Capitolo Diciannovesimo

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Con il cuore in gola, Meizhen infilò uno spillone composto da perle lucenti sul sostegno triangolare intorno a cui aveva avvolto i capelli

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Con il cuore in gola, Meizhen infilò uno spillone composto da perle lucenti sul sostegno triangolare intorno a cui aveva avvolto i capelli. Quando si sollevò in piedi, compì una giravolta, lasciando che il qipao volteggiasse con lei. Era rosa, gli orli e le maniche erano ornati con ricami violacei, e sulla gonna erano state ricamate una moltitudine di farfalle, simbolo di eleganza.

«Allora, vediamo un po' se mia sorella ha dato sfoggio della sua bellezza!» esclamò Eryue, fermandosi sulla soglia della porta, accanto a Xun'er. «Meizhen, il principe Haoran ti sta aspettando fuori, ma sappi che non ti lascerò andare se prima non ti avrò vista coi miei occhi.»

«Anche io non vi lascerò andare, gugu» la minacciò Xun'er, facendosi spazio oltre le porte scorrevoli, dipinte di rosso.

Meizhen si sforzò pur di non arrossire, voltandosi poi verso la sorella e la piccola amica nella speranza di soddisfarle. In un attimo, vide Eryue incurvare le labbra verso l'alto e togliersi un copri unghia, per poi infilarlo sul suo anulare. «Ora sì che sei perfetta, jiejie. Vedi di divertirti stasera.»

«E non tornate troppo tardi, gugu. Domattina la Concubina Imperiale dovrà porgere i suoi omaggi all'imperatrice e ci saranno tutte le altre consorti. Non potete mancare» la redarguì Xun'er, che sembrava terrorizzata all'idea di potersi presentare a palazzo Yikun in sua vece.

«Non temere, Xun'er, cercherò di non tardare. Conosco i miei impegni» la rassicurò Meizhen, lasciandosi accompagnare dalla sorella lungo il corridoio, uscendo in veranda. «Meimei, non restare in piedi tutto il tempo ad aspettarmi.»

«Sta' tranquilla, ho già una certa sonnolenza. E poi il medico mi ha detto di dormire regolarmente, per il bene del bambino» le spiegò, sfiorandosi il ventre ancora piatto e scortandola verso le porte di palazzo Yonghe, oltre cui si intravedeva una portantina rossa, come quelle che si usavano durante i matrimoni. «Oh, ci avrei scommesso che il principe Haoran si sarebbe fatto riconoscere.»

«Avevate dubbi, Concubina Imperiale Shan?» domandò il principe, sollevando le tende della portantina per scendere e rivolgere loro un sorriso avvenente. «Quando arriverà il vostro compleanno vi farò un regalo così bello da non poterlo nemmeno sognare.»

Meizhen si voltò a guardare la sorella che, concitata, si portò una mano sulle labbra per nascondere un sorriso. «In tal caso non vedo l'ora che la primavera arrivi, vostra altezza. Mi avete messo curiosità.»

Il principe Haoran chinò il capo in cenno di assenso, poi tese una mano verso Meizhen, osservandola con occhi incantati. La giovane, ancora una volta, prese la mano dell'uomo e si specchiò nelle sue iridi, sentendosi coraggiosa. «Allora, splendo abbastanza, principe Haoran?»

«Molto più di quanto mi aspettassi» la lusingò il principe, aiutandola a salire a bordo della portantina e prendendo posto di fronte a lei. Batté dunque una mano sulla parete e i cavalli si incamminarono verso le porte di palazzo, abbandonando l'harem. «Tu e la Concubina Imperiale avete fatto pace?»

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