Io e Timothée non ci parliamo dalla settimana scorsa ed oggi mi devo sposare. Non sono andata a scuola. Ho fatto i vari riti purificatori, mi hanno conciato i capelli, mi hanno dato un abito che per il clima di dicembre è troppo leggero, mi hanno regalato dei bellissimi piatti e bicchieri. Manca ancora un'ora ma sento il via vai di ospiti nel salotto. Poi la voce di Lucas, di Joy e Giulia, che mi fa tirare un sospiro di sollievo. Vorrei uscire, ma finché non arriva Alessandro non sono autorizzata. Enea e l'altra mia nonna alla fine non sono stati accettati come ospiti, anche perché mio fratello ha iniziato ad attaccare i miei genitori, guadagnando altro risentimento. Frugo nel cassetto dove ci sono i giocattoli che dovrei dare come doni ad Artemide, come segno della mia speranza nell'avere figli: sono dei trenini di legno, bambole, trottole. Sento bussare alla porta, mia mamma compare annunciando l'arrivo di Alessandro. Prendo i giocattoli e mi reco in salotto: tutti si girano meravigliati e sorridenti, anche Alessandro mi fa dei complimenti. Sorrido un po' triste. Mi informano che è tutto pronto e che domani mi recherò nella mia nuova casa, ovvero a casa di Alessandro. Annuisco.
Appena la cerimonia inizia, con il sacrificio proteleia, mi porgono un paio di forbici: devo tagliare i capelli, segno della mia precedente verginità. Sciolgo lo chignon che con tanta cura mi aveva fatto mia nonna ed afferro una ciocca, iniziando a piangere. Nello stesso istante, Timothée mette piede nella stanza: ci guardiamo, io stravolta dalle lacrime e lui rosso per la corsa. Si avvicina a me, piano, ma Lucas lo blocca, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di entrambi. <Tagliati i capelli> mormora gelido Alessandro. <Non ci riesco> rispondo sincera: sono la mia parte preferita del corpo. <Allora lo faccio io> ribatte aggressivo. Il sacerdote lo ferma: <Deve farlo la ragazza, altrimenti non si può andare avanti>. Deglutisco, tagliando la ciocca che c'era tra le mie mani. Continuo a piangere, senza fermarmi: i miei piedi sono coperti dai miei capelli, così come il pavimento. <Possiamo iniziare> mormora il sacerdote. Mia nonna si riprende le forbici, sussurrandomi:<Sei bellissima, tanto ricrescono>. Le sorrido singhiozzante.
Davanti a noi, c'è una sorta di vasca dove dobbiamo immergerci. Alessandro mi prende la mano. Ci immergiamo solo le gambe, in quanto è troppo piccola e c'è troppa poca acqua, ma il sacerdote ci "aiuta" utilizzando una sorta di bicchiere: tutto ciò indica la nostra nuova vita come sposi. Tutti applaudono, compresi i miei amici: Joy sta piangendo, mentre Giulia ha un sorriso triste, così come Lucas, mentre Timothée ha una smorfia disegnata nelle sue labbra.
Gli uomini vengono chiamati al banchetto, mentre noi donne attendiamo che finiscano. Abbraccio le mie amiche, riattaccando a piangere. <Dori andrà tutto bene, non ti preoccupare, non sei sola> mormora Giulia, mentre Joy singhiozza. <Non potrò più andare a scuola> dico. Mi abbracciano ancora, finché una ragazza non entra nel salotto di casa mia: è più piccola di me, avrà forse 16 anni, ha un vestito bianco e dei tacchi neri. Alessandro, non appena vede la ragazza, si alza e la abbraccia, stampandole un bacio sulle labbra. <Dori lei è Alicia, la mia ragazza> dice sorridendo. Le stringo la mano per educazione. <Piacere> mormoro. Tutti i presenti si son fermati e ci guardano: sanno che cosa vuol dire, sanno cosa ho accettato con quella stretta di mano. <Lei vivrà con noi, sarà la mia concubina, ma con un legame affettivo> asserisce. La mano mi ricade sul fianco, mentre mio padre si avvicina a quel quadretto. <Figliolo ti devo parlare> sentenzia ad Alessandro. Tutta la sala guarda me e la nuova arrivata, mentre vorrei solo sotterrarmi. Sentiamo le urla di mio padre ed Alessandro, una porta che apre e poi si risbatte e le loro figure che si riversano in salotto. <La festa è finita, non c'è stato nessun matrimonio!> esclama il mio genitore. Il padre di Alessandro si alza e si avvicina a mio padre: <Come ti permetti?! Le ha presentato la concubina, non le ha detto chissà cosa!> esclama. <Non ha detto niente di tutto questo! Noi non siamo per la poligamia e lo sapevate! La nostra comunità la rifiuta!> alza ancora di più la voce. <Bene! Il matrimonio è annullato!> asserisce il padre di Alessandro. Tutti abbandonano la sala, tranne i miei amici.
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Έúδορε/Timothée Chalamet.
FanfictionChi deve morire è già morto; e un morto non è più nulla.-Alcesti, Euripide. Liberamente ispirato dalla tragedia greca.