"Qual è il sentimento comune a tutti gli uomini? L'invidia.
Quando si è convinti della propria superiorità si prova amarezza nel notare che altri hanno doti uguali o superiori a noi stessi.
Le radici dell'invidia nascono nell'identità che, per costruirsi, necessita di riconoscimento. Quando questo manca, l'identità si fa più incerta, si atrofizza ed entra in scena l'invidia che permette a chi è incapace di valorizzare se stesso una salvaguardia di se nella demolizione dell'altro.
Prima di essere un vizio, essa è un meccanismo di difesa: un tentativo di riacquisire fiducia in se stessi.
Questa è la ragione di esistenza della progenie del signore dei sou'li Invidia.
Essa è nata da un desiderio di autocompiacimento nel creare qualcosa di inammissibile per la sua razza: il Peccatore, detto anche Tristezza.Perché questo è l'invidia: una tristezza per il bene altrui percepito come male proprio.
Alla fine chi vive di invidia scoprirà desideri nascosti nel proprio io e lacererà la sua stessa anima per vederli realizzare..."
Buio. Lentamente apro gli occhi, osservando un giallo opaco intorno a me.
Un ronzio mi distrugge i timpani; sono api? Vespe? Non lo ricordo.
Sento un grande mal di testa e qualcosa di grosso che mi sorregge.Al ronzio si aggiunge il fastidioso suono di metallo a contatto con altri metalli.
Alzo lo sguardo. Un tipo in armatura mi sta trasportando di corsa da qualche parte. Dice sciocchezze come: "Anchin non ci crepare" o "Vedi di non morire o ti darò il resto".
Non lo comprendo.Riesco ad aprire bene gli occhi; i colori si fanno più definiti e riconosco il tipo che mi porta sulle braccia.
Jaon, un avventuriero dall'armatura dorata, leader della Squadra Teta di cui io faccio parte. Tiene in testa il suo stupido elmetto cornuto, dal quale spunta fuori una coda di cavallo castana.
Un ammasso di muscoli senza cervello che crede nei valori dall'amicizia e roba del genere.Non l'ho mai sopportato. Era enormemente capace in quel che faceva, ma mi dava noie.
Lentamente inizio a ricordare tutto. Il nostro gruppo si era diviso e noi due dovevamo cercare la regina di queste api giganti.
Erano enormi; potevo persino cavalcarle.Avevamo trovato un ostacolo alla nostra ricerca: un muro improvvisato, creato per non farci passare. Come mio solito invento qualcosa di disparato per passare.
Così riempio il muro di esplosivo e lo attivo ad una distanza non consona. Così sono svenuto.Ora siamo in fuga, chissà se stiamo ancora cercando la regina.
– Vedo che ti sei svegliato, riesci a camminare?
Acconsento con la testa e mi faccio mettere giù. La differenza tra le nostre altezze è disarmante: i suoi due metri e mezzo contro il mio misero metro e settantacinque. La sua armatura scintillante si confonde bene nell'alveare, a differenza dei miei vestiti di cuoio tinti di nero.
Miracolosamente seminiamo tutti gli insetti sulla nostra strada, arrivando ad un burrone. Io con il fiatone, mentre lui si pavoneggia come suo solito, impugnando il suo maledetto spadone con una mano sola.
– Perfetto, da qui dovrebbe essere tutto più facile.
Le sue parole erano capaci di tranquillizzare anche un malato terminale appena ne apprende la notizia. Lo reputavo un approfittatore e un orgoglioso bastardo.
Oltre a questo, però, era visto da tutti come un coraggiso condottiero, pronto a sacrificare se stesso per il bene.
STAI LEGGENDO
L'assassino del Peccato [COMPLETA]
Science FictionUn antico male, sigillato da millenni, si risveglia portando il caos nel mondo. Mostri dalle sembianze demoniache depredano e uccidono a vista tutti gli umani, elfi e nani che incontrano sotto gli ordini dei loro sette prefetti: Accidia, Avarizia...