«Ciao piccolo, come ti chiami?» chiese la signora. Jimin la guarda con occhi grandi, cercando di ricordare il suo nome.
Signora Adams?
«J-Jimin» rispose, abbracciando il suo animale di peluche stretto al petto. L'uomo accanto alla signora Adams sembrava spaventoso, probabilmente era suo marito. Ma a Jimin non piaceva lui. Non gli piaceva nessuno lì.
«Dov'è papà?» chiese, ancora confuso perché ers stato trascinato via da suo padre, anche se aveva detto che non voleva. La polizia lo aveva portato alla stazione dopo, e era arrivato lì. Non sapeva dove si trovasse o dove stava andando. Era così spaventato.
«Tuo padre è qui» sorrise la donna, indicando l'uomo dietro di lei. Jimin si accigliò.
«Quello non è mio padre» affermò.
La coppia si scambiarono uno sguardo. Probabilmente preoccupati.
La donna sospirò prima di sorridere, «Lo so, ma ora siamo una famiglia, okay?»
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Era passato quasi un mese e Taehyung non era migliorato, mentalmente parlando. Jungkook aveva vissuto con lui ogni giorno da quando Taehyung aveva cercato di uccidersi... di nuovo.
Era a scuola, improvvisamente una ragazza scese correndo giù per le scale gridando aiuto. Taehyung stava per saltare dal tetto.
Fortunatamente, Jungkook lo raggiunse in tempo. Voleva cercare un aiuto professionale, ma per qualche motivo, sentiva che Taehyung si sarebbe sentito a disagio.
Ora era seduto sul divano, con la testa del bruno in grembo. Taehyung si addormentò lì e Jungkook non riescì a trattenersi dal fissare l'altro.
Stava migliorando fisicamente da quando Jungkook lo aveva "costretto" a mangiare, preparandogli un pasto tre volte al giorno. Jungkook aveva totalmente ignorato i suoi amici e aveva trascorso solo del tempo con Taehyung. Non sapeva perché, ma voleva prendersi cura del più grande.
Forse lo aveva fatto fin dall'inizio, era troppo arrogante per accorgersene.
Ricordò le volte in cui si era imbattuto in Taehyung, dando al bruno uno sguardo in più quando continuava a camminare in fondo al corridoio. E sì certo, Jungkook era arrogante, freddo e maleducato... ma aveva ancora un cuore e amava quando non era sotto lo sguardo dei genitori o degli amici quando era con Taehyung. Al contrario, manteneva un profilo basso a scuola.
Anche se, in quel momento, era orribile stare con il più grande. Non faceva bene al cuore di Jungkook vedere Taehyung in quel modo.
Si conoscevano a malapena, eppure Jungkook sentiva ancora che il suo stomaco fare una svolta ogni volta che pensava a dove fosse adesso Jimin.
Il Natale stava arrivando e Jungkook iniziò a chiedersi cosa avrebbe potuto comprare per l'anziano. Conosceva il regalo perfetto.
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«Qui» Jungkook si sedette sul letto accanto a Taehyung, con in mano un bicchiere d'acqua.
«Grazie» rispose il bruno mentre lo raggiunse. Ingoio tutto in una volta, sospirando forte per il sollievo.
Jungkook stava sistemando le lenzuole su cui erano seduti, dando a Taehyung il tempo di osservare le sue mosse.
«Grazie» mormorò e Jungkook alzò lo sguardo confuso.
«Lo hai già detto Tae» ridacchiò il giovane.
«No, voglio dire... grazie p-per essere qui e per aiutarmi. A quest'ora sarei morto» guardò in basso, armeggiando con le dita sottili. «Mi sento meno solo».
Improvvisamente, sentì un palmo caldo sulla guancia, il tonfo di Jungkook che si strofinava la pelle abbronzata
«Prego... mi dispiace» disse.
Rimasero seduti così per un po', godendosi il silenzio nella stanza. Taehyung si era finalmente allontanato da suo padre, il che significava che non doveva più essere violentato dagli uomini più anziani.
Ma non poté far a meno di provare una fitta di paura quando Jungkook si sporse in avanti, i loro volti erano a pochi centimetri di distanza, deglutì e chiuse gli occhi, lasciando che il più giovane schiudesse le labbra.
La mano di Jungkook si fece strada sul retro della testa di Taehyung, approfondendo il bacio. Taehyung ansimò mentre Jungkook gli mise la lingua dentro la bocca prima di afferrare il collo del corvino.
Taehyung fu presto in braccio a Jungkook, si baciarono profondamente.
I suoni osceni delle loro bocche che si muovono insieme riempirono la stanza.
Quello sembrava diverso da quelli che Taehyung aveva provato prima. Non era forzato o ruvido, era calmo e premuroso, facendo riscaldare tutto il suo corpo.
Improvvisamente, una sennso di colpa colpì il suo stomaco facendolo staccare dal bacio e guardare in basso. Cercò di alzarsi ma Jungkook lo afferrò.
«Hey, cosa c'è che non va?» chiese il giovane.
«Lasciami andare» rispose Taehyung.
«No, Tae... dimmelo» lo spinse Jungkook.
Taehyung si morse le labbra e chiuse gli occhi.
«Non posso farlo» borbottò. Jungkook aggrottò le sopracciglia e ancora una volta si prese cura della guancia dell'altro, aspettando che continui.
All'improvviso Taehyung sente le sue lacrime correre nell'angolo dell'occhio, scappando dal suo viso.
«N-non posso essere felice... Non posso essere felice senza di lui» singhiozzò. Gli mancava così tanto Jimin. Quindi, così tanto gli si strinse il cuore dolorosamente, il suo corpo tremò.
Jungkook attirò immediatamente l'anziano in un abbraccio, dondolandolo avanti e indietro.
Dio, faceva male.
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𝐁𝐀𝐁𝐘||𝐀𝐃𝐔𝐋𝐓 ° ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
Fanfictraduzione italiana di baby+adult (sequel) by @BTS_lifehacks, tutti i crediti vanno a lei. Taehyung è il padre di Jimin e ha 18 anni. Prendersi cura di un bambino non era facile in una così giovane età, le bollette e il lavoro si accumulavano, insi...