La mattina seguente la casa è immersa nel silenzio. Mi ritornano in mente tutti gli eventi della sera prima e mi alzo sbuffando. Non appena arrivo davanti allo specchio, mi viene da piangere: i capelli sono tagliati in maniera asimmetrica sia davanti che dietro. Decido di prepararmi e andare dalla parrucchiera per rimediare allo scempio che ho in testa. Prendo un paio di jeans e una felpa bianca, poi mi chiudo in bagno e dopo mezz'ora riesco. Mentre sto uscendo, incontro mia nonna seduta sul divano che legge un libro: il "Simposio" di Platone. Non appena sente i miei passi, lo poggia e mi fa segno di sederle accanto. Mi accarezza i capelli asimmetrici, il braccio e poi mi prende la mano. <Sono sicura che ti troveranno un buon marito, io lo sapevo che quel ragazzo non faceva per te> mormora. Annuisco poco convinta, e lei se ne accorge. <Non darmi ragione perché devi, ma perché lo senti> dice. <Nonna non mi va di sposare un ragazzo di cui non sono innamorata o di cui non so nulla. Vorrei realizzarmi come persona, poi magari avere una relazione e sposarmi> le confesso. Lei annuisce. <Io lo so che c'è già questa persona, ma non fa parte del nostro mondo. Non è così?> domanda. Mi giro con gli occhi spalancati, incredula. <N-no, non capisco> balbetto. <Quel ragazzo> continua. <Quale ragazzo?> chiedo. <Quello con i riccioli> dice. Mi sta guardando negli occhi: sa che così non potrò mentire. <Sinceramente non so e non credo> dico. Mi alzo. <Ora vado nonna, a dopo> le sorrido, dandole un bacio tra i capelli e poi apro la porta, uscendo.
***
Guardo il mio nuovo taglio, soddisfatta: con questo caschetto, sembrerò una scodella ma meglio dell'altro taglio. Faccio girare la chiave nella toppa ed entro in casa: i miei genitori sono seduti nel tavolo, con la profetessa e mia nonna, ed in piedi davanti ad una sedia c'è un ragazzo biondo, gli occhi chiarissimi e la pelle bianchissima. Mi sorride timido, quasi preoccupato e spaventato. Mi intenerisce. Mi avvicino porgendogli la mano. <Eúdore> mi presento, sfoggiando il mio sorriso migliore. Lui si rilassa, ricambiando la stretta. <Astianatte> mormora. Si siede, io lo affianco. <Vi sposerete tra meno di un mese> dice mia madre, mentre mia nonna e la profetessa annuiscono. Annuisco anche io. <D'accordo>. Tutti esprimono il loro stupore con sorrisi ed occhiate sorprese e compiaciute. <Ora fagli fare il giro della casa> dice papà, dandomi una pacca sulla spalla. Sorrido.
Non appena arriviamo in camera, chiudo la porta e ci sediamo nel mio letto. <Sono gay> mi dice. Gli sorrido. <Non c'è alcun problema: non sei l'unico ad amare qualcuno di impossibile per la propria famiglia> sussurro. Non appena ammetto ciò, il mio corpo inizia a riempirsi di macchie. Astianatte si alza spaventato, mentre io osservo il rossore della mia pelle, le macchie che si formano, poi sento il rivolo di sangue che scende dal mio naso. Provo a ripetere il nome della persona in questione nella mia testa, mentre il sangue abbonda. Tento di bloccarlo, senza successo. Astianatte è pietrificato, ma lo ringrazio mentalmente per non essere andato a chiedere aiuto alla mia famiglia nella stanza accanto. Mentre con una mano mi tampono il naso senza successo, afferro il telefono cercando il suo nome in rubrica. <Hey, che succede?> risponde con un tono di voce allegro ma allo stesso tempo preoccupato. <Mi sta uscendo molto sangue dal naso, tu parla nel frattempo> mormoro. <Okay, tieni la testa all'indietro come faccio io. Se c'è qualcuno con te fatti aiutare> Annuisco. <Astianatte mi aiuti?> chiedo. Lui fa come dice Timothée, facendo fermare l'emorragia. <Grazie Tim> dico. Lui risponde freddo e distaccato chiudendo la chiamata. Il mio nuovo marito mi guarda e sorride: <Abbiamo molto di cui parlare io e te>.
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Έúδορε/Timothée Chalamet.
FanfictionChi deve morire è già morto; e un morto non è più nulla.-Alcesti, Euripide. Liberamente ispirato dalla tragedia greca.