da quando ci eravamo conosciuti a causa di una cifra sbagliata, di una ragazza ubriaca incapace di scrivere il suo numero di telefono, di un ragazzo ancora mezzo sbronzo che mi scrisse pensando che fossi la ragazza della sera prima. Erano cambiate alcune cose in questi nostri cinque anni, ma noi eravamo ancora legati come prima.

L'aereo era ormai atterrato, e io di fretta tirai giù la mia valigia dallo scomparto sopra la mia testa.
Mi si avvicinò la hostess: -Signor Tomlinson, adesso arriverà la navetta che l'accompagnerà...-
-No, niente navetta, è troppo lenta.- risposi, -Correrò, tanto non è lontano.-
-Si ma fuori piove.-
Lanciai un'occhiata fuori dal finestrino: diluviava, e io non me ne ero accorto.
Non mi importava: avrei corso sotto l'acqua trascinandomi il trolley pur di arrivare il prima possibile da lui.
-Correrò.- ripetei.

Scendendo da quel lussuoso aereo privato, venni bagnato dalla pioggia fitta che stava cadendo.
Mi misi una mano per riparare gli occhi e per chiedere ad un addetto, in che direzione dovessi andare.
-Non si preoccupi, adesso verranno a prenderla.- rispose lui alzandomi un pollice.
-No, non verrà nessuno a prendermi, quindi mi dica dove devo andare!-
Lui si sistemò il cappello sulla testa e poi mi indicò una porta lontana davanti a noi.
Ringraziai affrettato e cominciai a correre come un forsennato, rischiando di cadere un paio di volte.
"Harry mi sta aspettando." mi dissi, "Harry mi ama."
La pioggia mi aveva ormai infradiciato i vestiti, e cominciavo ad aver freddo.
L'entrata ormai era sempre più vicina, mancava sempre meno.
"Forza Louis!" mi incitai da solo.
Le mie gambe, ormai poco allenate, iniziavano a cedere.
Mi girai per guardare ciò che avevo percorso, e avevo corso già un bel pezzo.
Il mio bagaglio mi rallentava parecchio, e rischiavo anche di tirarmelo sui piedi.
Una ventina di metri mi divideva dalla porta che mi era stata indicata.
Cercai di accelerare.
-Signor Tomlinson, salga!-
Una macchinetta a due posti come quelle dei circoli di golf si avvicinò a me.
Testardo e puntato sul mio obiettivo, rifiutai l'invito dell'uomo che la guidava.
-Suvvia, insisto.-
Sbuffai, e infine, viste le mie deboli gambe, salii sul suo mezzo.

In mezzo minuto nemmeno arrivammo all'entrata.
-Grazie mille.- ringraziai a fiato corto scaricando la mia valigia.
-Prego, e sappia che si prenderà un accidente!- urlò alle mie spalle mentre io già correvo via.

Mi lanciai come un ariete contro la porta, aprendola ed infilandomi nello stabile riprendendo a correre col bagaglio sottobraccio.
Dopo un lungo corridoio arrivai nella sala di attesa dei bagagli, piena di gente accalcata attorno ai nastri trasportatori.
-Guarda mamma, quello è Louis Tomlinson!- gridò una ragazzina strattonando il braccio di quella che doveva essere la madre.
Le sorrisi di sfuggita.
Mi guardai intorno alla ricerca dei suoi occhi verdi, ma sarebbe stato difficile trovarlo in mezzo a tutte quelle persone.

Accostai il trolley al muro, pensando che lo avrei ritirato dopo aver trovato il mio ragazzo.
"Okay, muro giallo, sotto la finestra." mi ripetei nella testa tre volte per ricordarmelo.
Feci un giro su me stesso lentamente, alla ricerca di Harry.
Non lo vedevo.
Presi a camminare tra tutte quelle persone, ricevendo gomitate a destra e manca, inciampando su rotelle di valigie o su bambini troppo bassi da vedere.
Nessuna traccia di Harry.
In quel momento mi saltò in testa il pensiero più triste che in quel momento potessi avere: "Si è dimenticato di me."
Probabile si fosse scordato.
Ma mi aveva detto che sarebbe venuto a prendermi, e io non potevo abbattermi pensando che il mio ragazzo si fosse scordato di me.
Il cuore prese a battermi veloce, molto veloce.

