Epilogo

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Il mio diciottesimo compleanno.
Mi sveglio, consapevole della giornata frenetica ed impegnativa che mi si staglia davanti: la scuola, oggi fino alle 18 dato che dovrò occuparmi della parte politica; sistemare per la festa; la festa stessa, con alcuni dei miei parenti che detesto, come mia madre e la profetessa.
<Auguri piccola Dori!> esclama mio marito, portandomi un vassoio con sopra una tazzina di caffè, dello zucchero, una brioche al cioccolato ed un bicchiere di acqua. <Grazie mille!> dico, schioccandogli un bacio sulla guancia. Si ricorica accanto a me, mentre io divoro la buonissima colazione. Appena finito, lui riprende il vassoio mentre io mi preparo in bagno, poi usciamo per andare io a scuola e lui a lavoro. Mi saluta con un bacio a stampo, mentre scendo dalla macchina e vado incontro ai miei amici, che mi salutano con un abbraccio di gruppo. <Grazie ragazzi, siete i migliori> dico loro non appena ci stacchiamo e ci rechiamo ai rispettivi armadietti. Ci separiamo, dato che Giulia ha un corso di spagnolo, Joy e Lucas matematica avanzata e io e Timothée biologia.
<Volevo farti gli auguri in maniera diversa prima, più personale> sussurra, mentre mi bacia con trasporto. <Mi basta che tu ci sia oggi, e per ancora un po' di tempo> gli dico, mentre sorrido e lo prendo per mano. <Ho una cosa per te, aspetta> annuncia, lasciandomi la mano e riaprendo l'armadietto. Estrae una bustina chiusa da un fiocco, che mi porge, e che io apro con curiosità. Dentro, c'è un confanetto. Appena lo apro, rivela una collanina, decorata da un ciondolo a forma di margherita, formata da tanti brillantini. <Ma è bellissimo> sussurro, aprendo il gancetto e legandola al collo. <È molto semplice, ma mi ha ricordato te quando l'ho vista. Non è il solo regalo, comunque, che ti farò oggi, ci tenevo a precisarlo perché sai sono i 18...>dice, mentre lo faccio zittire con un bacio. <Va bene così. Adesso andiamo in classe. Grazie ancora amore> gli ribadisco. Lui sorride mentre arrossisce. Non appena entriamo in classe, tutti gli occhi sono puntati addosso a noi, ma li ignoriamo e prendiamo posto.
***
Non appena esco da scuola, tiro un sospiro di sollievo e mi affretto verso la caffetteria, dove ordino un frappuccino e poi mi reco in metro, calcolando quanto tempo mi rimane prima che gli ospiti arrivino e quanto tempo ho per allestire la casa.
Quando entro nel mio appartamento, Astianatte sta sistemando i vassoi del cibo in vari tavoli, mentre io mi occupo di organizzare piatti, fazzoletti e posate,  decorazioni varie, per poi recarmi a fare una doccia e prepararmi. Indosso un paio di pantaloni blu eleganti a vita alta, un body a righe e un paio di tacchi neri semplicissimi. Per l'acconciatura, ho optato per dei ricci. Per il trucco, un po' di mascara ed un filo di rossetto. Mi guardo allo specchio, soddisfatta del risultato, per poi recarmi di nuovo in salotto, dove iniziano ad arrivare i primi parenti, che saluto con affetto e dei sorrisi, spesso falsi. Mi porgono regali, che scarto, mi fanno gli auguri per la gravidanza. Io sorrido e ringrazio, ma dentro di me sento un senso di vuoto: non volevo diventare così.
Alle 20.30 arrivano Lucas e Joy, inseparabili ma ora separati, poi Giulia ed il suo ragazzo, Michael, che abbraccia Astianatte, ed infine Timothée, bello come solo lui può essere: indossa una camicia bianca che gli sta gigante, dei pantaloni neri e delle All Stars del medesimo colore dei pantaloni. I capelli son scompigliati come sempre. <Auguri di nuovo!> esclama, entrando a casa. Lo abbraccio forte, aspirando il suo profumo. Ricambia, ridendo. <Ti son mancato, piccola?> mormora al mio orecchio, provocandomi una scia di brividi nelle braccia e nella schiena. <Molto. Ed io, ti sono mancata?> gli chiedo, con uno sguardo provocante. Annuisce, mentre mi porge una bustina, simile a quella che mi aveva dato la mattina. Anche stavolta, c'è un cofanetto, che rivela un paio di orecchini ed un anello, sempre con delle margherite. <Apri quell'altra bustina> mi esorta, non appena lo ringrazio per i gioielli stupendi.
