Capitolo Nono

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Il palazzo Chuxiu era talmente bello da mettere in ombra quello Yanxi

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Il palazzo Chuxiu era talmente bello da mettere in ombra quello Yanxi. Meizhen lo aveva pensato non appena era entrata nella luminosa sala da giorno, che profumava di geranio. Alcune nappe rosse pendevano dal soffitto, i tavolini circolari erano invasi da piattini sopra cui erano stati disposti biscotti burrosi e teiere colme di tè freddo. Le finestre ovali erano coperte da tende di mussola, e degli ideogrammi che sua maestà aveva dipinto di proprio pugno per la Consorte Shu erano stati incorniciati e appesi sopra la parete del salone. La padrona di casa li mostrava con orgoglio, seduta su uno dei due divanetti, in compagnia della consorte Yu.

«Saluto le Nobili Consorti» si inchinò Eryue, con il viso contratto dall'invidia. Meizhen sospirò, sua sorella era poco incline a nascondere i suoi veri sentimenti, ciò l'avrebbe resa debole. «Perdonate il mio ritardo, mi sono alzata con dei giramenti di testa.»

«Meimei, non preoccupatevi e sedete» la invitò la Consorte Shu, facendole cenno di prendere posto vicino al tavolo. «Stiamo attendendo anche l'arrivo della Seconda Attendente Xiao.»

«La seconda attendente Xiao?» mormorò Eryue, mentre Meizhen la aiutava ad accomodarsi su di uno sgabello imbottito e le versava del tè in una tazza di porcellana. «Volete dire... Shenru meimei

Quando Meizhen sentì quel nome per poco non fece strabordare il tè, così posò la teiera e compì un passo indietro, notando la Consorte Yu annuire. «Sì, vogliamo fare conoscenza con tutte le nostre nuove sorelle e abbiamo pensato di cominciare con voi. La prossima volta che verrete vi presenterò mio figlio, il principe Yongqi.»

«Ma certo, sarebbe un piacere» mormorò Eryue, afferrando la tazza con un certo nervosismo. Meizhen sapeva che non sarebbe stata tranquilla con Shenru nei paraggi, sua sorella era fin troppo emotiva. Decise quindi di posare una mano sulla sua spalla, per rassicurarla, e lei sembrò ritrovare la voglia di parlare. «Com'è stato portare in grembo un erede reale, Consorte Yu? Me lo chiedo da quando sua maestà ha cominciato a passare le sue notti con me.»

La donna dai capelli corvini rise. Non era particolarmente bella, non all'altezza della Consorte Shu, ma aveva qualcosa nello sguardo. Una sorte di luce giocosa impossibile da ignorare. «I primi tre mesi sono stati i peggiori, meimei. Dovevo stare sdraiata tutto il tempo ed evitare di adirarmi per il bene del mio bambino, solo all'inizio del quarto ho cominciato a muovermi liberamente e...»

La Consorte Shu si schiarì la gola e posò la tazza sul tavolino, addentando un biscotto giallo. Meizhen sollevò lo sguardo, notando per prima il suo fastidio. «Vostra altezza, posso chiedervi cosa vi turba?»

La Consorte Shu le scagliò un'occhiataccia prima di voltarsi verso Eryue e parlarle con aria di superiorità. «La tua dama di compagnia non sa che non deve impicciarsi nelle faccende che riguardano le concubine? Non vorrei che alimentasse stupide voci.»

Eryue si morse le labbra di fronte a quel rimprovero, ma, invece di accusare la sorella, la difese. «Potete stare tranquilla, Consorte Shu. Meizhen è la mia jiejie, conosce tutto di me e io tutto di lei. Sa mantenere un segreto, proteggendolo con la sua stessa vita. Non dovete temere a parlare in sua presenza.»

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