Prologo

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"Malik porti il detenuto nella cella 185 subito dopo il controllo" La voce possente dell'uomo fece raggelare il sangue a Louis. Non doveva trovarsi lì. Non ancora perlomeno.
"Cosa diavolo sta dicendo? Non andrò da nessuna parte! Mio padre pagherà presto la cauzione razza di imbecille!"
"Le conviene rimanere in silenzio se non vuole aggravare ulteriormente la sua situazione. E le garantisco che non uscirà prima di aver subito fino all'ultimo secondo della penitenza" sorrise beffardo l'uomo prima di spingere malamente Louis tra le braccia del moro con cui si era ritrovato precedentemente a parlare.
"Ma chi diavolo ti credi di essere? Sai chi è mio padre? Ti perseguiterà per il modo in cui stai trattando suo figlio!" Gridò il castano facendo per ribellarsi ma il carceriere che era stato fino a quel momento semplicemente in silenzio, lo bloccò stroncando sul nascere il suo tentativo.
"Sta fermo e seguimi. Non otterrai nulla in questo modo" la voce del moro catturò la sua attenzione. I tratti del viso erano delicati, occhi nocciola e la carnagione della pelle leggermente più scura. Doveva sicuramente essere di origini straniere. Arabe probabilmente.
"Ma vi siete fottuti tutti il cervello? Non ci rimango neanche sotto tortura qui dentro!"
"Nessuno la sottoporrà a torture, almeno non le guardie" lo provocò l'uomo prima di trascinarlo verso una stanzetta che poteva benissimo sembrare uno spogliatoio mal ridotto di una qualsiasi palestra.
Louis non potè fare a meno di ripensare per tutto il tragitto alle parole che il moro gli aveva rivolto. 'Almeno non le guardie'. Cosa diavolo voleva dire?
"Spogliati"
"Cosa?" Louis boccheggiò mentre guardava esitante l'uomo che non deve avere più di trent'anni. Forse qualcuno in meno.
"Togli tutti i vestiti. Non farmi perdere tempo ragazzo" il moro assunse un'espressione annoiata e il castano non potè fare a meno di seguire le sue istruzioni.
Suo padre non era andato a pagare la cauzione. Non quella volta. Perché non lo aveva fatto? Davvero aveva intenzione di far rimanere il quel buco di fogna, il suo unico figlio? Queste domande lo perseguitarono per tutto il tempo in cui si denudò, uno per uno, dei propri indumenti, rimanendo, così, semi nudo sotto lo sguardo attento dell'altro.
"Ho detto tutto" disse duro il pakistano. Louis strinse i denti per non imprecare malamente e, anche se con una certa esitazione, tolse i propri boxer. Completamente nudo, ferito e umiliato. Era esattamente in questo modo che si sentiva in quel momento.
"Contro il muro" la voce della guardia catturò nuovamente la sua attenzione mettendolo sull'attenti mentre una certa agitazione si impossessava del suo corpo.
"Dammi l'uniforme e falla finita coglione"
Louis venne sbattuto prepotente contro la parete fredda e sporca. Il suo volto era premuto contro il muro e le mani dell'uomo andarono ben presto ad ispezionare il suo corpo, forse con fin troppa foga.
"Sicuro che questo sia parte della procedura? Sembra che tu ci stia provando un certo gusto a farlo e..." le parole del ragazzo si interruppero lasciando spazio ad un urlo disumano quando una mano lo penetrò prepotente da dietro.
"Tutto questo fa parte della procedura" sussurrò al suo orecchio il moro per poi allontanarsi da lui dopo il controllo. "Sei pulito. Adesso indossa l'uniforme e seguimi"





Questa è la nuova storia. Spero che vi possa piacere. Ormai le votazioni parlavano chiaro quindi non volevo aspettare ulteriormente a pubblicare il prologo ahahah

The Prison Bitch {LarryStylnson}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora