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Il viaggio terminò dopo un paio di ore. Il ministro Kingsley e la piccola Abigail, ancora addormentata, arrivarono ai piedi di un enorme castello, dove li stavano aspettando una donna e un uomo avvolti nell'oscurità della notte. La donna aveva un vestito verde smeraldo, un cappello a punta del medesimo colore, dei capelli castani brizzolati raccolti in un perfetto e ordinato chignon. Aveva degli occhiali quadrati posti sulla punta del naso, che lasciavano vedere, senza alcun problema, il suo sguardo cupo e triste. L'uomo, d'altronde, era estremamente basso, i capelli castani con una riga in mezzo, gli abiti sembravano quasi quelli che indossavano i babbani, erano abbastanza normali. Aveva una camicia azzurrina abbinata al blu scuro dei pantaloni eleganti.
"Professoressa McGonagall, Professor Vitious, buonasera" il ministro scese dalla carrozza salutando cordialmente i due professori.
"Buonasera a lei, ministro" Vitious sorrideva lievemente mentre ricambiava il saluto, mentre la professoressa osservava, con aria attenta, la carrozza, cercando con lo sguardo Abigail.
"Ministro, la bambina? Dov'é?" nella mente della professoressa si fece spazio il pensiero che anche la bambina fosse morta, insieme alla madre, e il terrore prese il sopravvento.
"Oh, non tema professoressa, é qua che dorme, sana e salva. É crollata dopo pochi minuti di viaggio"  il ministro aprì la portiera della carrozza, facendo vedere ai professori, la sagoma della bambina addormentata al suo interno.
"É sicuro ministro? Sicuro della sua scelta? Non credo che sia un bel posto sinceramente" la professoressa avanzò verso la carrozza osservando quella piccola sagoma accovacciata che si intravedeva nell'oscurità.
"Non abbiamo altra scelta. La bambina non ha parenti, l'orfanotrofio é l'unica soluzione" Kingsley aveva riflettuto per tutto il viaggio se questa decisione sarebbe stata la più adatta per la bambina, e, alla fine, era giunto alla conclusione che non poteva fare nient'altro.
"Professoressa McGonagall, può accompagnare lei Abigail all'orfanotrofio? Io devo scappare, impegni al Ministero" Kingsley prese tra le braccia la bambina e la porse alla professoressa con delicatezza.
"Ma, ministro, io non-"
"Arrivederci" il ministro non lasciò finire di parlare la professoressa, risalì di fretta e furia sulla carrozza che in un millesimo di secondo si rialzò in volo. Abigail, tra le braccia della McGonagall, era tranquilla e dormiva profondamente.
"Professor Vitious, la porta lei all'orfanotrofio?" chiese la donna voltandosi per guardare il professore accanto a lei.
"Non posso. Si immagina i pensieri dei babbani se mi vedessero? Sono troppo diverso. Se ne accorgerebbero subito" la professoressa annuì e, seppur controvoglia, si fece preparare una carrozza.

Il viaggio che ha fatto il ministro é stato assolutamente inutile. pensò la donna salendo sulla carrozza ormai pronta, facendo attenzione a non svegliare la bambina. Quando arrivarono a Londra era quasi l'una di notte. Le strade erano completamente deserte, fatta eccezione di alcuni ragazzi giovani, probabilmente ubriachi, che barcollavano sul marciapiede urlando parole poco dignitose. La McGonagall, sapendo l'indirizzo della struttura, non ci mise molto a capire la strada. L'orfanotrofio era lì vicino. Dopo quasi mezz'ora la donna e la bambina, ancora addormentata tra le sue braccia, arrivarono difronte a un cancello. Probabilmente un tempo era nero, ma, adesso, la professoressa vedeva solamente un colore marroncino, alternato a piccole macchie di vernice nera che sembrava dovesse scivolare via da un momento all'altro. Su una piccola colonna di mattoni era posto un campanello nero, probabilmente nuovo di zecca. La professoressa pigiò il tastino aspettando che qualcuno rispondesse.
"Ehm, si, buonasera chi é?" dal citofono si sentì una voce femminile, sembrava che si fosse appena svegliata e che fosse ancora parecchio assonnata.
"Oh, salve, sono Minerva McGonagall, ho...ho una nuova bambina per voi" Minerva non sapeva bene dove dovesse parlare, non le era mai capitato di dover parlare ad babbano tramite uno strambo oggetto, in più, si aggiungeva il fatto che lei non voleva lasciare la bambina in un posto simile.
"Oh, certo, le apro il cancello" dopo l'affermazione il cancello si aprì automaticamente, lasciando libera la vista sul giardino. L'erba era secca, gli alberi erano spogli e rivestiti da della corteccia nera. Più lontano, la professoressa, riuscì ad intravedere dei giochi per bambini estremamente rovinati e le sembrava di riuscire ad individuare anche numerose ragnatele. La donna si avvicinò lentamente all'entrata della struttura, salendo le scale arrivando così al portico. Il pavimento era in pietra, sicuramente sarebbe stato bello se non fosse stato completamente ricoperto di fango. Minerva non voleva stare lì fuori un minuto in più, perciò aprì la porta ed entrò nella struttura. I lampadari illuminavano la Sala d'ingresso dandole un'aria accogliente, sembrava carino l'interno, ma al primo passo che fece la professoressa, si sentì un forte e rumoroso scricchiolio, il parquet era estremamente rovinato e malcurato.
"Salve signora, la bambina é quella?" chiese una donna sui trent'anni indicando la bambina tra le braccia di Minerva.
"Si, si é lei" la professoressa alzò lo sguardo incontrando quello stupito della donna. Sembrava alquanto incuriosita dal suo abbigliamento, ma non ci fece caso, ignorò quello sguardo, e poco dopo anche la signore si ricompose.
"Ok, allora mi serve: il nome, il cognome, la data di nascita e il luogo di nascita" questa volto lo sguardo della donna era rivolto verso l'enorme schermo del computer posto difronte a lei.
"Si chiama Abigail, Abigail Rookwood. É nata il 15 gennaio 2006 al, ehm, a Londra" per un attimo Minerva pensò se dovesse cambiare il cognome della bambina, Augustus non si meritava di certo di dare il suo cognome ad una bambina dal volto talmente tanto dolce, tuttavia decise di rispettare la decisione di Amity. La donna castana posta dietro al bancone scrisse tutto sul computer, una volta che ebbe terminato, si alzò dalla sedia da ufficio guardando la professoressa.
"Bene, me la dia, starà benissimo qui" la professoressa, seppur con mille pensieri per la testa, e seppur fosse convinta al fatto che in quella struttura non sarebbe mai stata felice, le allungò la bambina, dopodiché andò verso la porta, pronta a lasciare quell'orribile posto per tornarsene ad Hogwarts.
"Ah, aspetti. É orfana o i genitori non la vogliono più?"
"É orfana" la McGonagall non si voltò neanche per rispondere alla ragazza, se ne voleva andare, il più presto possibile.

Mai come pensi||James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora