Io e Timothée riprendemmo a frequentarci. Iniziamo ad uscire dopo la scuola, spesso nei fine settimana dormivamo insieme, dato che Astianatte stava con Michael. Loro due, a differenza nostra, non avevano mai smesso di vedersi.
La mia vita migliorò: diventò tutto più facile da gestire, le difficoltà che prima reputavo insopportabili, si rivelarono più semplici da superare.
La mia famiglia smise di chiedere un figlio: io ed Astianatte riprovammo varie volte, senza successo. Si arresero e smisero di venire a trovarci, abbandonandoci. La comunità, invece, continuava a chiedere un bambino, almeno uno, che potesse portare avanti le tradizioni per la seguente generazione. Provavamo senza successo. Decisero, allora, di pagarci una consulenza medica, che si rivelò inutile, dato che la comunità non voleva che il bambino si formasse e nascesse con strumenti artificiali. Ci lasciarono in pace per un po', fino a metà aprile quando tornammo nei nostri vecchi palazzi per l'organizzazione delle Grandi Dionise, in ritardo rispetto agli altri anni per i problemi di salute riscontrati da uno degli organizzatori. Salutammo le nostre famiglie da lontano, loro non provarono neanche ad avvicinarsi a noi. I miei vicini furono accoglienti come sempre, così come i bambini ai quali facevo da babysitter.
Per tutta la sera, mi occupai di loro, mentre gli uomini allestivano palchi, panche e montavano scenografie.
Alla fine della serata, mia mamma si avvicinò a me: <Ci dispiace> disse. <Per tutto. Ma queste son le tradizioni, questa è la nostra cultura> continuò. Guardai in lontananza mio padre, stretto a mia nonna, la cui salute peggiorava di giorno in giorno, secondo gli aggiornamenti di Enea. Senza neanche rispondere a mia madre, mi avvicinai a lei, abbracciandola. <Nipotina mia, prenditi il tempo che vuoi per quel bambino. Lo vorrei conoscere quindi spero di vivere abbastanza> disse, con la voce rotta. La abbracciai più forte. Quando mi stavo per staccare, mi riabbracciò e all'orecchio mi confessò che anche lei, alla mia età, aveva avuto numerosi aborti, e che solo all'età di 26 anni aveva potuto avere un figlio. La ringraziai e me ne andai, promettendo di venire a trovarla più spesso.
STAI LEGGENDO
Έúδορε/Timothée Chalamet.
FanfictionChi deve morire è già morto; e un morto non è più nulla.-Alcesti, Euripide. Liberamente ispirato dalla tragedia greca.