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"Harry" la voce del minore catturò l'attenzione dell'uomo disteso accanto a lui nel letto. Harry lo guardò negli occhi movimenti fugaci prima di richiuderli semplicemente.
"Mh?"
"Hanno aperto la porta per il cortile" insistette.
"Ci vuoi andare?"
"Tu non vuoi?" Chiese allora il più piccolo confuso. Era comunque uno dei pochi momenti che possono trascorrere all'aria aperta nonostante Harry non sembrasse esserne affatto interessato.
"Non oggi" 
Louis rimase leggermente deluso dalle sue parole ma decide di non replicare.
"Puoi andarci se vuoi, Louis. Rimani semplicemente accanto a Niall e nessuno ti darà fastidio" disse l'altro facendolo irrigidire. Non avrebbe assolutamente fatto affidamento sul biondo. Che poi... perché Harry sembrava esservi così legato?
"Tu e Niall siete buoni amici, giusto?" Chiese leggermente esitante mentre si accoccola a nuovamente sul petto del maggiore. Era ormai trascorso più di un mese dal suo arrivo nell'istituto. I rapporti con Harry non si erano mai evoluti in qualcosa di più che delle semplice provocazioni. Continuavano a farlo, adoravano stuzzicarsi nonostante questo non portasse mai a nulla di concreto.
"Qualcosa di simile"
"Da quanto sei qui dentro?" Chiese allora con voce incrinata. Harry era l'unico lì dentro con cui poteva dire di aver creato una pseudo relazione. Non sapeva cosa gli stesse succedendo ma erano state fin troppe le volte che si era ritrovato a pensare a lui al di fuori da quelle quattro mura. Louis aveva già parlato della sua vita e di quanto fosse successo. Niall gli aveva confessato il suo reato fin dai primissimi giorni mentre anche Liam col tempo era riuscito a confidarsi con lui. Non rimase poi così sorpreso quando il castano confessò di aver hackerato e derubato l'azienda nella quale lavorava. Non che supponesse nulla al riguardo ma non lo aveva mai visto come un uomo capace di compiere un reato 'turbolento'.
"Dieci anni" rispose il riccio. Dieci anni erano tanti, troppi. E ricordava perfettamente quando il riccio gli aveva detto che avrebbe dovuto passare in quel posto ancora fin troppo tempo.
Ma cosa aveva mai fatto per una pena così lunga? Un brivido gli attraverso la schiena quando si ritrovò a pensare all'unica opzione che potesse essere plausibile.
"Cosa hai fatto, Harry?" Chiese leggermente insicuro dalla sua possibile reazione. Forse stava insistendo un po' troppo. "Non devi dirmelo se non vuoi" aggiunse piano.
Al contrario da quanto si aspettava, Harry sorrise prima di posizionare una mano dietro la sua nuca per poi rilasciargli fievoli carezze.
"Potresti cambiare l'idea che hai di me" sussurro al suo orecchio.
"Non sono così impressionabile" lo incalzò.
"Quindi non mi guarderesti diversamente se sapessi che sono qui per omicidio?"
Louis si irrigidì boccheggiando appena. Se lo aspettava eppure sentirselo dire in quel modo lo fece trasalire leggermente. In molti lì dentro avevano compiuto lo stesso reato. Probabilmente alcuni di loro evitavano semplicemente di parlarne.
"Chi hai ucciso, Harry?"
"Perché ti interessa?"
"Vorrei conoscere il tuo passato" Harry sorrise. Non aveva detto di volerlo conoscere ma di voler conoscere il suo passato. Come se non fosse qualcosa che potesse essere ancora rimandabile a lui. Cose se non fosse qualcosa che avesse segnato completamente la sua vita. Come se davvero potesse lasciarsi alle spalle quanto successo dieci anni prima.
"Ho ucciso mio padre, Louis" chiuse gli occhi per qualche secondo per poi ripuntatelo in quelli del minore. Louis non fece una piega. Era rimasto completamente impassibile alla notizia.
"Cosa pensi adesso di me?"
Il più piccolo lo abbracciò prima di posare un bacio fugace sulle sue labbra. Solo un semplice contatto che aveva uno scopo ben preciso. Dimostrarsi presente.
"Penso che tu abbia avuto un buon motivo per farlo. Non avresti mai ucciso un uomo altrimenti. Non avresti mai ucciso tuo padre se non fosse stato necessario"
"Davvero uccidere qualcuno può essere considerato necessario?" Sorrise divertito.
"Beh si, la legittima difesa ad esempio. Se uccidi il tuo assalitore in quel caso non verrebbe considerato reato"
"Ma io sono qui dentro Louis. Le mie azioni sono state più che intenzionali"
"Tu non sei così, Harry. Se hai ucciso quell'uomo hai avuto le tue buone ragioni"
"Niente può giustificare quello che ho fatto. Non importa quali siano i motivi"
"Eri giovane. Tutti hanno commesso degli errori"
Harry sorrise amaramente prima di inclinare la testa all'indietro.
"lo rifarei anche ora, Louis. Lo ucciderei ancora"
I suoi occhi rimanevano chiusi mentre il respiro dell'altro si infrangeva contro la sua bocca. Era sempre più vicino e lo percepiva perfettamente. Quando le labbra del compagno di impossessarono delle sue, lo strinse maggiormente a se. Harry presso lo lingua sul suo labbro inferiore ricercandone l'accesso. Non bastava quel semplice sfioramento, lo voleva sentire più vicino. Le loro lingue si incontrarono e si intrecciarono. Harry esplorò la bocca dell'altro facendo diventare quel contatto sempre più prepotente.
Louis rispose e si lasciò travolgere dal momento. Probabilmente era sbagliato eppure non riusciva a spiegarsi questo bisogno di sentirsi unito all'altro.
Si allontanarono solo quando entrambi ebbero bisogno di riprendere fiato. Louis posizionò il volto dell'incavo del collo del compagno ma il suo corpo raggelò quando delle strazianti parole vennero sussurrate al suo orecchio.
"Quel bastardo violentava mia sorella, Louis. Lei aveva solo 14 anni. Non dissi nulla ma aspettai che giungesse la notte. L'ho accoltellato ripetutamente mentre dormiva al fianco di mia madre. Non potrò mai dimenticare l'espressione terrorizzata con cui mi guardò Anne quel giorno"

The Prison Bitch {LarryStylnson}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora