44. Un vincente può essere libero.

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Selina's Pov

Era stata una notte travagliata, il meteo seguiva il mio umore... mi accompagnava in questo viaggio che era la mia vita.

Non aveva smesso neanche per un momento di piovere. Stavo seduta sul letto a guardare la pioggia che batteva contro i vetri, mi aveva sempre affascinato, fin da piccola.

Accanto a me, sul letto, c'erano i biglietti per Milano e un foglio con il suo indirizzo insieme a tantissime altre carte che mi aveva dato Pattie.

Quei giorni che ero rimasta a casa insieme a Pattie, senza Jeremy, erano serviti affinché ella potesse rivelarmi più cose di quante ne dicesse in realtà.

Era ancora presto per parlare di perdono, ma apprezzavo in cuor mio l'avermi detto tutto ciò che c'era da sapere.

Accarezzavo la mamma sulla foto che mi aveva dato. Era così bella, solare, felice.
Daniel avrebbe potuto parlarmi di lei...

Pattie mi portò anche una piccola scatola in cui c'erano diversi biglietti di auguri per i miei compleanni da parte di Daniel... negli anni non si era mai dimenticato di me.

E io sarei andata con tutte quelle cose a Milano, l'avrei cercato, sapevo dove trovarlo.

Assorta nei miei pensieri mi toccavo nervosamente la collana che portavo al collo.

Ero ancora un po' scossa da ciò che mi aveva riservato il ritorno di Justin. Non potevo credere che mi avesse tradita... lui che mi aveva detto che non mi avrebbe fatto più del male.

Le promesse non valevano nulla. Costituivano a porti in un castello fatto di illusioni.

Mi aveva spezzata il cuore.

Dovevo allontanarmi per poter elaborare tutti questi nuovi eventi.

Necessitavo di una pausa...

Presi i biglietti, le foto e tutto l'incartamento e li riposi nella mia borsa a tracolla che mi avrebbe accompagnato come fedele compagna di viaggio.

Mi diressi con il trolley fino alla porta. Era presto, ma ci avremmo messo un po' per raggiungere l'aeroporto.

"Selina? Posso salutarti?" mi chiese Pattie scendendo dalle scale.

Combattei contro me stessa per decidere se farlo o no.

Annuii con il capo e mi avvicinai a lei.

Alla fine mi aveva cresciuta... ciò che aveva fatto l'aveva fatto perché pensava di proteggermi. Non potevo darle una colpa così grande.

"Fai buon viaggio... salutami Daniel" singhiozzò sulla mia spalla.

"Se hai bisogno, chiamami. Puoi contare su di me, per me sarai sempre la mia dolce bambina" continuò accarezzandomi la schiena.

"Grazie" riuscii a malapena a rispondere.
La strinsi a me abbandonandomi in quell'abbraccio.

"Ora va, altrimenti perdi l'aereo" sorrise sistemandomi il bottone del giubbino come era suo solito fare quando ero piccola.

Juliette probabilmente era già arrivata, mi stava aspettando sul vialetto di casa.

Ero ormai sul ciglio della porta quando mi voltai e vidi Justin.

Sentii il mio cuore spezzarsi ancora un po'.
Più in profondità.

Non gli diedi modo di parlare, fu solo un attimo che ci guardammo un'ultima volta e ci salutammo. Non so se quello sarebbe stato un addio...

The other side ⇢jdb. [COMPLETA; IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora