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La prigione 'Santa Monica' non vantava una buona reputazione in Inghilterra. Alcune delle interviste più recenti, infatti, l'avevano classificata come una tra le peggiori del paese. Gli ambienti erano cupi e non perfettamente puliti, i detenuti erano molti più di quelli che poteva contenere e inoltre le celle non erano fornite di doccia.
Tra gli sviluppi più recenti, molte riforme erano state varate per definire al meglio questa nuova situazione. Far usufruire ai detenuti di servizi igienici adeguati era ormai ritenuta una pratica indispensabile. Peccato che non tutti gli istituti penitenziari fossero ancora in grado di vantare questi servigi. Santa Monica era esattamente uno tra questi.
Louis si guardava attentamente intorno mentre la guardia lo conduceva verso il secondo distretto, in cui si sarebbe trovata la cella 185. Era proprio tra quelle quattro mura che avrebbe trascorso i successivi sei mesi. Tempo che sarebbe risultato essere davvero inferiore, se non nullo, in caso suo padre avesse deciso di pagare la cauzione.
La situazione della famiglia Tomlinson era una delle migliori del paese. I componenti della famiglia avevano sempre potuto usufruire di una vita agita e lussuosa. È proprio per questo motivo che Louis non riusciva ad accettare di buon grado di trovarsi ad essere ancora rinchiuso in quell'istituto.
"Se dovessi avere dei problemi con i detenuti non esitate a rivolgerti a una delle guardie, Tomlinson." La voce del moro catturò l'attenzione del ragazzo.
"Perché dovrebbero darmi dei problemi? Eviterò di pormi al centro dell'attenzione. Non creerò disturbo a nessuno e loro non lo faranno con me" disse tranquillamente il castano continuando a seguire la guardia.
"Sei carne fresca al momento. Catturerai l'attenzione che tu lo voglia o meno"
Louis si irrigidì leggermente ma cercò di non darlo a vedere continuando invece a proseguire lungo la strada.
Presto si ritrovarono dinanzi alla cella con il numero 185. L'ambiente era piccolo, troppo piccolo per contenere all'interno due letti a castello che fornivano ben quattro posti letto.
"Condividerò lo spazio con altre tre persone?" Sbottò contrariato guardando in direzione dell'uomo.
"Ti aspettavi una suite di lusso tutta per te?" Sorrise il moro per poi spingere il castano all'interno del piccolo spazio. "Gli altri sono in cortile ma il tempo a loro disposizione è quasi giunto al termine. Conoscerai presto i tuoi nuovi compagni ragazzo. Non piegarti alle loro richieste e non mostrarti debole. Non conviene mai farlo" aggiunse con voce dura prima di andarsene e lasciare Louis da solo.
La cella era stata lasciata aperta ma l'idea di muoversi da quello spazio non attraversò il ragazzo neanche per un istante. Si poggiò semplicemente su uno dei lettini per poi affondare la testa nel cuscino fin troppo duro e assolutamente privo di imbottitura.
Pochi minuti più tardi, il suono stridulo della campana annunciò ai detenuti l'imminente rientro nella struttura. Gli uomini si apprestarono a raggiungere le proprie celle sotto incitamento delle guardie che si affrettarono poi a chiudere le porte che davano libero accesso al cortile.
Louis guardò esitante gli uomini che entravano, uno per uno, nella cella. Il primo a fare il suo ingresso fu un ragazzo biondo di media statura, occhi azzurri e con un viso quasi angelico. Si meravigliò del fatto che un ragazzo del genere potesse trovarsi lì dentro.
Dietro di lui vi era un ragazzo dai capelli castani e occhi color nocciola, corpo tonico e assolutamente palestrato. Il fisico scolpito era in netto contrasto con l'espressione docile impressa sul suo volto.
Solo in quel momento gli occhi del castano si posarono sul terzo ragazzo. Alto, troppo alto, capelli ricci tenuti in disordine e occhi verde smeraldo. La sua espressione incuteva timore, soprattutto nel momento in cui il suo sguardo incontrò quello del nuovo compagno che rabbrividì in risposta.
"Ci hanno affibbiato un novellino quindi." La voce del biondo catturò subito l'attenzione di Louis. "Sono Niall ragazzino"
"Louis" rispose semplicemente guardando il compagno di cella prendere posto su uno dei letti di fronte a lui.
"Io sono Liam" intervenne l'altro, che a differenza dell'amico, si avvicinò a Louis porgendogli la mano.
"E tu sei?" Chiese allora in direzione dell'ultimo ragazzo che non aveva ancora proferito parola.
"Il proprietario di questo letto" indicò esattamente quello su cui Louis si era seduto. "Quindi o ti spogli e apri le gambe o ti togli subito dai coglioni" ringhiò con poca eleganza verso l'altro.
"Qualcuno ha mai scelto la prima opzione?" Il tono canzonatorio presente nella voce del castano fece ridere tutti i compagni di cella meno che Harry che continuava a guardarlo invece con espressione dura e distaccata.
"Harry non ha bisogno di chiedere ragazzino. Il sesso è il lusso migliore che ti puoi concedere qui dentro. Specialmente con uno come il mio amico" la voce di Niall catturò l'attenzione di Louis. Si accigliò a quelle parole mentre la sua testa iniziava ad elaborare fin troppe domande.
"Siete gay?" Si ritrovò a chiedere senza alcuna esitazione.
"Siamo tutti un po' gay ragazzo, soprattutto qui dentro" questa volta fu il riccio a parlare. I suoi occhi verdi diventarono un po' più scuri mentre si posizionavano in quelli ancora troppo brillanti di Louis.
"Parla per te. Non ho intenzione di aver a che fare con un altro cazzo che non sia il mio"
"Questo non sarai tu a deciderlo" Harry assunse un sorriso beffardo sul volto prima di strattonare con poca grazia Louis e riprendere possesso del proprio letto.

The Prison Bitch {LarryStylnson}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora