Ero sempre stato invisibile.
Sapevo come si faceva e come ci si sentiva. Ero invisibile a scuola, nessuno mi vedeva e se la prendeva con me. Nessuno mi interrogava, nessuno voleva sapere il mio parere. Ero invisibile per le strade, lungo i marciapiedi. Ero invisibile a casa, invisibile anche a mio padre. Anche se ero scappato da cinque giorni sapevo che non sarebbe successo niente, non mi avrebbe cercato, non mi avrebbero trovato.
Perché in realtà io non c'ero.
Non ero lì.
Non stavo pedalando sui sentieri interpoderali per aggirare Hay-on-Wye e la loro merda di festival dei poliziotti. Non avevo recuperato il guinzaglio perché mi ero detto, guardandolo per terra, ora che ce l'avevo era davvero stupido lasciarlo lì, per dimostrare cosa? L'avevo preso, ma non l'avevo preso, perché io non esistevo.
Nessuno mi avrebbe visto correre tra le siepi su una bicicletta Breeze con attacchi Cinelli e sella Brook e tutto il resto in fondo a quel campo di grano cotto dal sole di quella che già si annunciava come la peggiore siccità dal 1976, qualunque cosa fosse successa nel 1976. No. Non mi avrebbero visto a Talgarth, e nemmeno a Brecon, per il semplice fatto che non ci sarei passato, a Talgarth, né a Brecon.
Avrei tagliato di nuovo nei campi, nei boschi, nei sentieri per il bestiame dove il bestiame non poteva più passare. I sentieri per i camminatori della domenica, di una domenica che non esisteva più. Sarei passato tra le valle dimenticate dai piani regolatori e dagli investimenti a fondo perduto per sostenere la crisi, lontano anche da Trefecca e da Llanfihangel, ma sempre verso il parco di Breacon Beacons, proprio così, contrariamente a ogni logica, e a ogni altro mio stupido obiettivo della mattinata, il mare, mi ero detto, oggi arrivo al mare, pensa che razza di idiota sognatore acchiappa lucciole che ero stato, no, se volevano farmi capire che potevano togliermi tutto, allora io avrei fatto capire loro l'esatto contrario, e quindi sarei andato dritto nel parco, partendo dal primo visitor center che avessi trovato sulla strada, e mi sarei arrampicato sui picchi più alti, avrei scavallato in senso longitudinale correndo in sentieri così minuscoli che nessuna pattuglia della Polizia ci sarebbe potuta passare.
Fino alla A4059, e da lì per Panderyn, dove abitava l'amica di Annabelle, e dunque la mia amica, e le avrei portato i miei omaggi, come facevano i bravi cavalieri, quando esistevano ancora.
Sarei andato alla cascata a costo di morirci sotto.
- Ma certo, Shackleton, che andiamo alla cascata. Non hai sentito cosa ho risposto a Mike? Ci andiamo per forza. No, amico mio, non preoccuparti. Non mi ha fatto niente. Mi sono fatto più male io caricando le pecore. Lui? Niente. Sono cose che capitano quando si ha a che fare con un bastone. Ma è colpa mia, solo mia. Non ci pensavo più a quanto può fare male.
Dovevamo essere invisibili anche prima.
Mi ero messo in testa che fosse cambiato qualcosa e invece no, bello. Volevo portarti al mare. Eh già, Shackleton. L'hai mai visto, il mare? Lo sai com'è? Domani, amico mio ci arriviamo e vedrai. Ma oggi facciamo la cascata. Le paludi. Il gomito del diavolo. È un strada che chiamano così. Non so perché. Sarà come il mio vedi? Come quello che mi ha ricucito Richmal. Che dici? No. Sicuro che non ci vanno da lui. Erano solo due parla parla, ma non ci vanno, stai tranquillo. E se ci vanno, ci vanno quando smontano il turno. Questa sera. E noi questa sera noi saremo già spariti. Siamo invisibili, Shackleton, tu e io, come Adrian Griffin. L'uomo invisibile. Adrian, proprio così, lo stesso nome di papà. Te la fai addosso dalla paura, con quel film, ma quando torniamo a casa gli chiedo se lo affitta di nuovo, così lo guardiamo insieme. È solo vietato ai quindici.
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HoopDriver
AdventureBilly è un ragazzino che scappa da casa e fa 200 miglia in bicicletta per mantenere una promessa: raggiungere il nonno alla casa di riposo in cui vive, prima che sia troppo tardi. Così la promessa si trasforma in un viaggio unico. Questa storia fa...