Dentro la busta delle lettere, ci son due biglietti per Parigi, una delle mie città dei sogni per il suo patrimonio artistico, culturale e soprattutto letterario. <Oddio è stupendo!> esclamo. Tutti gli invitati accorrono intorno a noi, sorridendo e bisbigliando tra loro. Astianatte mi mette una mano intorno al fianco:<Wow! Questo sì che è un regalo Tim! Ma andate solo voi due?> chiede, dandogli il cinque. <No, in realtà pensavo che fosse più giusto che la accompagnassi tu> risponde pacato. Tutti si zittiscono e guardano la scena, preoccupati e sorpresi, io delusa. <Tim, è più giusto che vada tu, insomma è il tuo regalo per lei> risponde Astianatte. <Credo che abbia ragione il riccioluto> si intromette mia madre. <D'altronde sei suo marito, no?> continua. Il mio coniuge la guarda con sfida e fastidio, rispondendole:<Credo che sia più giusto che decida Eúdore>. I miei parenti esclamano dallo stupore, mentre io, Enea, mia nonna ed i miei amici ci godiamo la scena compiaciuti. <No, devi decidere tu per lei, sei suo marito!> esclama mia madre, ormai livida dalla rabbia. <Signora, Eúdore è abbastanza matura da prendere le sue decisioni da sé e per prendersi le sue responsabilità. Deciderà lei> sentenzia di nuovo mio marito. Mia madre va via arrabbiata, mentre la festa prosegue. A mezzanotte i miei parenti vanno via, mentre i miei amici e Michael rimangono. Fanno una gara di shottini, vodka pong e la roulette russa, finendo alle 5 del mattino ubriachi marci. Scarto gli ultimi regali rimasti, poi vado incontro a Timothée, che è appena tornato dal bagno e sembra il più sobrio tra gli altri. Nonostante io non abbia bevuto nulla, sento un senso forte e fastidioso di nausea, mi sento febbricitante e tremo.
<Amore> lo chiamo. <Dimmi Dori> risponde, abbracciandomi, mentre avvicino il mio volto al suo. <Stanotte> borbotto, sentendo le macchie bruciare forte e un forte tremolio alle mani. <Stanotte muoio> rido amaramente, mentre delle lacrime iniziano a riempire i miei occhi. Timothée mi guarda preoccupato e stranito. <Hey no, che dici?> <Sì, la profezia, si è avverata> rispondo, convintissima. Sento anche le gambe cedere, mentre tutti guardano la scena spaventati e liberano il divano, dove Timothée mi fa sedere ed ordina a Lucas di portarmi dell'acqua. <Tu non vai da nessuna parte: abbiamo, e soprattutto hai, tante altre cose da fare> dice serio, mentre poggio la testa sulla sua spalla. <No Tim, no> singhiozzo, mentre bevo l'acqua. <Mi avevano avvisato ed io non ho ascoltato nessuno, ho fatto di testa mia> continuo, mentre inizio a tossire sangue e anche il mio naso inizia a perderne. <Chiamate Astianatte!> urla Timothée. <Dori, ascoltami. Non morirai, andrà tutto bene. Ci siamo noi. Guardami, cerca di stare sveglia> mormora abbracciandomi e facendomi tenere la testa verso l'altro, tamponandomi le narici con un fazzoletto, stavolta, senza successo. <Chiamate anche i soccorsi, veloci!> urla ancora, mentre perdo più e più sangue ed inizio a chiudere gli occhi.
Nel frattempo, Astianatte porta ghiaccio, acqua fredda, senza successo. <Fatela coricare> borbotta. Tutti si adoperano per me, mentre sorrido e scivolo nel sonno. <Grazie ragazzi, davvero> sussurro, senza forze, mentre tremo e perdo sangue, anche dalle macchie, che si stanno mangiando ogni singola parte di me. <Tim> mormoro. <Sì amore?> risponde speranzoso, baciandomi la fronte, stringendomi la mano. <Ti amo, tantissimo. Vorrei-vorrei che non fosse finita così perché- perché volevo un futuro con te. Vai avanti, va bene? Vai avanti> gli dico, mentre gli bacio la mano, insanguinandola. <Dori, dori tu sopravviverai okay? Noi-noi staremo insieme per ancora tanto, tanto tempo. Ti amo. Mi vuoi sposare? Andiamo a vivere in un altro posto, andiamo in Francia, viviamo dalla mia famiglia. Tu studierai discipline classiche ed io farò il biologo marino, come abbiamo sempre fantasticato. Mi sposi? Vuoi scappare via con me?> chiede frenetico. Singhiozzo, soffocando nel mio stesso sangue. <Sì amore, sì>.
Mi bacia, ci baciamo con disperazione, con desiderio.
In lontananza, le strade di New York vengono svegliate dal suono di un'ambulanza. Saluto i miei amici, Astianatte e Timothée un'ultima volta, con dolore, ma anche con gioia. Quanto è bello morire per amore, anzi per quell'amore, che ti fa ridere, piangere, e spesso anche ridere e piangere insieme, ti fa sognare e ti fa assaporare la felicità.
Non appena i paramedici entrano in casa, chiedendomi se io sia cosciente e non appena rispondo di sì, chiudo gli occhi stanca, assonnata, affaticata, ma felice. Con una mano, stringo quella di Timothée, l'altra, invece, la poso sulla mia pancia, dove risiede un'altra parte di me, che, a differenza del ragazzo con i riccioli bruni, mi seguirà nel viaggio verso l'ignoto.
Molti sono gli aspetti delle opere divine,
molte cose insperatamente realizzano gli dei;
e quelle cose che ci aspettavano non furono compiute,
mentre delle cose inattese il dio trovò la via.
Tale risultò questa impresa.

Έúδορε/Timothée Chalamet.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora