capitolo 19

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Taehyung ci potrebbe morire in questa galera di merda, puzza, fa freddo, vede pochissimo Jungkook, il cibo fa schifo e non può picchiare Yoongi.

Jungkook gli racconta tutti i giorni come il professore sia sempre più insopportabile, come lui , povero ragazzo, cerchi di allontanarsi, ma quel pedofilo del cazzo torna all'attacco puntualmente dandogli fastidio giorno e notte.

Avrebbe voluto ammazzarlo, quel Min Yoongi.

Ogni volta che vede Jungkook i suoi occhi brillano felici, quel ragazzo è diventato per lui la sua ancora di salvezza, davvero non sa come farebbe senza di lui.

Ma qualcosa è cambiato, qualcuno è cambiato.

Nello stesso istante in cui lo hanno chiamato per una telefonata.

-Kim , al telefono per lei.- urla una guardia sbattendo il manganello sulle sudice sbarre della sua cella.

Il ragazzo si alza stordito non capendo chi potesse chiamarlo se non Jungkook, che però lo aveva già avvertito della sua visita prevista per quello stesso pomeriggio.

Per questo si sorprende quando sente una voce così acuta squillare- Taehyung ciao, sono Jimin!- Jimin?

Inutile dire che le emozioni dentro di lui sono triplicate, il suo cuore ha perso una battito ricordandosi di quella sera in discoteca, quando seduto sul divanetto aveva assaporato le labbra piene di quel magnifico ragazzo.

-Ciao Jimin.....- sussurra confuso non capendo il senso della sua telefonata.

Il ragazzo dall'altro capo del telefono sorride felice all'udire la voce profonda del grigio- ho trovato un modo per tirarti fuori....- dice sicuro mordendosi un labbro agitato.

Taehyung sbianca sorpreso a quella comunicazione inaspettata.

Tirarlo fuori? Da quando jimin aveva tutte queste informazioni?

-in che senso? Come fai a sapere per cosa sono imputato?- domanda sempre più confuso, dopo quella sera al bar infatti si erano rivisti solo una volta, una sola, avevano chiarito, una scopata e poi ognuno sarebbe tornato alla vita di prima ,e questo è stato, ma Taehyung aveva perso il controllo e ora si ritrovava dietro le sbarre di una prigione.

-ho visto i notiziari, ma ora sono qui per tirarti fuori.- sospira fissando la parete davanti a lui.

Taehyung ancora non capisce, se era per la cauzione, non gliela avrebbero abrogata, figuriamoci metterlo fuori per buona condotta.

-come?-domanda solo stringendo la cornetta nera tra le sue mani, colto da un improvvisa speranza.

-io so delle cose tae, so che non ti stanno tenendo dentro per la rissa, ma perché sanno di te- e a quella parole il grigio si fa nervoso: impossibile era stato bravo a nasconderlo, è impossibile.

-di me?-chiede sentendo la paura farsi spazio tra il suo corpo.

Jimin respira profondamente- sanno dei traffici di droga Taehyung, sanno tutto.-

Il silenzio regna sovrano.

Il panico crescente invade la testa del ragazzo, della droga?

No no no, com'era possibile? Lui aveva fatto di tutto per non farsi scovare, gente fidata, uscite solo di notte, traffici ben coperti: come hanno fatto a beccarlo?

E poi con Jungkook avevano sistemato tutto, avevano chiuso tutto tempo fa, la droga non era più un capitolo della loro vita.

Ma se sapevano allora voleva dire che non sarebbe potuto uscire da questo schifo per anni, la prospettiva di rimanere in una cella fino a che non avesse compiuto 70 anni lo terrorizzava tanto quanto quella di non vedere mai più Jungkook.

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