Capitolo 9

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Arrivo a casa. Sono sola, quindi per il momento non dovrò dare spiegazioni a nessuno. Ho tutto il tempo necessario per inventarmi qualcosa. Mi dirigo subito in bagno, senza nemmeno passare per la camera. Butto i vestiti a terra ed entro in doccia. Le urla di Jacopo nel mandarmi via mi scivolano addosso. Perché mi fanno così male? Sembrano lame di coltelli che mi squarciano la pelle. D'avvero sono attratta da lui? Ripenso ai tatuaggi che ho notato oggi. Una farfalla sul retro della spalla e una frase sul petto proprio sotto al cuore. Non ho fatto in tempo a leggerla. Mi soffermo sulla farfalla. Mi chiedo quale sia il suo significato. Rimango ancora sotto al getto d'acqua per un po', poi mi costringo ad uscire. Mi avvolgo in un asciugamano e vado in camera da letto. Mi stendo e mi abbandono al sonno. Sono le undici di sera, ho dormito così tanto. La luce della luna si fa spazio tra le tende. Mando un messaggio a Gaia e Bea per chiedergli come stanno e che programma hanno per la serata. <<Hey, come state? Cosa fate stasera?>> scrivo. Dopo mezzo minuto mi arriva la risposta. <<Stasera casa>> rispondono. Ah bene. <<Serata Netflix da me?>> , accettano ed io infilo un pigiama. Scendo in cucina e preparo dei pop-corn. Suonano al campanello, sono loro.
Scegliamo il film da vedere e ci accoccoliamo sotto le coperte. Mi mancavano, era da tanto che non passavo una serata così con loro. Durante la visione del film ci scendono alcune lacrime. Il protagonista maschile muore di cancro. Odio questo tipo di storie. Andiamo, a chi piace vedere una cosa del genere? Scegliamo un altro film e a metà, Giada e Bea si addormentano lasciandomi da sola. Il mattino dopo a svegliarmi è il suono del campanello. Scendo di sotto cercando di non svegliare le mie amiche che dormono ancora. <<Nessuno apre in questa casa?>> grido dirigendomi alla porta. Cosa ci fa qui? Che è venuto a fare? <<Vedo che sei sempre di buon umore la mattina>> scherza lui. Mi ha sentita urlare. Che figura. <<Ciao. Che ci fai qui?>> dice. <<Buongiorno anche a te>> continua ridendo. Dio come mi irrita. <<Non mi fai entrare?>> aggiunge. Entrare? Perché dovrei farlo entrare in casa mia quando lui ieri sera mi ha cacciato dalla sua? <<Ehm, meglio di no. Non saprei come spiegarlo a mio padre>> dico. <<Tranquilla, scherzavo. Sono qui per invitarti a fare colazione visto che ieri non abbiamo più pranzato insieme. Scusami se mi sono presentato senza avvisare, non avevo il tuo numero ed eccomi qui. Ho ricordato la strada fatta la prima sera che ci siamo conosciuti.>> Che carino. Vuole portarmi a fare colazione. Ma carino cosa? Ieri sera mi ha imposto di uscire da casa sua e ora si presenta qui con questa stronzata? Mi guarda in modo strano, perché? Cavoli. Ecco perché. Ieri sera avevo freddo ed ho rimesso la sua felpa. Cerco di coprirmi con le braccia e imbarazzata dico <<Te la restituisco, tranquillo. E comunque sono con le mie amiche. Non posso lasciarle mentre ancora dormono per venire a fare colazione con te. Soprattutto dopo quello che è successo ieri.>> Accidenti. Perché ho nominato la serata di ieri? <<Già, a proposito. Scusami per ieri. Quello della mia famiglia è un argomento delicato>> inizia <<E comunque l'hai detto proprio tu, stanno dormendo. Non si accorgeranno della tua assenza. Cambiati, ti aspetto qui>> continua. Non mi va di uscire con lui. Lo ringrazio nuovamente ma rifiuto l'invito. Prima di richiudere la porta dico <<Aspetta qui, torno subito>>. Ritorno in casa, mi sfilo la sua felpa e ne metto una delle mie. Ritorno alla porta, gli porgo la sua e con aria arrabbiata la afferra e me la strappa di mano senza dire nulla. Mi volta le spalle e va via.

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