CAPITOLO V - Raziel

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"Il mio peccato è l'essere nato?"

Lo scoppiettio del fuoco fece compagnia ad Anchin, mentre pensò a vecchie avventure con la Squadra Teta.

– Imbambolato come sempre. – disse Iluk, all'uscio dell'entrata verso le scale a chiocciola.

Quest'ultimo portava con se due strumenti: una scheggia simile ad un vecchio minerale e un panno avvolto intorno ad un oggetto di medie dimensioni, dalla forma irriconoscibile.

– Ti ricordi dei miei racconti?

– In modo molto sfumato... – rispose l'elfo, continuando a fissare il fuoco.

– Ti ho tenuto nascosto qualche particolare, non volermene ma volevo aspettare il momento giusto.

L'uomo si posizionò davanti ad Anchin, il quale gli diede tutte le sue attenzioni.

– I prism, creature appartenenti ad un'altra dimensione giunte nella nostra per errore.
Essi sono fatti di fluortio allo stato puro, l'elemento più utilizzato dall'uomo per fare armi, tubature e roba del genere.
Questa è una scheggia ricavata da uno di loro. – riprese Iluk, porgendogli il cristallo verdastro.

– A cosa dovrebbe servirmi? Dai tuoi racconti ho capito che sono stati uccisi tutti...

Anchin afferrò la scheggia, calda e ruvida. Riusciva a sentire un briciolo di nostalgia che gli pervase la mente.

– La maggior parte sono scomparsi, mentre i restanti sono tenuti per fare sperimentazione, ma questa è un'altra storia. Per il momento ti servirà insieme a questo.

Appena finì quelle parole, iniziò a srotolare il panno. Nella sua mano destra vi era una lama, dalla lunghezza di cinquanta centimetri e dalla forma ondulata.
L'elsa, coperta da una striscia di seta viola, aveva una sfera azzurra all'estremità e la guardia era rivolta all'insù, mostrando diverse punte che indicavano l'estremità della lama.
Quest'ultima era di un verde scuro, simile a quello della scheggia ricavata dal prism.

– Questa è la zanna di drago, Ingruogh. Non toccare la lama, è intrisa di un potente veleno paralizzante. Essa è uno dei venti artefatti divini, gli oggetti più potenti dell'universo.
Questi strumenti sono così potenti perché sono fatti al cento per cento di fluortio, al contrario delle armi convenzionali che ne contengono al massimo un venti per cento.
Dai miei test, posso dirti che è in grado di tagliare praticamente ogni tipo di materiale. In più, come tutti gli artefatti divini, può metterti in contatto con una divinità grazie alla scheggia che hai in mano.

Iluk afferrò le due estremità della guardia e porse l'arma ad un incredulo Anchin. La sua mano destra tremava; non riusciva a credere a quelle parole.

– Mi aveva detto che erano stati distrutti tutti...

– Scusami, non potevo spifferare un segreto così grande se non in una situazione di estrema emergenza. Che fai? Non la prendi?

– Non sono sicuro di ricordarmi bene cosa mi accadrà. – rispose l'elfo, per nulla convinto.

– Perché ho solo abbozzato una spiegazione. Quando il tuo corpo sarà in contatto con un artefatto divino e con un oggetto fatto di fluortio puro cadrai in un breve sonno e la tua mente si ritroverà a parlare con una divinità. Nulla di più, nulla di meno.

– Dopo aver visto quello che c'è là fuori ormai credo a tutto, non che volessi mancarle di rispetto. – ribatté Anchin.

– Ti ho già detto di... Non importa, prendi la zanna di drago e basta. Ah, mi raccomando, non mancargli di rispetto.

L'elfo, sentitosi obbligato, impugnò l'elsa. Quest'ultima e la scheggia si fecero più calde in un solo istante e appena Anchin chiuse gli occhi si ritrovò in un luogo diverso.

L'assassino del Peccato [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora