JACOPO
Sono ancora sopra di Maicol, nel mio sangue scorre adrenalina. Intorno si sta formando una folla di persone. Mabel ha continuato ad urlarmi di lasciarlo andare. Non ci riesco, non posso. <<Lei è andata via e questi continuano a menarsi>>, sento dei ragazzi parlare. Mi volto e Mabel non c'è. Se n'è andata? Perché? Cazzo. Mi aveva supplicato di portarla via da qui ed io non l'ho fatto. Mi alzo e la vedo allontanarsi sempre di più. Quello stronzo di Maicol mi prende di spalle e mi tira un pugno. Mi sanguina il naso. <<Vaffanculo>>, lo colpisco ancora una volta prima salire in auto e rincorrere Mabel.
<<Hey Bel, sali dai>> le dico abbassando il finestrino. <<Torno da sola a casa. Hai già finito di prendere a pugni Maicol?>>. Perché non capisce che l'ho fatto per lei? <<Ho perso il controllo, perdonami. Non doveva permettersi di chiamarti in quel modo. D'ora in poi non ti darà più fastidio>>. Dopo averla implorata innumerevoli volte, finalmente è salita in auto. Ha gli occhi chiusi e la testa appoggiata al finestrino. Siamo difronte al suo portone. <<Ti scrivo appena arrivo a casa, d'accordo?>>, vorrei passare ancora del tempo con lei, cercherò di convincerla a vederci stasera. <<Non farlo, dormirò un po'. Ti scriverò io>> dice chiudendo la portiera alle sue spalle. Mabel è davvero lunatica, un minuto prima è felice e quello dopo incazzata nera. E chi le capisce le donne? No, lei non è una donna qualsiasi, lei è diversa dalle altre. Ha quelle bellissime fossette che le compaiono ogni volta che sorride. Adoro il modo in cui diventa rossa quando le fai un complimento o la guardi un po' più del dovuto. E' forte, ma anche fragile. E' perfetta. Chi lo avrebbe mai detto che mi sarei innamorato della ragazzina incontrata per caso in quel locale.
Senza accorgermene sono già davanti casa, entrerò a fare una doccia. Sono passate quattro ore da quando ho riaccompagnato Bel, controllo il cellulare per vedere se mi ha scritto, e niente. Lo faccio io. <<Piccola sei sveglia?>>, spero mi risponda. Mi è venuta fame, in frigo non c'è nulla, non ricordo quand'è stata l'ultima volta che ho fatto un salto al supermercato. Afferro il cellulare, le chiavi dell'auto ed esco. McDonald's o Piadineria? Troppo scontato, vada per il Mc. <<Ceni con me?>> scrivo un nuovo messaggio a Mabel. Passano venti minuti e nessuna risposta. Apro la rubrica del telefono, "Moreno". Squilla. <<Pronto?>>. <<Hey bro, sei a casa?>>, spero in un si. <<Si, tu? Sento della musica quindi deduco tu sia in auto. Vuoi passare?>>, non aspettavo altro. <<Arrivo>> dico prima di chiudere la chiamata.
Busso al campanello. <<E' per me>> urla Moreno dall'intero. <<Hey bro, entra>>. Mi porta in salotto. Non ero mai stato qui prima d'ora, solo una volta ma non ho visto altro che l'ingresso. E' davvero grande questa casa, dall'esterno non si direbbe. Potrei perdermici qui dentro. <<Siamo soli?>>, cerco di estrargli qualche informazione su Mabel. <<C'è mamma di là in cucina>>. <<E Mabel?>> chiedo senza peli sulla lingua. Prima di rispondere si guarda intorno. <<E' uscita qualche ora fa, ha preso l'auto e non è ancora tornata>>. Perché non mi ha detto che usciva? Non che sia costretta a farlo, però poteva avvertirmi. Le mando un altro messaggio, <<dove sei? Moreno mi ha detto che sei uscita già da qualche ora>>. Stavolta la risposta non tarda ad arrivare, <<voglio stare sola, ci sentiamo domani>>. In questo siamo uguali. Ogni tanto abbiamo bisogno di isolarci dal mondo intero. <<almeno dimmi dove sei>>, non risponde. Dopo un'ora passata a giocare con Moreno a call of duty, vado via. Faccio qualche giro della città prima di tornare a casa. Mabel non mi ha più risposto.
MABEL
Dopo che Jacopo mi ha riaccompagnata a casa, ho fatto una doccia e sono subito uscita di nuovo. So di avergli detto che gli avrei scritto ma avevo bisogno di stare da sola. Mi ha mandato qualche messaggio e penso si sia incontrato anche con Moreno. Ho raggiunto la casa sull'albero, dopotutto lui mi ha permesso di venirci ogni qual volta volessi. Ho pensato molto a Maicol, se l'è davvero cercata oggi. Ancora non posso crederci di averlo rivisto dopo mesi, ho avuto una strana sensazione allo stomaco. Agitazione? Può essere. E' stato il mio primo ragazzo, ho condiviso tutto con lui, gli ho donato la mia verginità. Era tutto perfetto, poi però dopo due anni ho scoperto che era una bella relazione a tre. Da lì in poi, non ci ho capito più nulla. Sono anni che vorrei dimenticare, ma in un modo o in un altro continuano a tormentarmi. Ora addirittura mi compare anche in sogno. Sono rimasta qui tutto il pomeriggio. Devo ammettere di sentire la mancanza di Jacopo. Afferro il cellulare per scrivergli, ma è tardi. E' mezzanotte passata. <<Sono alla casa sull'albero>>, scrivo in risposta al suo messaggio di qualche ora fa.
Sto per fare una sciocchezza, ma non mi importa. Mi metto in auto e guido fino a casa sua. Dopo mezz'ora sono fuori al suo portone. Suono al campanello, starà dormendo. Riprovo un'ultima volta. La porta si spalanca e compare Jacopo tutto insonnolito. Ha i capelli spettinati e si stropiccia gli occhi. <<Bel, tutto bene? Che ci fai ancora in giro a quest'ora?>>, ha la voce rauca. <<Stavo tornando alla foresta e sono passata a salutarti>>, quanto è carino con quei pantaloni del pigiama. <<Cosa? Che ci facevi nella foresta di notte?>>, mi fa entrare in casa. <<Ero alla casa sull'albero>>. Vedo felicità e stupore nei suoi occhi. <<Andiamo a dormire piccola>>, mi afferra da sotto le gambe e con un gran sorriso mi porta in camera sua.
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Il sapore della libertà
ChickLitMabel vista da fuori è una ragazza come tutte le altre, 18 anni, solare e con tantissima voglia di vivere. Talvolta però l'apparenza inganna. Lei odia il mondo, odia le persone che la circondano e i suoi genitori. Non è perfetta. È lontana dalla pe...