Ventesimo capitolo.

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Il giudice Barbato era indaffarato con i documenti per una sentenza molto delicata che si sarebbe tenuta fra due giorni in tribunale. Suo figlio Marco era appena andato via come una furia, non voleva sentire ragioni.Poteva avere tutte le ragazze che voleva, ma lui era fissato con la figlia di Laura.Sembtava un incubo senza fine ricordava ancora quando l' aveva assunta come segreteria.
Gli aveva fatto pena era giovane e sembrava indifesa nella sua giovane età. Lui ne rimase incantato e la assunse come segretaria personale, ma ben presto da ragazzina indifesa si trasformò in una donna molto pericolosa. Quando rimanevano soli, lei lo provocava in continuazione, facendo cadere una biro si chinava e mostrava la sua biancheria intima, la maggior parte delle volte non la indossava.
Lui era fidanzato con un avvocato che era molto in gamba a sua volta figlia di un noto giudice.Mi dovevo sposare con Lidia a pochi mesi e lei era seduta sulle sue gambe. Pensava che si sarebbe accontentata ad essere la sua amante e invece le sue richieste divennero sempre più alte. Il suo conto corrente era sempre più elevato, ma lei era sempre scontenta, gli chiedeva in continuazione soldi, gioielli e vestiti firmati. Aveva 24 anni ma era molto sveglia.Una sera si presentò a casa sua dove aveva incominciato a convivere con Lidia" Lidia buonasera! Ho dei documenti importanti da fare firmare al giudice!" Quando la vide entrare nella sala da pranzo sbianco', " Laura potevi aspettare domani mattina!" era in compagnia di una bambina di 2 anni, lei la presentò come sua sorella, o meglio sorellastra nata dal secondo matrimonio di sua madre. Si scusò con Lidia che era impegnata a giocare con Isabella , e la condusse nel suo studio.Dopo aver chiuso a chiave la porta, voleva strozzarla" Vuoi che urli! Cosi la futura signora Barbato vorrà delle spiegazioni? " " Cosa vuoi? Sbrigati! Non ho tempo da perdere con te!" Lei si avvicinò e in un attimo si tolse i vestiti, " Voglio te! Non puoi dirmi di no! Se no urlò a Lidia cosa facciamo quando siamo insieme a lavoro!" Si sedette sulla poltrona in pelle e lo tirò a lei, lo baciava dappertutto, le sue mani scivolavano sul suo corpo " Questa donna è il mio veleno! Sarà la mia rovina!" Mentre arrivava al culmine del suo piacere, lei si alzò dalla poltrona, lo spinge via, rivestendosi in tutta fretta sistemo' i capelli e il rossetto sbavato" Sono io che decido! Continua con Lidia!" Uscì dallo studio e salutò con molta fretta così come era arrivata.
Questi episodi si ripetevano frequentemente, tanto è che Lidia cominciò a insospettirsi e a fare domande. Un giorno in ufficio le dissi le mie preoccupazioni" Luana io devo sposare Lidia! Ed è incinta di me! Non puoi venire a casa ogni volta che tu decidi!" Lei per tutta risposta fece una risata isterica: " Io ti ho in pugno! Trova una scusa con la tua fidanzata! Dille che non deve essere gelosa di me! Io non sono ricca come lei, i miei genitori sono dei semplici impiegati! O devo dubitare dei tuoi sentimenti per lei?" Si sedette sulla scrivania, alzandosi la gonna mostrando le sue curve che mi facevano impazzire.Lei per me era come una droga, non riuscivo a fare a meno di lei, era per me l' acqua fresca nel deserto.
Gli anni passavano, io e Lidia eravamo sposati e avevano un bambino Marco. Laura si sposò con il mio migliore amico, lei diceva che mi doveva punire per non aver scelto lei.
Quindi le uscite con loro erano sempre più frequenti, a volte andavamo noi a cena a casa loro altre volte si fermavano a mangiare a casa nostra.Dopo 3 anni nacque la loro figlia Federica era una bellissima bambina, a quattordici anni la mandarono in un collegio. A quei ricordi il giudice si sentì un peso al petto, bevve un bicchiere d' acqua e si addormentò stanco nel suo studio.

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