Il ritorno a casa fa schifo, invece. Lucas mi scorta, mentre Joy e Timothée son dovuti tornare a casa. Siamo zitti, mentre mi affretto a cercare le chiavi di casa nella tasca del giubbotto. Un sottile raggio di luce arancione mi accarezza la faccia, facendomi leggermente sorridere: i tramonti mi sanno di libertà, infinito. Faccio girare la chiave e, sempre in religioso silenzioso, percorriamo le scale. Apro la porta di casa mia, quasi tremando. Lucas mi poggia un braccio sulle spalle, mentre gli faccio strada: è il primo dei miei amici, dopo Joy, a mettere piede in casa mia.
I miei sono seduti nel tavolo della cucina, le mani intrecciate, gli sguardi persi. Accanto a loro, mia nonna, la profetessa, Alessandro, con il volto scuro. <Alla buon ora> mormora quest'ultimo. Guardo i miei spaventata, ma loro abbassano lo sguardo. <Lui è Lucas, il mio migliore amico> sentenzio. Mio padre si alza e gli stringe la mano, mi guarda e mi abbraccia, facendomi scoppiare in lacrime. All'abbraccio si unisce anche il mio amico, poi mia nonna: mia mamma, Alessandro e la profetessa rimangono fuori da quel groviglio di tenerezza. Continuo a singhiozzare quando ci stacchiamo e quando mi dicono che mi devo sposare subito, ora più di prima: ho fatto fare una figura di merda a tutti, soprattutto a tornare a scuola, a presentarmi ad attività di orientamento, seppur minime, e ad avvicinarmi a persone come Timothée. Lucas lo difende: sa che non ho diritto di parola in quelle quattro mura. Il litigio è immediato: lui ed Alessandro iniziano a parlare di me, del mio futuro. Il mio amico sostiene che io debba avere libera scelta, Alessandro no. <Basta!> interrompe mio padre. Si zittiscono. La profetessa prende la parola. <Se Eúdore si sposerà le possibilità di morte per la profezia diminuirebbero> annuncia. Lucas mi guarda stranito. <Profezia?> mi domanda perplesso. <Se si innamora muore> sentenzia Alessandro. <Come sapete che non mi innamorerò di Alessandro?> mormoro. Il mio amico continua a guardarmi perplesso. <Si vede che non lo farai. E poi lo ha detto lei> risponde. Sospiro. Mio padre riprende a parlare. <Io...io vorrei che mia figlia avesse la possibilità di sposarsi con chi vuole e realizzarsi così come abbiamo fatto io e la madre> gli sorrido, speranzosa. <Ma la fortuna non gira e non girerà sempre a tuo favore tesoro. E questo è un caso. Ti sposerai settimana prossima, invita chi vuoi> sentenzia. Si alza dal tavolo, segno che la riunione è finita. Lucas mi abbraccia, mentre non ho neanche la forza di piangere. Alessandro saluta e se ne va, mia mamma, mia nonna e la profetessa si allontanano nel gineceo.
STAI LEGGENDO
Έúδορε/Timothée Chalamet.
FanfictionChi deve morire è già morto; e un morto non è più nulla.-Alcesti, Euripide. Liberamente ispirato dalla tragedia greca.