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Durante la notte, nella prigione di 'Santa Monica', le luci venivano spente. L'ambiente risultava essere tetro, quasi a voler rendere quel posto ancora più opprimente di quanto già fosse.
L'unica luce percepibile era quella proveniente da qualche lampadina nel corridoio principali del primo piano. Louis era disteso nel suo letto, non troppo predisposto a lasciasi andare al sonno e aveva ancora meno possibilità di riuscire a dimenticare quanto quegli uomini gli avessero fatto nel bagno.
Qualcuno iniziò a picchiare sotto il suo letto violentemente facendolo sussultare.
"Sta zitto" la voce roca di Harry riuscì a catturare ben presto l'attenzione del castano che si ritrovò a deglutire a vuoto mentre il suo corpo sembrava irrigidirsi. Cercò di serrare le labbra tra loro, ma le lacrime continuavano a rigare copiose il suo viso mentre qualche gemito di frustrazione scappava involontariamente dalla sua bocca.
"Ti ho detto di startene zitto dannazione! Ho bisogno di dormire!"
Louis boccheggiò dalla spavento ma decise di non protestare. Tutta quella situazione per lui era dannatamente frustante. Non poteva mostrare il proprio dolore liberamente e non poteva cadere in una discussione con il suo compagno di cella. Harry Styles sarebbe stato un ottimo alleato e per quanto fosse riuscito a capire, forse anche il migliore li dentro.
"M-mi dispiace"
"Non perdere tempo a scusarti, mi stai irritando"
Quello stesso giorno era stato violentato e umiliato. Possibile che nessuno provasse compassione verso di lui?
Più cercava di scacciare via le lacrime più queste aumentavano. Il suo corpo non gli obbediva, non importava quanto ci stesse provando.
"Scendi"
"T-ti ho già detto che mi dispiace"
"Ti ho detto di scendere, non farmelo ripetere" ogni cellula del suo corpo fremeva di agitazione. Scendere da quel letto sarebbe significato esporsi di fronte a Harry. Non avrebbe permesso a qualcun altro di giocare con il suo corpo.
"M-mi dispiace Harry, io non..."
"Non farmi perdere la pazienza Louis"
Si irrigidì sul posto a sentire la voce possente dell'altro. Non prevedeva repliche e questo era più che sicuro. Il suo respiro diventava pesante mentre seguiva le istruzioni che gli erano state date, alzandosi dal letto e scendendo le piccole scalette che gli consentirono ben presto di toccare terra.
Harry era steso nel suo letto. A differenza del l'irritazione che la sua voce aveva mostrato, il suo volto era sereno e rilassato.
"Cosa dovrei fare ora?"
"Vieni qui"
Harry si spostò sulla parte sinistra del lettino per poi mettersi su un fianco in modo da lasciare una generosa parte del letto vuota.
"N-no, non voglio" disse Louis esitante mentre i suoi occhi color oceano si incastravano in quelli verde smeraldo dell'uomo, leggermente socchiusi a causa del sonno.
"Non era una domanda" lo afferrò per un polso per poi strattonarlo facendolo stendere accanto a se. "Non ho intenzione di farti nulla, rilassati" aggiunse poi mentre il corpo di Louis sembrava rilassarsi a quelle parole "almeno non oggi".
Le braccia di Harry circondarono il suo corpo, avvolgendolo in un presa possessiva ma che non esprimeva pretese. Louis posizionò il volto nella sua spalla decidendo di bearsi del calore dell'altro. Inspirò il suo profumo che stranamente si rivelò essere davvero gradevole. Aveva sempre pensato che i detenuti fossero rozzi e puzzolenti ma fortunatamente quella regola sembrava non valere per tutti. "Perché lo stai facendo?" Chiese mentre una mano del riccio iniziava a segnare cerchi immaginari al di sotto dell'uniforme.
"Perché non è assolutamente mia intenzione passare tutta la notte a sentire le tue lagne." La sua voce era irritata e dura, nettamente in contrasto con le piacevoli attenzioni che le sue mani gli stavano donando.
'Mai mostrarsi debole' le parole della guardia continuavano a risuonare nella sua testa. Probabilmente non era il solo a doverci fare riferimento. La sua mente iniziò ad elaborare fin troppe domande. E se molti dei detenuti fossero solo costretti a mostrare una determinata parte di se? E se anche Harry stesse semplicemente recitando una parte? Nessuno di loro poteva mostrarsi debole infondo se non volevano essere risucchiati in un circolo vizioso dal quale non si sarebbe più riusciti ad uscire.
Le mani di Harry continuavano a toccare delicatamente la sua spalla provocandogli uno strano brivido di piacere. Si sentiva protetto in quel momento e probabilmente lo era davvero.
'Meglio essere la puttana di uno solo piuttosto che un buco da riempire per tutti'
Quanto gli avesse detto il riccio non sembrava più così innaturale. Magari non era del tutto sbagliato. O perlomeno non poteva essere più sbagliato di tutta quell'intera situazione.
"Ci sto Harry"
"Cosa stai farneticando ora, moccioso?" Chiese Harry con voce leggermente impastata dal sonno.
"Diventerò la tua puttana" le parole del castano riuscirono a catturare subito la sua attenzione. I loro occhi si incastrarono tra di loro mentre un sorrisetto compiaciuto compariva sul volto del riccio.
"Promettimi solo che non permetterai a nessun altro di toccarmi e sarò la tua puttana, Harry" sussurrò prima di stringersi maggiormente a lui bagnando la sua spalla con le lacrime che neanche per un secondo avevano accennato a fermarsi.
"Sarai solo mio, Louis. Nessun altro potrà toccarti"

The Prison Bitch {LarryStylnson}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora