Meizhen posò una mano sulla fronte quando si svegliò, intontita. I fumi dell'oppio sembravano essersi attaccati alle pareti, alle lenzuola, allo spirito di Ai Lun che ancora vagava in quella stanza. La donna aveva chiamato aiuto attraverso canzoni che Meizhen si era premurata di ignorare, fino allo sfinimento.
Chi lo avrebbe mai detto che, un giorno, avrebbe fatto la sua stessa fine? Prigioniera del suo stesso marito. Dell'uomo che aveva amato, e che amava ancora, contro ogni logica.
Meizhen si mise a sedere e portò le mani all'acconciatura triangolare, strappando via i fermagli e il sostegno di legno. Ne aveva abbastanza di sentire la nuca dolere, tirare a causa di una bellezza che non le serviva, perché rinchiusa in quel luogo nulla aveva senso. Nemmeno un bel viso.
Quando le prime grida provennero dall'esterno, Meizhen si alzò in piedi, camminando verso la finestra chiusa. Le serrande erano state incollate alle pareti, per evitare che la luce del sole inondasse la camera, ma Meizhen non aveva bisogno di vedere per sapere cosa stesse accadendo.
«L'harem sta bruciando!» urlò un eunuco, cercando aiuto da parte dei servitori di palazzo An'chi. «La setta del Loto Bianco è riuscita a invadere il palazzo! Stanno portando scompiglio!»
Meizhen strinse le mani sulle serrande, voltandosi verso la porta. Sentiva la pressione del sigillo che Ai Lun le aveva donato contro il petto, pareva quasi chiederle di essere usato, ma come poteva farlo essendo rinchiusa in quel luogo?
La donna si diresse verso le ante e provò ad aprirle. Queste, però, erano state serrate con un lucchetto dall'esterno. Non c'era modo di fuggire, e se prima aveva accettato il suo destino senza fiatare, tramortita dal peso della morte, ora non poteva restare in silenzio.
Sapeva che non appena i membri della Bailian Jiao avessero scoperto il cadavere di Ai Lun, nascosto sotto un velo in una delle camere adiacenti, si sarebbero rivoltati contro il principe.
«Furen» la chiamò Xun'er, la sua fedele compagna, fuori dalle porte. Oltre di esse provenivano i mugolii di Longfeng, che dava vita alle sue piccole frasi sconnesse. «Furen, siete sveglia?!»
«Sì, sì lo sono» ansimò Meizhen, stringendo le mani sui pomelli. «Xun'er, devi farmi uscire da qui. Io posso fermare tutto questo, e devo...»
Il suono delle porte sfondate irruppe nella sala da giorno e fece sobbalzare Xun'er, che infilò una chiave nel lucchetto della serratura. Doveva essersi organizzata prima di venirla a cercare, attenta come sempre. «Furen voi sapevate che sarebbe accaduta una cosa simile e mi avete tenuto all'oscuro. Se solo avessi saputo...»
Meizhen aprì le porte non appena il lucchetto cadde a terra, avanzando nel corridoio un attimo prima che Xun'er si trovasse davanti a tre membri del Loto Bianco. Gli artisti marziali si divisero, aprendo le sale e gettando delle fiaccole al loro interno. A quanto pareva, non avevano mai parteggiato per Wentian, anzi, lo avevano usato per accedere senza problemi nella residenza imperiale.
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Dall'Alba fino al Tramonto
Historical Fiction{COMPLETA E AUTOCONCLUSIVA} Cina, 1750. La grande dinastia Qing ha trasformato la Città Proibita in un luogo di lusso e sfarzo, dove numerose concubine fanno a gara per servire nel letto dell'imperatore e dare alla luce un erede che garantisca loro...