L'infermiera non sa darsi una spiegazione scientifica a ciò che mi succede, ma crede che io mi debba riposare. <Devo chiamare i tuoi genitori o tuo marito?> domanda, mentre compila dei moduli. <Mio marito> rispondo, sollevandomi dal lettino. <Ti consiglio di fare una visita medica, per capire se il tuo bambino ha subito qualche danno o sta bene> dice. <Non ha neanche un mese> ribatto, raccogliendo le mie cose ed afferrando i fogli che mi porge. <Sempre meglio controllare. Ora lo chiamo. Tu aspetta qui fuori> dice. I miei amici mi raggiungono poco dopo, chiedendomi cosa abbia avuto. <Non lo sa. Vuole che mi faccia controllare per la salute del bambino> borbotto, mentre l'infermiera si dirige verso di noi:<Tuo marito sta arrivando>. La ringrazio, per poi continuare a parlare con gli altri. Timothée si alza senza salutare. Mi alzo anche io, inseguendolo.
<Che ti prende?> gli domando non appena lo raggiungo. <Nulla. Meglio se non ci frequentiamo più> dice, spostandosi i capelli dal viso. <Tim, per favore> mormoro, sentendo le lacrime che si accumulano negli occhi.<Eúdore ci stiamo facendo del male. Io ti voglio, tu mi vuoi, ma non possiamo stare insieme come vorremmo. Mi dispiace, ma è meglio per entrambi> dice. <Lo diciamo sempre e poi torniamo sempre l'uno dall'altra, per favore Timothée> lo supplico ormai piangendo, tentando di afferrare la sua mano, che si libera subito dalla mia presa. <Eúdore basta> risponde gelido. Singhiozzo più forte, mentre lui continua a guardarmi senza emozioni. <Stammi bene> augura, mentre mi volta le spalle e sparisce in classe.
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Έúδορε/Timothée Chalamet.
FanfictionChi deve morire è già morto; e un morto non è più nulla.-Alcesti, Euripide. Liberamente ispirato dalla tragedia greca.