"La superbia, il peccato più altezzoso esistente. Il più odiato dai precetti della chiesa per la sua stessa natura.
La superbia affonda le sue radici nel profondo dell'animo, che è sempre teso all'affermazione della sua identità. Essa non è qualche cosa che si crea in se stessi, ma è qualche cosa che ciascuno negozia nel rapporto con gli altri, da cui attende il riconoscimento...
La persona superba è talmente infatuata di se stessa che ogni tentativo di renderla più consapevole dell'altro si rivela inutile. Non vuole intendere ragione, non tollera alcuna contraddizione.
La superbia fa tutto il possibile perché se stesso non veda ciò che c'è di buono nell'altro, vedendolo e trattandolo come inferiore.Questo era il signore dei sou'li Superbia. Solo e convinto della propria superiorità rispetto a chiunque, persino alle divinità che tanto ripugnava.
Ha vissuto da solo con se stesso, nell'ombra, per oltre tremila anni ed è morto, tradito dall'ultimo suo pari; anche se non lo riconosceva come tale."Pioggia. Rumore incessante che rilassa l'animo.
Amavo il rumore della pioggia quando si scontrava con le foglie degli alberi a Xerafh. Immense foreste dove neanche la luce a mezzogiorno riusciva a toccare il terreno.
Era il luogo perfetto per uno come me, dove potevo vivere separato dalla civiltà.Purtroppo ero lì solo per poco tempo. Cercavo qualcuno, ma non avevo grandi indizi su dove trovarlo; il mio maestro non era molto chiaro e lo avevo ignorato durante l'intera spiegazione.
Lui in mezzo al lusso nelle floride città costruite su isole volanti e io qui in basso, ascoltando la pioggia che cerca di arrivare a terra. Avevo con me un ombrello e la mia borsa infinita, ma uno dei due era veramente poco importante. Le foglie erano troppe e le gocce che arrivavano erano di gran lunga superiori a quelle che arrivavano a terra.
Senza contare la bellissima sensazione di affondare dentro la nebbia; di gran lunga più piacevole di quella delle città. Vivere lì sarebbe stato un sogno, ma tutte le comodità materiali della società erano troppo attraenti.
Stringevo nella mano destra una mappa stracciata dall'umidità e il presentimento di essermi perso inondava le mie preoccupazioni.
Caldo. Umido. Le piogge, seppur magnifiche, portavano molti svantaggi.
D'un tratto un rumore distrasse la mia camminata. Non erano passi o versi di un qualche animale, sembrava una voce umana.
Mollai l'ombrello nella tracolla e iniziai a camminare a gattoni; la scarsa visibilità non aiutava. Tra di essa un flebile bagliore rossastro attrasse la mia attenzione.
Ero dietro un ammasso di foglie e sterpaglie umidicce e rimasi silente ad ascoltare i deliri proferiti.– O noi fortuiti predestinati lo seguiremo nell'oltretomba, venerandolo come facciamo in vita.
La Setta. Era il mio obbiettivo. Infangavano il nome di Xelod Xerafh, l'imperatore che fece tornare il mondo ad una situazione di equilibrio col suo sacrificio.
Sentivo una decina di loro sussurrare preghiere attraverso le loro maschere metalliche pacchiane; imitavano il loro idolo anche fisicamente.
Non riuscivo a vederli per bene, soprattutto grazie alle bende con cui coprivano i loro corpi nudi; solo il loro... prete?... indossava un indumento, un mantello azzurrino, identico a quello che indossava Xelod nel suo viaggio.Erano intorno ad un grande fuoco contenuto in una coppa alta un paio di metri, mi chiedevo cosa potevano farci.
– E ora, miei cari confratelli, preparate il vostro stiletto e incidete lo stemma imperiale sulla vostra carne.
Un rito di resurrezione, c'era da immaginarselo.
Il maestro mi aveva parlato di questo Xelod e del suo sacrificio; è davvero giusto riportarlo in vita? Non esiste un modo per parlare con l'oltretomba e loro non potevano sapere quello che voleva lui.
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L'assassino del Peccato [COMPLETA]
Ciencia FicciónUn antico male, sigillato da millenni, si risveglia portando il caos nel mondo. Mostri dalle sembianze demoniache depredano e uccidono a vista tutti gli umani, elfi e nani che incontrano sotto gli ordini dei loro sette prefetti: Accidia, Avarizia...