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Passò un mese dalla nostra vittoria e dalla nostra felicità. Dicembre era ormai incominciato da qualche settimana, e, quell'anno avrei passato le vacanze di natale diversamente. Lily aveva insistito tanto, così anche Rose e Dominique, a farmi andare a casa loro per le vacanze natalizie, e, dopo quasi un mese, mi ero ritrovata ad accettare, essendo che Lily aveva detto ai suoi genitori che ci sarai stata sicuramente. La relazione con Lorcan andava benissimo, ci vedevamo spesso e, malgrado qualche litigata, eravamo felici insieme. Mancava un giorno prima della mia partenza, così decisi di fare una sorpresa a Lorcan. Come regalo di Natale gli avevo preso un set per giocare a Quidditch, visto che mi aveva detto che ne aveva sempre desiderato uno, essendo che il giardino di casa sua era molto grande, perciò avevo deciso di comprarglielo. Andai davanti all'entrata della Sala Comune di Corvonero, dove c'era Lysander che mi attendeva.
"Ciao, Abigail" disse con un sorriso. Mi ero messa d'accordo qualche giorno prima con lui, in modo che potesse farmi entrare nella sua Sala Comune, dove in teoria avrei trovato Lorcan.
"Ciao, tuo fratello é dentro?" gli chiesi sorridendo e lui mi annuii.
"Tappati le orecchie, così dico la parola d'ordine" mi disse e così feci. Mi tappai le orecchie fino a non sentire nulla, e, pochi secondi dopo, la porta di Corvonero si aprì. La Sala Comune era molto bella, decorata con oggetti di colore blu e bronzo, i colori della casata. Non c'erano molte persone, qualche ragazza era seduta sui divanetti a leggere, mentre in un angolino, leggermente appartato, c'erano un ragazzo e una ragazza che si baciavano.
"Ehi, Lys, tuo fratello? Dov'é?" gli chiesi guardandomi intorno.
"Ehm, Abigail, io...io, mi dispiace" mi disse Lysander con una faccia triste. Non capii a che cosa si riferisse, ma poi guardai nella sua direzione, il ragazzo appiccicato alla ragazza era Lorcan.
"Io...io devo andare" dissi girandomi di fretta.
"Grazie Lys" dissi sforzandomi di sorridere. Aprii la porta della Sala Comune e uscii senza voltarmi. Iniziai a correre senza una destinazione, volevo andare il più lontano possibile, volevo dimenticarmi di tutto. Arrivai in un corridoio completamente vuoto, mi appoggiai a un muro e scivolai fino a sedermi per terra. Sentii gli occhi pizzicare e, senza neanche accorgermene, scoppiai in un rumoroso pianto. Iniziai a chiedermi il perché mi avesse tradito, iniziai a chiedermi se avesse mai provato qualcosa per me, se tutto quello che mi aveva detto era vero. La mia mente era in una completa confusione, aveva mille domande, le quali, però, non avevano una risposta.
"Rookwood?" mi sentii chiamare, era una voce familiare, ma non avevo la forza di voltarmi, o meglio, non volevo voltarmi.
"Abigail, che ti é successo?" disse nuovamente la voce avvicinandosi a me.
"Vattene via Potter, non ho bisogno dei tuoi insulti" dissi fredda, trattenendo le lacrime e voltando il viso dalla parte opposta di James, in modo che non mi vedesse. Non feci caso al fatto che mi avesse chiamato per nome, cosa che, solitamente, non faceva mai.
"Non ti voglio insultare, sarebbe ingiusto" disse sedendosi accanto a me. Voltai il mio viso verso il suo e lo guardai male.
"Ingiusto?!" gli chiesi leggermente irritata.
"Si, sarebbe vincere senza alcuno sforzo, e io voglio vincere lealmente" disse ridacchiando.
"Che ti é successo?" mi chiese nuovamente fissandomi. Guardai un punto impreciso del muro difronte a me e mi misi a pensare, pensare se dargli una risposta o andarmene.
