Il profumo del caffè mi sveglia. Ho l'acquolina in bocca. Apro gli occhi e sono nel letto di Jacopo. Mi sistemo i capelli con l'elastico e mi avvicino allo specchio. Quasi mi viene un colpo. Ho una camicia celeste addosso. Indosso solo le mutandine. Cosa è successo ieri sera? Non ricordo nulla. Ho bevuto? Apro la porta della camera da letto ed entro in cucina. Jacopo mi guarda. Vedendomi vestita così spalanca gli occhi. Arrossisco, ho vergogna. Mi copro le mani. Il ragazzo seduto al tavolo ride. <<Ho combinato qualche guaio ieri sera?>> dico sperando la risposta sia negativa, <<non ricordo nulla, nemmeno come sono finita nel tuo letto e perché indosso questa camicia>> continuo poi. <<Tranquilla Mabel. Non è successo nulla. Abbiamo solo bevuto troppo e ti sei rovesciata il vino addosso>> dice. <<Bene, sono sempre la solita sbadata. Questo significa che non ho nulla da mettere per tornare a casa>> aggiungo disperata. <<Ti presterò io qualcosa>> mi consola. Facciamo colazione in silenzio e poi mi conduce in camera. Apre il primo tiretto del comò e tira fuori un paio di boxer neri. <<Ho solo questo che possa starti>> inizia a ridere. <<Perfetto, che figura>> dico prendendomi il viso con le mani. Ride ancora di più, poi me le sposta. Mi porge e dice <<indossali e non fare storie.>> Obbedisco. Mi vanno un po' grandi ma andranno bene per tornare a casa. Sembrano dei pantaloncini. <<Giuro che ti ridarò tutto>> ho ancora la sua maglietta. <<Ti sta tutto bene. Sei sexy vestita così>> dice poi. So che lo pensa davvero. Si vede dagli occhi. Sono imbarazzata. <<Ehm, ti riporto a casa>> mi guarda ancora.
Accosta di fronte al mio portone. Lo ringrazio ed entro in casa. Salgo di fretta le scale per non incontrare nessuno. Faccio una doccia e poi vado dritta a letto. Sono esausta.
Ho voglia di rivedere Xavier. Mi avvicino all'armadio, prendo uno jeans nero, stavolta non è strappato, ha una zip sul retro. Decido di mettere la camicia di Jacopo. La infilo nei pantaloni e metto un paio di converse bassa bianche. Arrivo al locale. E' tutto allestito per una festa. Xavier non è dietro al bancone ma seduto ad un tavolo vestito elegante. Mi vede entrare, mi sorride e viene verso di me. <<C'è una festa?>> dico. <<Si, è il mio compleanno, non ci siamo più visti e non ho potuto darti l'invito>> risponde lui. <<Oddio, tanti auguri>> lo abbraccio. Lui ricambia. <<Prendi qualcosa da bere. Sei mia ospite stasera>> aggiunge poi. Ordino un drink e mi siedo ad uno dei tanti tavoli. Xavier è vicino a me, appoggia il braccio sullo schienale della sedia. Ma perché tutti hanno l'ossessione di fare questo gesto? Non lo capirò mai. Mi vibra il cellulare in tasca. Un messaggio da Jacopo. <<Dove sei? Sono con Moreno. Ha detto che sei uscita>> scrive. Perché parla di me con lui? <<Sono con Xavier al locale, è il suo compleanno>> scrivo. <<Cosa? Che ci fai con lui? Va via da lì>> risponde subito dopo. Eh? Perché devo andare via? <<Perché dovrei? Mi ha invitata e sono rimasta>>. <<Non muoverti. Scarico tuo fratello e vengo lì>> dice poi. Mi fa ridere.
E' passata mezz'ora dall'ultimo messaggio di Jacopo. Ancora non si fa vivo. Non verrà più. Mi sto divertendo, hanno organizzato un gioco. Consiste nel cercare di centrare il bicchiere con una pallina da ping pong. Chi vince fa un sorso di vodka. Io sono in coppia con Xavier. Stiamo vincendo ad ogni turno. Faccio un tiro, anche stavolta centro il bicchiere. Xavier mi abbraccia e mi solleva in aria. <<Che cazzo sta succedendo qui?>> dice qualcuno. Mi si gela il sangue. E' Jacopo. Ci fulmina con gli occhi. <<Stiamo giocando>> rispondo. Si avvicina e mi strappa dalla stretta di Xavier. <<Ma che problema hai? Non toccarla>> dice il festeggiato. Jacopo mi oltrepassa e lo prende per il colletto della maglia. <<Non toccarla lo dico io a te. E non dirmi mai più cosa devo fare con lei>> dice. <<Lascialo andare>> imploro. Non mi ascolta. <<Jacopo lascialo andare ho detto>> strillo. Mi guarda ed allenta la presa. Poi mi prende per un braccio e mi trascina via. Appena siamo fuori urla <<Cosa cazzo ci facevi con lui? Con indosso la mia camicia poi.>> <<Mi ha chiesta di rimanere e l'ho fatto. Siamo amici. E per quanto riguarda la camicia io..>> vengo interrotta. <<Te l'ho data per sentirmi più vicino. Non per metterla e abbracciare lui.>> dice infuriato.
STAI LEGGENDO
Il sapore della libertà
Chick-LitMabel vista da fuori è una ragazza come tutte le altre, 18 anni, solare e con tantissima voglia di vivere. Talvolta però l'apparenza inganna. Lei odia il mondo, odia le persone che la circondano e i suoi genitori. Non è perfetta. È lontana dalla pe...