ᴅɪᴇᴄɪ

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Taehyung camminò lungo la strada buia, zoppicando leggermente.  La sua felpa gli copriva i capelli e gli riparava il collo dal freddo.  Faceva così freddo che riesciva a vedere chiaramente le nuvolette bianche dal suo respiro formarsi ogni volta che espirava. 

Sarebbe stato Natale il prossimo mese. Cosa avrebbe potuto comprare per Jimin? 

Continò a camminare, ignorando il dolore alla schiena, ci era abituato. Dopo altri quindici minuti, Taehyung entrò nel suo condominio.  Sospirò e si godè il calore mentre saliva le scale. 

Era dannatamente stanco. Il cibo al ristorante lo aveva sicuramente aiutato, ma si sentiva ancora debole e stordito. Prese le chiavi e si chiuse a chiave. Erano solo le 10 di sera, quindi non era sorpreso quando vidde Jungkook sul divano, guardando la tv. 

Il più grande era felice di vedere che Jimin non era in salotto, quindi era andato a dormire.  Taehyung chiuse la porta dietro di sé e si tolse la giacca.  Lasciò stare la felpa con il cappuccio. 

«Ehi» disse Jungkook, dando all'altro un'occhiata. 

«Ciao», risponse Taehyung e si dirisse verso il suo zaino. Estrasse il suo quaderno e aprì il sito familiare. 

Sospirò più forte del previsto quando vidde i
numeri.  Non poteva permettersi di fare una doccia.  Si lasciò scivolare una mano sul viso prima di riposare sulla bocca.  Sentì l'odore di se stesso.  Odorava di sesso, sborra e sudore ed era tremendamente disgustoso. 

«Cosa c'è che non va?» chiese Jungkook prima di alzarsi. Taehyung non si rese conto che il giovane gli stava parlando prima di aver sentito il corvino premergli contro il culo. 

Urlò e si girò di scatto, spingendo Jungkook leggermente indietro, anche se non si poteva considerare una spinta quella. 

«Wow, calmati, pagherò» disse il corvino con un sorrisetto. 

«Non ho fatto da babysitter a tuo figlio senza ricevere niente» aggiunse. 

Taehyung deglutì e guardò in basso. Si morse il labbro per impedire ai singhiozzi di sfuggire dalle sue labbra. Era stanco, incredibilmente stanco. 

«Taehyung?».

Il pavimento era stato sempre così... ondulato?  Taehyung mise una mano sulla fronte e sibilò all'improvviso capogiro che gli venne alla testa.  Il suo cuore battè forte e il mal di testa gli batteva forte nella parte posteriore della testa. 

Merda cazzo.

«Taehyung?»

Tutto diventò nero. 

__________


Taehyung aprì lentamente gli occhi.  Gli faceva molto male la testa. 

Sibilò prima di guardarsi intorno. Era in una piccola stanza su un letto, tutte le pareti erano bianche e il suo odore sterile lo metteva a disagio. 

Capì subito di essere in una stanza d'ospedale.  Sospirò e si calmò per un secondo. 

Ma solo per un secondo. 

Jimin? 

Ma la sua paura scomparve velocemente come era arrivata, vedendo il bambino sul letto accanto a lui, dormendo mentre abbracciava il suo peluche. 

Taehyung ricadde su un fianco, i suoi occhi non lasciarono mai suo figlio. Che era successo?  Jimin era stato badato? 

All'improvviso la porta si aprì e una donna entrò. 

«Oh, sei sveglio!» commentò e mise del cibo vicino al letto. 

«Che è successo?» chiese Taehyung, la sua voce
era rauca. 

«Sei svenuto».

«Oh...»

La donna vide attraverso di lui come se fosse un libro aperto, sapendo che Taehyung sapeva perché era svenuto. Il bruno si increspò i capelli e all'improvviso sentì brontolare lo stomaco. 

Si tirò i capelli e guardò l'infermiera con grandi occhi. 

«D-da quanto tempo sono qui?»

«Tre giorni, non riuscivamo a svegliarti»

No.

No, no, no. Tre giorni? 

Si alza bruscamente dal letto, ignorando le proteste dell'infermiera e afferrò i suoi vestiti sullo scaffale. Sollevò tra le braccia Jimin ancora addormentato e corse fuori dall'edificio. 

Gli ci vollero solo dieci minuti prima di arrivare a casa di Jin. 

«Taehyung?» Jin si sorprese, non sapendo che Taehyung si era ancora svegliato dall'ospedale. 

«Scusa Jin, per favore prendi Jimin" il giovane si precipitò tra le braccia di Jin. Il più grande non potè obiettare perché Taehyung era già corso via da quella casa ed era di nuovo in strada. 

Si sentì seccare la gola dal correre, gli occhi sfocati dalla paura.  Paura penetrante e disastrosa. 

Perché viveva Taehyung? 

Una ragione, una sola ragione. 

Per proteggere suo figlio.  Per donare a suo figlio tutto l'amore che poteva in questo mondo. 

E giurò che avrebbe fatto di tutto per garantire il futuro e la sicurezza del suo bambino. 

Attraversò le familiari porte dell'hotel, completamente senza fiato, aprendo la porta dell'ufficio di suo padre. 

«Eccoti».

«I-io giuro che non volevo fare questo! Sono svenuto e sono finito all'ospedale e...»

«Taehyung. Non mi interessa».

Gli occhi del giovane si spalancarono e fissò il suo disgustoso padre che aveva le gambe posizione sul tavolo, appoggiato allo schienale della vecchia sedia. 

«Ma...»

«Hai infranto l'affare. Non mi interessa come o perché».

Taehyung ebbe bisogno di sostenersi contro lo stipite della porta.  Si sentì indebolire le ginocchia e sbattè rapidamente le palpebre per afferrare la situazione, impedendogli di svenire di nuovo. 

«E ho pensato che saresti venuto qui. L'hai lasciato a quell'amico, vero?»

Taehyung sentì la paura e la rabbia salirgli in gola. 

«Andranno nel tuo appartamento per prendere le sue cose».

Quelle furono le parole che fecero volare Taehyung.  Ignorò il dolore alle gambe quando corse fuori dall'edificio il più velocemente possibile. Sentì il suo telefono vibrare, probabilmente erano messaggi di Jin. 

Le parole di suo padre gli ronzavano nella testa mentre continuava a correre in direzione di casa sua.

𝐁𝐀𝐁𝐘||𝐀𝐃𝐔𝐋𝐓 ° ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora