Capitolo 38

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MABEL
Ho questo fantastico rapporto con Moreno che se dovessi spiegarlo a parole forse non ci riuscirei. Tutti i bambini del mondo hanno come eroi Superman, Batman, Spiderman, io invece ho lui. Il mio idolo, la mia fonte di ispirazione. Un giorno mi piacerebbe assomigliargli di più, avere il suo coraggio, la sua determinazione.
<<E' fantastico Bel. C'è altro che vorresti tatuarti?>>, beh, in realtà si.
<<C'è una città che senti tua? Che ti appartiene? Che si è insinuata in ogni piccola parte del tuo cuore senza averla vista nemmeno una volta?>>
<<Direi questa, è una delle più belle>>. Jacopo mi fa segno di sedermi sulle sue gambe.
<<La mia invece è Londra, la città dalle mille sfaccettature. Ho sempre sognato di poterci vivere un giorno, è così bella. Non so dirti cos'è che la rende così speciale ai miei occhi, ma cavolo, credimi, ne sono innamorata. A partire dal Big Ben e dal Tower Bridge, a finire al London Eye. Immagina di stare in alto, su uno dei sedili di quella grande ruota panoramica, di vedere tutta Londra, di aprire le braccia e sentirti libero come farfalle, farfalle blu. Il vento che ti scompiglia i capelli e tutto il resto del mondo messo in silenzioso. La sento mia quella città. Quindi ecco, vorrei tatuarmi qualcosa che la rappresenti, qualcosa di unico>>.
<<Sei una grande sognatrice tu, eh?>>
<<Certo, non c'è cosa più bella del sognare>>, mi aggrappo al collo di Jacopo.
<<Una cosa c'è, tu. Tu sei la cosa più bella che ci sia>>.
Il cuore batte all'impazzata, le mie gambe tremano e le farfalle minacciano di uscirmi dallo stomaco. Quel bellissimo momento tra me e Jacopo viene minacciosamente interrotto dallo squillo del mio cellulare. Sul display appare il nome "Maicol".
<<Pronto?>>, questo ragazzo ha un tempismo perfetto.
<<So che non sei sola, ci vediamo tra venti minuti fuori casa tua.>>
Non posso continuare così, devo risolvere questa storia. Io amo Jacopo e non ho alcuna intenzione di stargli lontano. Devo incontrare Maicol e chiudere una volta per tutte.
<<Tutto bene?>>, Jacopo irrompe nella stanza.
<<Tutto okei, era Christopher, il mio allenatore, devo tornare in palestra. Tra qualche settimana ho un incontro. Ci sentiamo più tardi vabene?>>
<<Certo piccola, a stasera>>, raccolgo le mie cose e vado via da lì.
Per tutto il viaggio verso casa, la musica ha occupato il mio abitacolo, ho cantato a squarciagola canzoni di ogni genere. E' incredibile quanto qualche parola e una melodia riescano a rispecchiarsi in ogni mio umore.
Sono ferma davanti al mio portone di ingresso da quasi un'ora ormai, e di Maicol non c'è traccia. Afferro il cellulare dal sedile del passeggero per vedere se mi ha scritto. Sei chiamate perse da mio fratello e di Maicol nulla, per fortuna. Il cellulare continua a squillare a vuoto, Moreno non mi risponde. Ho un gigantesco nodo in gola e la bocca completamente secca. Dopo vari tentativi finalmente risponde, <<Jacopo è in coma, dei tizi lo hanno aggredito fino a fargli perdere i sensi. Mi dispiace Bel>>. Il mondo mi è crollato addosso in un secondo. Ora mi è tutto chiaro. Maicol che chiede di incontrarmi ma non si presenta, era solo una scusa per lasciare Jacopo in casa da solo. Il cellulare mi cade di mano, le lacrime si fanno strada sul viso. E' tutta colpa mia. Dovevo lasciare Jacopo fuori dalla mia cazzo di vita. Sono stata egoista, ero accecata dal troppo amore per non capire quanto fosse seria la situazione. 
<<Sei ancora lì Bel?>>, Moreno ha continuato a parlarmi per tutto il tempo.
<<Scrivimi l'indirizzo dell'ospedale. Sto arrivando.>>
Finirò di autocolpevolizzarmi più tardi, ho bisogno di vedere Jacopo. La tristezza ha lasciato spazio solo alla rabbia. Quel bastardo me la pagherà.
Sono nella hall dell'ospedale, Moreno è qui. <<Cazzo Bel>>, mi stringe tra le sue braccia. Non sento nulla, solo dolore. <<Mi aveva chiesto di passarlo a prendere e quando sono arrivato fuori casa sua, l'ho trovato steso a terra, incosciente e ricoperto di sangue. Ho visto allontanarsi dei tizi in moto, erano quattro. Dio, ho provato a chiamarti mille volte.>>
<<Portami da lui>>, non ho voce. <<Non credo sia una buona idea..>>, se pensa di tenermi lontano da qui si sbaglia di grosso. <<Cristo, ho detto portami da lui>>.
Sembro uno zombie, se in questo momento mi vedesse un bambino, scapperebbe piangendo tra le braccia della madre. C'è solo una porta che mi separa da Jacopo. Vorrei trovare il coraggio di oltrepassarla, ma pronta o meno devo farlo. Giro la maniglia, e lui è lì, in quel letto, intubato fin sopra alla testa, fili da tutte le parti. Ha due grossi lividi sul viso, dei tagli sul sopracciglio e il labbro spaccato. Il dottore ha detto a Moreno che ha ben tre costole fratturate. Le gambe non mi reggono. Sempre più lacrime mi bagnano il viso. Mi butto a terra e mi abbandono a quell'enorme peso. Il mio Jacopo è in coma.

🦋||SPAZIO AUTRICE||🦋
Hey, scusate l'assenza di questi giorni, d'ora in poi cercherò di postare con più frequenza. Ecco qui un nuovo capitolo di "Il sapore della libertà".
Fatemi sapere cosa ne pensate okei?
Per Jacopo e Mabel le cose iniziano a farsi pesanti. Mabel dovrà prendere decisioni difficili.

Per tutte le curiosità e spoiler seguitemi sul mio IG: @mmellll02 💙🦋

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