Capitolo 1

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Come ogni giorno, mi ritrovo dinnanzi ad un grande armadio scorrevole tutto di colore grigio, contenente tantissimi vestiti buttati alla rinfusa per colpa della mia mania di lasciare disordine ovunque io mi trovi. Non so cosa mettere, ho tantissima roba ma metto sempre le solite cose. Per una volta vorrei cambiare, vedermi diversa. Magari vestirmi elegante e non mettere sempre quegli stupidi jeans neri, quelle maglie larghissime, indossate un po' come scudo, quel paio di Fila bianche e un giubbotto di pelle nero messo così a caso. Ma anche stavolta va così e mi dirigo allo specchio. Vorrei truccarmi, dato che non lo faccio mai. Mettere un po' di rossetto, del mascara e magari anche un po' di matita per mettere in risalto il marrone dei miei occhi. Vorrei anche cercare di coprire con del correttore tutta questa acne che ho in viso.  Poi però mi sentirei tutta appiccicosa e anche a disagio se le persone si girassero a guardarmi, quindi meglio evitare. Dopodiché vado in bagno e lavo i denti. In seguito abbranco la spazzola sullo specchio e cerco di sistemare questo cespuglio di capelli che mi ritrovo. Tentativo fallito. Mi avvio in cucina per la colazione.
Si sente un leggero profumino. Giro l'angolo e trovo mio fratello ai fornelli con impasto per pancake alle banane davanti, mi guarda e mi da il buongiorno, <<ti è piaciuto il risveglio? Ero di fianco al letto a guardarti dormire>> Mi esce una leggera risatina. <<HA HA HA, divertente. Domani verrò a svegliarti anche io in questo modo così vediamo se ti piace aprire gli occhi e trovare la mia faccia ad un millimetro dalla tua.>> Ridiamo entrambi e poi mi lascia scivolare un pancake sul bancone.
Arriva mia sorella, come al solito di pessimo umore. Anche oggi avrà litigato con il fidanzato. Ci guarda, <<smettetela di ridere e venite ad aiutarmi a mettere in ordine la casa.>> Ecco, dice sempre le solite cose. Cerco di ribattere ma lei subito mi da ordini. <<Passa il folletto nelle stanze. Nel frattempo io sistemo il casino lasciato da tuo fratello nella sua camera.>> Lei odia il disordine. È proprio l'opposto di me. Non mi oppongo perché poi seguirebbero numerevoli rimproveri, <<ai suoi ordini, capo.>> Moreno ride ed esce dalla cucina lasciando nel lavello tutti quei piatti sporchi da lavare.
Ho appena finito di passare il folletto, quindi per un po' mi stendo sul divano con il cellulare tra le mani. Passa qualche ora e si avvicina l'ora di pranzo. Come al solito cerco di inventarmi qualcosa da preparare prima che torni mia madre da lavoro. Apro il frigo, qualche pomodoro e del tonno andrà bene sicuramente. Sono le tredici ed arriva mamma.
<<Cosa hai preparato?>> , <<qualcosa di fresco. Lì fuori si muore dal caldo.>>

<<Avete chiamato papà?>> Sole risponde dalla camera, <<non ancora, aspettavamo te.>> Si fionda in cucina e avvicina il telefono all'orecchio. Si sentono piccoli spezzettoni di conversazione. <<Sei in ufficio?>>, <<torni a pranzo?>>, <<okei, ci vediamo stasera.>> Nel frattempo ci raggiunge Moreno.
Finito di pranzare, accendo la Tv e aspetto l'inizio della serie su Canale 5.

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