Quando Wentian aveva aperto gli occhi, quella mattina, si era sentito inebriato dal profumo dei capelli di Meizhen. Lei era rannicchiata sul suo petto, con le coperte aggrovigliate alle gambe nude. Sembrava temesse di vederlo scomparire, e Wentian non l'avrebbe biasimata per tanta preoccupazione.
«Zhen'er» la chiamò il principe, in un mormorio soffuso, togliendole le ciocche ricadute sul viso. La calda luce dell'alba si affacciava dalle finestre, infastidendo la giovane donna, che socchiuse le palpebre, mugolando di stanchezza.
«Non pensi sia troppo presto per alzarsi?» gli chiese, scivolando dall'altro lato del letto per coprirsi i seni e passare una mano sul viso radioso.
Wentian si mise a sedere, sentendo la schiena dolere a causa dei graffi ricevuti. «Da oggi in poi dovrò svegliarmi insieme al sole. E poi, tra poche ore partirò. Lo Xinjiang dista centinaia di lì da Pechino.»
Meizhen lo raggiunse, abbracciandolo da dietro per poi posare dei baci lenti sulla sua pelle, come a volersi scusare per averlo artigliato la sera scorsa. «Mi mancherai quando sarai via. Proverai a scrivermi, vero?»
«Certo che ci proverò, spero solo che questa battaglia non si prolunghi troppo» mormorò il principe, mentre la moglie appoggiava il mento sulla sua spalla. «Non è un addio, Zhen'er. Non devi preoccuparti per me.»
Lei rise mesta, per niente rassicurata da quelle parole. «Mi preoccupo, invece. È perché ti amo, altrimenti non lo farei» mormorò, con una naturalezza tale da lasciarlo di stucco.
Wentian si irrigidì, strinse le mani sulle lenzuola e abbassò lo sguardo sulle pieghe del tessuto, sentendosi improvvisamente a disagio. Meizhen lo amava. La sua donna, la moglie che aveva protetto, si era innamorata di lui. Era una cosa bella, allora perché il principe si sentiva in difetto?
Forse, era per via di Diaochan.
«E tu?» gli domandò Meizhen, improvvisamente seria. «Tu mi ami?»
Il principe si voltò a guardarla e osservò il suo viso pallido, abbellito da labbra cremisi e da un paio di occhi neri contornati da lunghe ciglia. Tuttavia, in quelle forme delicate, non c'era Diaochan.
Privo di una risposta, privo di una spiegazione, Wentian afferrò il volto di Meizhen fra le mani e la spinse sul letto, lasciando che le lingue si unissero di nuovo in quella danza violenta che li aveva accompagnati la notte precedente, quando si erano sfogati dopo troppi mesi di assenza.
Anche allora non aveva amato Meizhen? Nemmeno quando aveva messo al mondo suo figlio? O quando si era inchinata di fronte a lui, vestita di rosso, l'anno prima, promettendogli di vivere per sempre al suo fianco?
Wentian si sentì un bugiardo, un mostro e un egoista. Avrebbe voluto soffocare tutto nel sesso, magari così facendo Meizhen si sarebbe scordata del suo silenzio, della sua mancata risposta, ma sua moglie non era una stupida. Wentian lo sapeva, fin troppo bene.
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Dall'Alba fino al Tramonto
Historical Fiction{COMPLETA E AUTOCONCLUSIVA} Cina, 1750. La grande dinastia Qing ha trasformato la Città Proibita in un luogo di lusso e sfarzo, dove numerose concubine fanno a gara per servire nel letto dell'imperatore e dare alla luce un erede che garantisca loro...