"What do you want, father?"

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Mi diressi verso il pianeta n°1 di mio padre, insomma, quello che gli avevo lasciato del suo impero. Odio a morte andare di nuovo in quel pianeta; mi danno ancora del principe.
Io sono un'imperatore!
Non sono più un principe, non faccio più parte della corte di mio padre: ormai quello è passato.
Passarono circa 5 ore, per poi approdare nel suolo di quel pianeta: da lontano potevo vedere il palazzo dove risiede mio padre.
Mi chiedo come hanno fatto ad attaccarlo mentre era a spasso nella mia proprietà quando non si muove neanche di un centimetro fuori da quel palazzo. Strano.
Scesi dalla nave, e decisi di portarmi dietro solamente Dodoria e Zarbon. Basta e avanza, giusto per tenermeli dietro.
Loro levitavano dietro di me, mentre io stavo nel mio comodo trono fluttuante; appena siamo arrivati davanti a quel palazzo, arrivarono delle guardie di mio padre, ed ovviamente, deve sempre esserci quel rompiscatole del suo consigliere: sir Gley.
Da bambino mi divertivo un sacco a prenderlo in giro per il suo nome: quest'abitudine non cambierà mai.

"Buongiorno Gey" gli dissi sorridendo.

"Buongiorno anche a lei principe Freezer, e per l'ultima volta, il mio nome è Gley" mi disse con un tono scocciato.

"Gley, Gey è la stessa cosa, basta che mi porti da mio padre" gli dissi.

"Agh- ehm...mi segua principe" mi disse infastidito.

Finchè continuerà a chiamarmi principe, io lo chiamerò Gey.
Entrai dentro al palazzo, e devo dire che non è cambiato per nulla: stesse enormi vetrate, stesso tappeto rosso, stessi addobbi. Uguale, tutto identico da quando me ne sono andato.
Ho dei bei ricordi qui dentro, ma ho sopratutto brutti ricordi.

Gley ci accompagnò fino alla sala del trono: come il resto del palazzo, anche questa stanza non è cambiata di una virgola.
Alla fine del lungo tappeto rosso, c'era uno scalino, e sopra c'era il trono di marmo, con cuscinetti neri di velluto.
Sopra c'era mio padre mentre sorseggiava dal suo calice dorato, il nettare amaro del suo pianeta n°1.

"Maestà, è arrivato il suo secondogenito, il principe Freezer" disse Gley.

Scesi dal mio trono, e avanzai pian piano verso di lui. Mi fermai appena poco lontano dal suo scalino, e mi misi a braccia incrociate.
Secondogenito.
Mi ribolliva il sangue al sol pensiero di quella parola.
Secondogenito.

"Buongiorno figliolo" mi disse mio padre.

"Buongiorno a te, Cold" gli dissi.

Vidi mio padre guardarmi con tristezza nei suoi occhi.
Io lo guardavo indifferente, non m'importa.
Poi vidi mio padre fare il cenno di andarsene a tutti i presenti.
Gley condusse tutti fuori, e poi uscii per ultimo lui e chiuse il portone.
Cadde un silenzio tombale.
Guardai a terra, cercando di evitare il suo sguardo.
Poi lo vidi alzarsi dal suo trono, e venire verso di me.
Si inginocchiò davanti a me.
Lo guardai dritto negli occhi, con un espressione sorpresa, confusa.

"Figliolo, ti prego, non chiamarmi per nome. Mi fa molto male sentirti dire queste parole" mi disse.

"Come se non lo sapessi il motivo per il quale di tratto così" gli risposi.

"Freezer, ascoltami bene. Ti ho voluto trascinare qui con l'inganno" mi disse.

"Beh, mi sembrava strano infatti che tu fossi uscito da questo palazzo. E perchè mai avresti dovuto trascinarmi qui in questo modo? Non ti bastava chiedermi di venire qua e basta? In più hai anche coinvolto Cooler" gli dissi.

"Saresti mai venuto?" Mi chiese.

"No" gli dissi.

"Ecco appunto. Visto che non ascolti me, avresti ascoltato tuo fratello, ecco perché mi serviva Cooler" mi disse.

Odio ammetterlo, ma aveva ragione.
E comunque io non ascolto Cooler, sono venuto qui per la mia volontà.

"Mmh..certo ti serviva il tuo figlioletto preferito per trascinare da te quello odiato vero?" Gli dissi.

"Freezer, non dire così, sai bene che vi voglio bene a tutti e due" mi disse.

"NON È VERO! ALTRIMENTI NON AVRESTI RESO LA MIA INFANZIA UN'INFERNO!" Gli urlai contro mentre mi allontanavo da lui.

Lui si alzò in piedi, e tentò di venirmi vicino, ma lo bloccai.

"Non azzardarti a venirmi nuovamente vicino, siediti nel tuo stramaledetto trono e dimmi ciò che dovevi dirmi, altrimenti me ne vado" gli dissi.

Lui mi guardò con uno sguardo da cane bastonato, e si diresse verso il suo trono. Si sedette, ed cominciò a sorseggiare quel nettare amaro.
Io mi posizionai dov'ero prima, e mi rimisi a braccia incrociate.

"Vedi figliolo, ci ho pensato allungo sul dirtelo, ma ora non posso più trattenermi, visto che ho bisogno del tuo aiuto" mi disse.

"E che cosa dovrei sapere?" Gli chiesi.

"Non so se vuoi parlarne ancora figliolo, potrebbe urtarti un po'" mi disse.

"Dimmelo e basta" gli risposi.

"Beh....volevo parlarti di una questione di cui non parliamo da quando è esploso il nostro pianeta natale, ovvero sulla questione di tua madre" mi disse.

Rimasi muto per un po'.
Non sapevo se ascoltarlo oppure lasciarlo perdere.
Non vorrei più ricordarla...mi farebbe solo male.
Ma....magari c'è qualcosa di positivo.
Magari è ancora viva.

"Vai avanti, ti ascolto"

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BUONDÌ!
Spero che questo capitolo vi piaciuto! Al prossimo capitolo!

(Ahn...rega dopo avervi fatto Ice, io e Elettra ci siamo impegnate su come fare anche la madre di Freezer e Cooler, ovvero Klio.

BREVE RIEPILOGO:
ho scelto questo nome perché dal greco κρύο, che si dice "Klio" appunto, e significa freddo, (mi pare che significa freddo, ma comunque centra con questo) quindi l'ho italianizzato col nome di Klio.
BELLA PENSATA EH?
NO?
VA BENE!
ARRIVERCI!

La vita di un imperatore... | Dragon Ball.  The Future Of Lord Freezer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora