Capitolo 7

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Sono rientrata da soli cinque minuti e Moreno già mi riempie di domande nel vedermi scendere da un'auto che non era quella di Bea. E' molto protettivo, lo so, ma ho diciotto anni, so cavarmela anche da sola ormai. Gli volto le spalle e mi avvio in camera. Sfilo il cellulare dai jeans per metterlo in carica e lo appoggio sul comodino. Scendo in cucina con solo l'accappatoio attorno e mi preparo un panino. 

Mi sveglia la vibrazione del cellulare, è Giada. Cosa vuole? <<Pronto?>> 

<<Hey, che fine hai fatto? Dove sei combinaguai?>> risponde lei dall'altro capo. <<Sono a casa, stavo dormendo..>>, non sapete quanto io odi essere svegliata. <<Preparati, stasera ci divertiamo. Bea vuole andare a ballare, e tu verrai con noi. Senza discussioni. Passiamo a prenderti tra un'ora.>> Senza rispondere stacco la chiamata. Cavolo. Volevo solo starmene in camera mia tranquilla a dormire. Ma si dai. Mi farà bene passare un po' di tempo con quelle due. E poi l'alcol mi aiuterà a distrarmi. Non posso crederci di averlo detto davvero. L'alcol? Ancora? Sono stata la babysitter di Jacopo per tutta la notte ed ora quella che non vede l'ora di bere sono io. Non mi capirò mai. Un jeans nero con un taglietto proprio sotto la tasca posteriore e una camicetta monospalla andranno più che bene. 

Odio davvero tanto i tacchi. Non so come facciano le altre ragazze a portarli. Fanno male ai piedi e non sono per niente comodi. Per oggi farò uno sforzo. Voglio divertirmi e sentirmi bella per una volta. Infilo un paio di tacchi a spillo e metto del mascara con un po' di rossetto scuro. Afferro il cellulare dal letto ed esco di casa. Giada e Bea mi hanno scritto di raggiungerle ad un indirizzo. Quando arrivo, sono davanti a quel maledetto locale. Quello dove ho incontrato Jacopo, ma anche Xavier. Entro e mi siedo al tavolo dove sono Giada e Bea. <<Dovevate dirmi che saremmo venute qui, così rifiutavo e me ne stavo a letto>> inizio io. Mi lanciano un'occhiata fulminante ma non dicono nulla. Hanno già ordinato anche per me. Il solito drink di sempre, mente e Red Bull. Xavier quando mi vede quasi fa cadere il vassoio con la nostra ordinazione. Che reazione esagerata. <<Questo giro lo offro io>>. Che carino. Sempre bellissimo. Passano ore e il locale si riempie, tutti iniziano a ballare. <<Io mi butto in pista. Voi che fate?>> urlo per sovrastare la musica. Giada e Bea mi guardano perplesse, <<sul serio?>>

Sto ballando da quasi mezz'ora ed iniziano a farmi male i piedi. Mi siedo sullo sgabello al bancone ed ordino un Moijto. Forse solo perché mi ricorda Jacopo. Scuoto la testa in modo da mandar via quel pensiero. D'ora in poi non voglio più pensare. Dopo al Moijto seguono altri due drink. Bea sta cercando invano di convincermi a smettere. Non voglio. Voglio divertirmi. L'alcol ha preso il sopravvento. Ritorno in pista e comincio a ballare con il primo ragazzo che capita. Giada quasi si butta a terra dalle troppe risate. Il ragazzo mi stringe e si avvicina sempre di più. Per favore non mettete un lento sennò è finita. Detto fatto. Parte una canzone dei Fray, Never say never. Il ragazzo mi cinge in vita e mi prende per mano. Avvicina il suo viso al mio facendo poi scivolare l'altra mano sul fondoschiena. Mi blocca e mi stampa un bacio sulle labbra. Cerco di divincolarmi ma è molto più veloce di me, mi prende per un braccio e mi afferra di nuovo per la vita. A quel punto qualcuno gli sferra un pugno. Vedo una figura sfocata, alta e abbastanza muscolosa. Mi gira la testa, sto per cadere quando questo mi afferra al momento giusto. Ha un buon profumo. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare. 

Quando li riapro sono in una macchina. Ci metto poco a riconoscerla. E' quella di Jacopo. Che ci faccio qui? Cosa ho combinato? Non ricordo nulla. Spero di non aver fatto casini. Ho la testa appoggiata su qualcosa si comodo. Mi volto e c'è Jacopo che mi accarezza i capelli. Sta ridendo. <<Cosa ci faccio qui? Cosa mi è successo?>>

 <<Hai bevuto troppo e sei svenuta.>>

 <<Grazie. Da dove salti fuori? Non eri nel locale. Ricordo che stavo ballando con uno. Ma tu non c'eri>>. 

<<Fortunatamente sono arrivato nel momento giusto. Quel tipo ti ha toccata e baciata contro la tua volontà>> risponde. È ora di fargli la domanda fatale, <<sei stato tu a tirargli quel pugno? Perché l'hai fatto?>> Abbassa il viso e si guarda le nocche. Non c'è bisogno di altro. So già la risposta. 

<<Già te l'ho detto, ti ha toccata. Ha abusato di te mentre eri ubriaca fradicia. Non posso vederle queste cose. Scusami se ti ho rovinato la serata.>> Un ghigno gli compare sulla faccia. 

<<AH, solo per questo?>>

<<No, perché sei tu..>> 

Non ci sto capendo più nulla. Non voglio pensare. NON OGGI. VOGLIO BERE. Faccio per aprire la portiera ma lui inserisce la sicura.

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