Un'adolescente dalle trecce bionde si avvicinò a me col telefono in mano: -Sei davvero tu? Oddio non ci credo!- esclamò portandosi le mani alla bocca, -Ti prego, facciamo una foto!-
Senza parlare, le misi un braccio attorno alla spalla e lei, con la fotocamera interna, ci inquadrò per un selfie.
-Lou!-
Una voce maschile, fin troppo famigliare, mi chiamò da in mezzo alla folla.
Preso dall'emozione e dall'ansia alzai la testa, alla ricerca del suo volto o della sua mano per aria.
-Sono qui, Lou!-
Da in mezzo a tutte quelle teste di viaggiatori, vidi una mano piena di anelli agitarsi a mezz'aria.
La fan mi saltò al collo: -È un sogno per me, poterti abbracciare!-
-Anche per me, grazie di tutto.- le dissi in modo frettoloso, -Devo andare...-
Lei si staccò da me e rimase in piedi davanti a me: -Mi firmi il disco?-
Non volevo essere scortese con la fan, ma non potevo nemmeno aspettare altro tempo prima di poter abbracciare Harry.
-Si ma...-
Una mano magra mi si posò sulla spalla:
-Lou.-
La sua voce.
Il suo profumo.
Harry.
Quasi impietrito, mi voltai, ritrovandomi davanti a quei suoi occhi verdi smeraldo, luccicanti e vispi.
La sua bocca piegata in un sorriso che mostrava le sue fossette.
Non riuscivo a muovermi.
Avevo aspettato quel momento per tanto tempo, e poi non riuscivo nemmeno a parlare.
-Lou.- ripeté lui aprendo le braccia.
-Ha-harry...-
-Sono qui, per te.-
Lanciai le braccia al suo collo e lo strinsi a me, in modo stretto, come per essere sicuro che non potesse scapparmi.
-Louis, ben tornato.- disse lui con la faccia affondata nell'incavo della mia spalla.
Avevo le lacrime agli occhi.
-Ti amo Harry, ti amo.- gli sussurrai.
-Anche io ti amo, e mi sei mancato da morire.-
Mi distanziai per un attimo da lui, gli presi il volto tra le mani e lo baciai.
Mi buttai sulle sue labbra dimenticandomi delle persone che ci circondavano.
-Sei di nuovo qui...- mi disse staccandosi per respirare.
Avrei voluto che quel bacio durasse all'infinito.
Era un bacio pieno di passione, di foga, di finalmente due persone innamorate ancora insieme.
Chiusi gli occhi godendomi quell'attimo di Paradiso, respirando il suo intenso odore e leccando quelle sue morbide labbra.
-Torniamo a casa, Harry.-
Mi posò le mani sui fianchi: -Ci guardano tutti...-
-Non mi importa, andiamo via da qui.-
Mi ricordai della ragazza bionda alle mie spalle e, quando girai il capo verso di lei, vidi che sorrideva con le lacrime agli occhi: -Siete molto carini.-
Io ed Harry le sorridemmo e la inglobammo nel nostro abbraccio.

-Louis, ma, il tuo bagaglio?- mi chiese Harry prendendomi per mano.
-Oh, cazzo, vero! Era...- mi guardai intorno, -Muro giallo, sotto la finestra.- e puntando gli occhi nella direzione dell'unico muro giallo che vedevo, intravidi la mia valigia blu.
-Eccola!- la indicai e corremmo per recuperarla.
Correre mano nella mano, come la nostra prima notte dopo l'esibizione.
Quel piccolo locale non era nulla in confronto ai palchi immensi sui quali mi ero esibito in quell'anno, ma quei posti non erano casa senza Harry.

Presa la valigia, dirigemmo il passo verso l'uscita.
Eravamo io e lui, insieme di nuovo.
-Quella è la macchina.- mi annunciò mentre una folata di aria fresca ci investì.
Con le mani intrecciate raggiungemmo l'automobile, una Montecarlo nera.
-È bellissima.- ammisi sfiorando la carrozzeria.
-Anche tu lo sei.- aggiunse, -Ma adesso salta dentro, che ti porto a casa.-
La parola "casa" con lui assumeva un significato speciale.
Non c'era "casa" senza lui.
Mi aprì la portiera facendomi cenno di entrare con la testa.
Lo guardai di nuovo: mi era mancato.
In quella frazione di secondo, quando il mio blu si scontrò ancora col verde, quando sorrise, capii che nella mia vita non avrei mai amato nessun altro  all'infuori di Harry Styles.

𝗡𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼 »𝗹𝗮𝗿𝗿𝘆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora