41. Fratelli?

303 38 45
                                    

Selina's Pov

Camminavo nervosamente per la stanza stringendo tra le dita quel pezzo di carta.
Sembrava che il mio cervello avesse messo in atto un meccanismo che non mi permetteva di elaborare ciò che leggevo.

Per tale motivo non riuscivo a prendere una decisione. Guardavo impaziente fuori dal balcone della stanza che mi dava una visione del vialetto di casa. Speravo che la risposta mi fosse suggerita dall'esterno.

Non riuscivo davvero a crederci... era.. era surreale.
Uscire dalla stanza quasi mi faceva paura. In sostanza ero circondata da persone che non avevo mai conosciuto per davvero.
Stimavo un'ideale, un'illusione.

Ripresi il borsone che avevo lasciato ai piedi del letto e senza farmi notare da nessuno uscii di casa.
Sentii la voce di quella persona che chiamavo "papà" e improvvisamente ciò che avevo letto nella lettera faceva da eco nella mia mente.
Era tutta colpa sua... ha fatto scattare il famoso "effetto domino" nella nostra famiglia.
Caduta una carta, cadono tutte le altre.

Mi avvicinai all'auto e mi misi al volante digitando l'indirizzo del loft sul navigatore.

La mia mente cercava di elaborare un discorso, azione invana, perché in quel momento una gran voglia di piangere, urlare e rompere tutto iniziava a scorrermi nelle vene.

Era difficile designare e esprimere attraverso le parole come mi sentivo.
Era davvero tutta una grande bugia... si sono divertiti tanto a prendersi tutti gioco di me.

Allo stesso modo, per la testa vagavano altre tesi... qualcosa che avesse a che fare con il mio intimo io. Forse davanti ai loro occhi ero così debole e fragile che preferivano tenermi allo scuro.

Ma ciò non li giustificava.

Meglio un'amara verità che una dolce bugia.

Questo loft distava un po' da casa nostra, tenevo stretto il volante quando mi accorsi che le mie nocche erano diventate completamente bianche per la pressione che esercitavo.

Dovevo solo arrivare presto a destinazione, solo così potevo evitare una tragedia.

Fermai l'auto in uno dei posti assegnati nel garage e mi precipitai su per le scale facendo tentennare le chiavi del loft. Quel rumore fastidioso metteva a tacere tutti i pensieri nella mia testa, o almeno ci provava.

Mi trovai dinanzi quella porta. Ero costretta a prendere una decisione importante : dietro quella porta c'era la persona che amavo con tutte le risposte di cui necessitavo, oppure dovevo tornare indietro e allontanarmi il più possibile da tutto e tutti per cercare di dimenticare.

Mordicchiavo nervosamente il labbro inferiore.
Le dita tremavano.
Il respiro era irregolare.
Le chiavi già inserite nella porta.

Feci scattare la chiave nella serratura con una lentezza straziante. Non durò molto perché qualcuno la aprì.

"Sapevo saresti venuta.." sussurrò con la voce spezzata abbracciandomi.

I nostri corpi sembravano quasi essere stati creati per incastrarsi perfettamente.

Mi stringeva così forte che il messaggio era chiaro : non mi avrebbe più lasciata andare.

Risposi con leggera lentezza all'abbraccio e iniziai ad accarezzargli la schiena.

Non me ne accorsi subito, ma lacrime calde e salate bagnavano il mio viso e scendevano copiose. Singhiozzavo. Il respiro era affannoso.

Iniziò a piangere anche lui anche se cercava di consolarmi sussurrandomi cose dolci all'orecchio.

The other side ⇢jdb. [COMPLETA; IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora