capitolo 21

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-senti devi calmarti- sussurra Jungkook seguendolo fuori di casa.

-calmarmi?- urla Yoongi girandosi di scatto con la rabbia negli occhi- il tuo lurido fidanzatino è uno spacciatore, tu ne facevi uso, è nascosta a casa tua e dovrei calmarmi? Ti senti quando parli Jungkook?- strepita sempre più arrabbiato afferrando per le spalle il minore.

-io riuscirò a mettere apposto le cose...- tenta disperato.

Yoongi lo fissa- no Jungkook non ci riuscirai- bisbiglia allontanandosi da lui- non questa volta.

Il moro si sente morire, come può abbandonarlo così?

Vede il professore salire ina macchina, la cartella di pelle nera in spalla, il completo elegante, lui già si immaginava un futuro con lui: ma non c'è futuro per Jeon Jungkook, non c'è mai stato.

Si allontana dalla scuola ormai deserta lentamente, è diretto a casa, probabilmente Taehyung è già partito, se ne è già andato lontano da lui.

I suoi vestiti se ne erano andati per primi, poi qualche oggetto: uno specchio, una foto, un carica batterie, in una settimana è scomparsa ogni traccia di Taehyung.

I notiziari avevano già dato la notizia che per giorni aveva aspettato : " Kim Taehyung evaso durante il suo trasferimento nel penitenziario di Shangai".

Jungkook percorre la strada che lo divide da casa in fretta, come se qualcuno lo stesse aspettando, ma non è così.

Quando apre la porta il silenzio lo accoglie, un tetro silenzi che sembra rimbombare sulle pareti squallide della sua abitazione.

Toglie la giacca appendendola con poca grazie dirigendosi verso il salotto.

Il consueto divano grigio lo accoglie a braccia aperte- meno male che ci sei tu- sussurra ridacchiando.

Stendendosi su di esso cerca di ricordare Taehyung, cerca di ricordare quando nella sua testa tutto funzionava correttamente, una voglia lo assale.

Dovrebbe farlo?

Perché privarsene ?

Così dopo poco si alza nuovamente, questa volta deciso, quasi corre verso camera di Taehyung, una maschera di follia dipinta in volto.

Splanca la porta, ma si ferma di scatto, è un colpo troppo duro da sopportare.

La camera è vuota, le pareti disadorne, quattro tacchetti neri a indicare dove prima era posizionato il letto, l'armadio spalancato, neanche un capo al suo interno.

Tutto parte sempre da un tremolio, un piede, un occhio, questa volta parte dalle spalle, che iniziano a tremolare leggermente.

Il peso si fa sempre più insostenibile, come un pesante macigno che scorre inesorabilmente su di lui, lo fa sprofondare verso il basso.

Il pavimento dapprima così distante si fa vicino, vicinissimo, vorrebbe solo scomparire.

Freddo solo tanto freddo, questo si sente quando si sta per morire, Jungkook lo avverte, è ghiacciato, la sua pelle, la sua mente, il suo cuore tutto ghiacciato.

Lui è morto.

Jeon Jungkook è morto.

Toc, toc.

Due schiocchi si ripetono sulla porta di casa, lo saè la morte che lo viene a prendere, la lascerà entrare, spalancherà la porta di casa con il sorriso e finirà tutto presto.

Ma proprio quando mette la mano sul pomello la volontà si fa meno : dovrebbe aprire veramente?

Vuole davvero che finisca così in fretta? Ha solo 18 anni....

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