capitolo 16

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Jungkook non sa come definire la sua situazione, ma dopo ore di attente riflessioni è giunto a una parola che la descrive perfettamente: del cazzo.

Una situazione del cazzo, anche se dopo altre svariate ore di ricerche ha scoperto non essere una parola, ma una preposizione articolate e un nome.

Così si alza dal letto e lentamente si incammina verso il bagno, non prova neanche a guardarsi allo specchio, il suo riflesso lo farebbe inorridire maggiormente.

Lava la sua faccia con dell'acqua fresca e senza alzare il volto sussurra- che. Situazione.del.cazzo.- dopodichè come tutte le mattine va in cucina, versa i suoi cereali nella tazza, li mangia a secco perché il latte è finito, piange come un pazzo fissando la fotografia di lui e Taehyung abbracciati davanti a un monumento di Seoul, infine si veste per poi dirigersi a scuola.

Questa è la sua routine mattutina da quando il suo ragazzo è stato arrestato.

L'asfalto scorre sotto i suoi piedi come lava, inspira l'aria fresca mentre la sua destinazione si fa sempre più vicina, ma ancora una volta la sua calma, apparente, viene spezzata da lui.

Un braccio gli si attorciglia lungo i fianchi- buongiorno- quella voce che sempre lo rende più felice abbaglia il suo volto.

Jungkook si volta verso il moro con un sorriso stampato in faccia- buongiorno prof- risponde facendo ridere il maggiore scuotendo la testa.

-come stai?- domanda Yoongi lasciandogli un bacio sulla guancia, Jungkook mugugna soddisfatto da quel tocco- bene, lei?- anche se avevano avuto quei due momenti insieme il minore deve ricordarsi che è il suo professore quello con cui sta parlando.

-bene, oggi c'è verifica hai studiato?- Yoongi lo fissa sapendo già la risposta: no.

Lo aveva visto il giorno prima in prigione, così come tutta la settimana precedente, ormai ci viveva, se le ore di visita erano quattro le passava tutte lì, non si concentrava nemmeno per un secondo sul resto.

Jungkook si volta dando la vista della sua nuca al maggiore, facendo intendere benissimo la risposta.

Yoongi sospira affranto-Jungkook-ma non riesce a terminare la frase che il moro in questione lo interrompe- per favore non essere come loro, non criticarmi, per favore, faccio ciò che posso- detto ciò molla la presa e si avvia verso l'entrata della scuola da solo.

Appena dentro Jungkook si sente vulnerabile, prima era il gay, ma almeno aveva taehyung con se, ora è il gay, con il fidanzato in carcere.

Gli sguardi come anche prima si posano su di lui senza ritegno, ma se anche con le bracci adi Tae sembravano scivolargli addosso ora lo scalfiscono profondamente: è solo.

È solo in classe, in mensa, in palestra, a casa, per questo ha bisogno di lui, ha bisogno di Yoongi, ha bisogno di sentirsi amato e fa male.

Fa male andare in carcere e mentire, ma la cosa che ha fatto più male?

Jungkook entra nel carcere con passo silenzioso, mancano solo 5 minuti all'inizio dell'orario di viste e stranamente oggi si sente più felice.

La guardia registra il suo nome, delega la carta d'identità e firma l'elenco di diritti e doveri come tutti gli altri giorni.

Poi si dirige velocemente verso la stanza delle visite e vede Taehyung, il suo sorriso stretto in un gioioso rettangolo le mani protese verso di lui, è seduto su una sedia ,davanti a lui un tavolo sgombro.

Jungkook quasi corre nella sua direzione si siede nella sedia di fronte e dopo aver appurato che la guardia stesse guardando altrove rifila un bacio al maggiore.

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