"Nulla, sto benone" dissi voltandomi nuovamente verso di lui facendo un sorriso, cercando di renderlo il più realistico possibile.
"So che stai fingendo. Hai gli occhi tutti rossi, le guance bagnate e il trucco colato" mi disse indicandomi il viso.
"Abigail, che ti é successo?" mi chiese nuovamente. Cercai di mantenere il controllo, di rimanere impassibile, ma fu impossibile, e scoppiai a piangere un'altra volta. Decisi di mettere da parte l'orgoglio, di confidarmi con lui, avevo bisogno di sfogarmi, e, in quel momento, lui era l'unica persona lì con me.
"Io...io sono un casino, sono una perdente, mi...mi ha usata" dissi tra le lacrime.
"Non sei un casino, e neanche una perdente, nessuno ti usa"
"Si, si invece. Ero felice, ero felice cazzo, ma adesso non mi ricordo neanche come si faccia a sorridere" dissi tutto d'un fiato.
"Prima l'orfanotrofio, dove tutti mi odiavano, anzi, mi odiano, poi tu e i tuoi cugini con le continue prese in giro, e adesso ci si mette anche quel coglione di Lorcan" gridai nuovamente. Lui mi guardò stupito e, in pochi secondi mi ritrovai tra le sue braccia.
"Che ti ha fatto Lorcan?" mi chiese sottovoce.
"Mi ha usato, cosa pensi che abbia fatto James. Mi dice che gli piaccio, che mi ama, e poi lo vedo baciarsi nella sua Sala Comune con una gallina" dissi piangendo ancora più forte.
"Devi calmarti. Davvero, non pensarci. Se ha fatto così vuol dire che non ti meritava" disse sciogliendo l'abbraccio e guardandomi negli occhi.
"Per quel che riguarda me e i miei cugini, mi dispiace di averti trattato male" disse in un filo di voce.
"Tranquillo" dissi asciugandomi le lacrime, anche se alcune continuavano a rigarmi il viso.
"Io vado nel mio dormitorio" dissi alzandomi, e così fece anche lui.
"Ti accompagno" si offrii, ma io rifiutai.
"No, ho bisogno di pensare. Comunque grazie James, davvero" dissi facendo un leggero sorriso, che fu ricambiato. Mi incamminai vero il quadro della Signora Grassa, rendendomi conto di quanta strada avessi fatto. Quando entrai nella Sala Comune Rose, Dominique e Lily mi vennero incontro con un sorriso, che si spense non appena videro il mio viso con il mascara completamente colato.
"Che ti é successo?!" gridò Dominique preoccupata.
"Chi ti ha ridotto così?! Giuro che se é stato mio fratello lo amm-" disse Lily, ma fu interrotta dalla mia voce.
"Lorcan, lui mi ha usata. Tuo fratello non c'entra" dissi guardando Lily che aveva una faccia dispiaciuta e arrabbiata.
"Lorcan?! Quando te lo ha detto?! Io lo ammazzo!" gridò Rose perdendo completamente il controllo.
"Calmati Rose. Comunque non me lo ha detto, l'ho visto mentre si limonava una Corvonero, e da lì ho capito tutto" dissi con un filo di voce sedendomi sul divanetto difronte al camino.
"Sentite, non é che possiamo parlare d'altro? non ho voglia di pensare a quel coglione" chiesi gentilmente. Loro annuirono e si sedettero di fianco a me, iniziando a parlare di come avremmo trascorso le vacanze natalizie, riuscendo, talvolta, a strapparmi dei sorrisi.
Spazio autrice
Ehii, ecco il tredicesimo capitolo. In questo capitolo abbiamo una conversazione tra James e Abigail, che non é formata da insulti o scherzi, ahahah. Spero che vi sia piaciuto, non so se domani posterò un capitolo, essendo che é domenica, comunque cercherò di fare del mio meglio, ciaooo♡︎♡︎

Mai come pensi||James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora