"Il mio peccato è non aver fatto nulla."
Il possente prefetto dei sou'li si arrestò all'istante. Guardava intensamente l'elfo stupito.
– Questo dovrebbe tenerlo a bada per un po'. – disse Percefor, abbassando la guardia.
Anchin osservò da lontano l'immensa creatura. Il suo sguardo, ricolmo di rabbia, lo lasciò senza fiato.
– Cosa ti prende? Quello col fiatone dovrei essere io. – continuò, dal tono allegro.
Un forte dolore al petto lo fece piegare a terra. L'elfo stringeva la zona del cuore con la mano destra, mente conati di vomito iniziarono ad emergere.
– Ehi ehi ehi, si può sapere che diamine sta succedendo? Vado a prenderti qualcosa.
Iluk si lanciò immediatamente verso la porta che riconduceva dentro la casa, ma Anchin gli afferrò la punta della giacca, arrestandolo.
– S-sto bene...
– Col cavolo! – urlò l'uomo, cercando di scrostarlo dall'abito.
– Sta per muoversi, lo sento.
Appena Anchin terminò la frase, un'altra scossa fece tremare l'edificio.
Una voce possente, minacciosa, si fece sentire:– Dammi il Peccatore.
Ira tornò a muoversi. Iluk non esitò neanche per un istante; tese il suo arco per la seconda volta e si preparò a sparare un altro colpo.
– Aspetta, lo sento, è nella mia testa. – sussurrò l'elfo, cercando di alzarsi in piedi.
– Cosa vai blaterando?
Il peccato continuò ad insistere:
– Vieni da me, Peccatore. Con la tua morte diventeremo uno solo e potremo divertirci come ai vecchi tempi.
Iluk, si voltò verso Anchin.
– Lo conosci?
– Io non... non lo so. Pensi che possa ricordarmi di qualcosa?! – gridò in risposta Anchin, vomitando quel poco che aveva sgranocchiato ore prima.
Il suo tono, afflitto e disperato, fece indietreggiare Iluk di qualche passo, spaventato per la seconda volta nella sua vita.
Ira era sempre più vicino, mancava poco al suo arrivo.L'uomo non si diede per vinto. Afferrò il mantello di Anchin e lo spostò con tutta la forza che aveva in corpo, fino ad arrivare alla porta metallica. Lasciò per un attimo la presa, giusto il tempo di aprire la porta, per poi lanciarlo giù dalle scale.
Aspettando che un paio di lamenti accertarono che fosse vivo, richiuse la porta e si preparò a combattere.L'elfo non poteva tornare indietro; non riusciva a muoversi o a parlare.
Il peccato, con movimenti lenti, alzò in aria lo spadone, continuando il suo cammino.
Iluk, dal canto suo, tese per la terza volta l'arco, pronto a sparare il secondo colpo.
Aspettò qualche istante, caricando il colpo di più forza elettrostatica possibile.
L'aria intorno a lui si fece più densa, rischiando di lasciarlo soffocare, e qualche scossa di troppo colpì il pavimento qua e là.Dopo qualche secondo, lanciò il colpo. I suoi guanti si folgorarono in pieno, lasciando evidenti segni di bruciatura nelle sue mani e l'arco si distrusse in piccoli pezzi.
Un solo istante.
Una terribile scossa lo fece barcollare a terra, mentre la sua vista si fece più offuscata a causa di tutta la luce che si sprigionò all'impatto.
Si tolse la maschera e si strofinò gli occhi con le mani doloranti.
Appena riacquistò la vista, alzò la testa per vedere l'esito dell'impatto.
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L'assassino del Peccato [COMPLETA]
Ciencia FicciónUn antico male, sigillato da millenni, si risveglia portando il caos nel mondo. Mostri dalle sembianze demoniache depredano e uccidono a vista tutti gli umani, elfi e nani che incontrano sotto gli ordini dei loro sette prefetti: Accidia, Avarizia...