"Care Mhar e Chyla,
ricordo ancora tutti i momenti passati insieme. La vita che ho passato con voi, fin dal momento in cui mi avete dato una casa, è stata bellissima.
Ricordo ancora le giornate passate a non fare nulla, privo di ogni preoccupazione.
Ora però non voglio che tutto quello che mi è rimasto venga portato via.
Vi lascerò da sole per un po'. Ucciderò i peccati e porrò fine a questa Notte eterna, una volta per tutte. Aspettatemi, non ci metterò tanto, il vostro caro Anchin."Il buio era sempre più intenso; la luna scarlatta stava calando all'orizzonte. Avvicinandosi alla cinta muraria, l'elfo notò un uomo seduto a terra, in un vicolo tra un bar e un'abitazione.
Indossava unicamente un giaccone bucato e aveva una lunga barba incolta. L'odore nauseante di sudore e birra tenne chiunque lontano da lui.Anchin lo osservò per qualche istante. La sua espressione rimaneva sempre la stessa, priva di emozioni. Il fetore non lo infastidì per nulla, al contrario gli si inginocchiò davanti.
– Cosa vuoi? – disse l'uomo scorbutico.
L'elfo non parlò. Infilò la mano destra dentro la sua tracolla infinita, facendogli segno di rimanere in silenzio.
Appena la mano sbucò fuori, il vecchio mantello di Anchin avvolse l'uomo, trasmettendogli calore. Prese anche gli stivali in pelle e qualche wheel che aveva in tasca, per poi lasciarglieli per terra.– Non è molto, ma penso che basteranno per una settimana.
L'uomo si intenerì. Il suo sguardo serpentino si fece più rassicurante, seguito da un sorriso cordiale.
– Non so come ringraziarti...
Si inchinò davanti ad Anchin, mostrandogli rispetto.
– Non serve, l'ho fatto perché mi hai ricordato un vecchio amico. – concluse, lasciandolo da solo.
Non ci mise molto ad arrivare al cancello che lo separava col mondo esterno.
Le mura, in cemento, alte poco più di una decina di metri, subirono un duro attacco. La superficie era segnata da cenere e tonnellate di sangue.Davanti a lui, l'elfo incontrò due guardie robot. Alte quanto lui, entrambe avevano un rivestimento esterno nero per tutto il corpo, ad eccezione della testa, di un bronzo chiaro.
Portavano alla testa un alto e stretto cappello a cilindro, mentre con la mano sinistra reggevano un bastone dal manico raffigurante una fenice.
Gli occhi vitrei, di un azzurro vivo, lo fissavano continuamente e la bocca bianca lampeggiava ogni volta che gli parlavano.– Lasciatemi passare.
– Mi spiace, ma per legge del vassallo non possiamo far uscire nessuno. – disse la guardia alla sua destra.
– Allora lo farò con la forza.
Il suo sguardo, privo di rammarico, trasmetteva il suo intento di passare a costo della vita.
Anchin sguainò la zanna di drago dalla borsa infinita. Le guardie la fissarono, immobili. Rimase stupito.– Cosa avete? Non cercate di fermarmi?
– La sua arma... – incominciò la guardia alla sinistra.
– ... è di puro fluortio. Dove l'ha presa?
– Questo non vi riguarda, smettetela di scansionarla e lasciatemi passare.
– Nei miei registri esistono solo due armi fatte in fluortio puro. – riprese quella a sinistra.
– E quindi?
Anchin fece un passo indietro; non si fidava di stargli troppo vicino.
– Vorremo prenderla in custodia per un istante, solo per aggiungerla al database.
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L'assassino del Peccato [COMPLETA]
Khoa học viễn tưởngUn antico male, sigillato da millenni, si risveglia portando il caos nel mondo. Mostri dalle sembianze demoniache depredano e uccidono a vista tutti gli umani, elfi e nani che incontrano sotto gli ordini dei loro sette prefetti: Accidia, Avarizia...