Il vuoto; Anchin non vedeva altro che un mare infinito di nulla.
I suoi occhi sanguinavano, come sempre e un'aria appesantita lo infastidiva."Un'altra volta... Spero che ci sia solo Accidia, altrimenti mi toccherà sorbirmi..."
Una voce acuta, per nulla maliziosa contro di lui, proveniva dalla sagoma arancio che aveva imparato a riconoscere tra le restanti.
– Bentornato, Peccatore. Mi sei mancato mentre uccidevi i miei fratelli.
– Cosa vuoi Avarizia? – chiese l'elfo, con tono serio.
– Parlarti un po'. Ultimamente non mi sto divertendo e, nell'attesa del tuo arrivo, ho ricevuto un regalo molto speciale.
Socchiuse gli occhi, fissando la sagoma con cattive intenzioni.
– Puoi stare tranquillo, la tua amichetta è ancora viva.
– Se non la liberi non avrò pietà...
– Come se ne avessi avuta per qualcun'altro. Dimmi, come ti sei sentito mentre la tua mammina bruciava sotto i tuoi occhi? − lo interruppe, dal tono allegro.
Strinse la mano in un pugno, avvicinandosi all'irritante nemico.
– Tu non sai nulla di me, quindi tieni il becco chiuso e attendi la tua morte.
– È quello che sto facendo, devi solo svegliarti...
All'improvviso, la sagoma scomparve e, con essa, la sua voce. Al suo posto, altre due la sostituirono: la sagoma luminosa, Superbia, e quella di una tinta smorta, Accidia.
La prima si ergeva a qualche metro di altezza, mentre l'altra era immobile davanti all'elfo.
– Peccatore... sei cresciuto. – la voce troneggiava sul silenzio dei due. – Forse sei pronto per sapere la verità dell'universo.
– No Superbia... non è ancora giunto il momento. – lo interruppe Accidia, nonostante la voce quasi impercettibile.
– Non mi interessa dell'universo. Tutto quello che voglio è fermare voi e il vostro inutile massacro.
– Inutile... che parola forviante e priva di significato. Chi decide cosa è o non è inutile? La tua scarsa conoscenza, ovvio. Dopo che sarai passato da Avarizia, ti sarà tutto più chiaro. Su di te, sulla profezia e sulla verità.
– Nonostante diventiate sempre di meno, mi fate arrabbiare sempre allo stesso modo. Vedrò cosa avrete da dirmi, poi vi ucciderò come ho fatto con gli altri.
– Uccidere... un'altra parola priva di senso. Ucciderci è la cosa più facile per voi umani; i nostri esseri vivono oltre i nostri banali corpi. Quello che tu e la fiamma sacra avete fatto è stata una purificazione...
La sagoma si scurì, scomparendo lentamente; erano rimasti soltanto Anchin e Accidia.
– Ben fatto.
– Quali sono le abilità di Ira e Invidia? – lo interruppe, alzando il tono.
– Impaziente come al solito... Ira possedeva Engraving, ogni fetita o mal'essere intorno a lui, effettuate anche su se stesso, si amplifica. Invidia invece aveva Regrowth, che le permetteva di far ricrescere arti mozzati o carbonizzati, direi che ti tornerà molto utile.
– Perfetto; ovviamente questa era la domanda che ho guadagnato uccidendo solo Ira. Per quanto riguarda quella di mia madre: cosa vuole fare Superbia?
– Devo ammettere che non mi dispiace che Invidia ti abbia concepito. Peccatore, o dovrei chiamarti Tristezza, ricordi del progetto della macchina annienta divinità Ganasha? Certo che lo ricordi, è quella macchina che ti ha portato via la felicità.
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L'assassino del Peccato [COMPLETA]
Fiksi IlmiahUn antico male, sigillato da millenni, si risveglia portando il caos nel mondo. Mostri dalle sembianze demoniache depredano e uccidono a vista tutti gli umani, elfi e nani che incontrano sotto gli ordini dei loro sette prefetti: Accidia, Avarizia...